Non è che il pornoattore venga bocciato all’orale

Il tipo di fronte a me ha una maglietta con Paperon de’ Paperoni che si tuffa in un mucchio di rotoli di carta igienica. Il tipo di fianco a me gliene chiede il significato.

«È quando all’inizio della pandemia in alcuni Paesi la carta igienica sparì e diventò preziosissima. Tra un po’ non potrò metterla più che non si capirà più il significato perché nessuno se lo ricorderà».

«Potresti continuare a metterla per spiegarne il motivo»

«Secondo me sarà sempre un aneddoto interessante da raccontare pure quando lo si sarà dimenticato», intervengo io.

Gli aneddoti.

Delle volte propendo per dare una supremazia alla narrazione orale rispetto a quella scritta. Perché lo scritto, se lo rileggi 100 volte, resterà sempre uguale a sé stesso. Certo, la seconda, magari anche la terza, potrai ritrovarvi più cose, comprenderne appieno altre sfumature, ma resterà comunque immutato.

L’oralità invece è come se ricreasse il racconto di volta in volta. Sarà per questo che è sempre divertente ascoltare certe storie. Delle volte magari personaggi e situazioni cambiano un po’, un cane feroce diventa un branco, un controllo documenti diventa un posto di blocco dell’esercito, e così via. Alla fine il confine tra realtà e invenzione diventa così impalpabile che chi se ne frega. È il racconto per il racconto.


Da non confondere col racconto dei racconti che è un’altra cosa.

 


Mi piace immaginare che chi racconta si faccia interprete di una tradizione millenaria, vestendo i panni di un aedo, narrando, intrattenendo, lavorando di immaginazione sui pezzi più vaghi, perpetuando l’esistenza di una storia che continua a vivere.

Certo, poi se la storia è sempre la stessa raccontata da quel parente o da quell’amico che narra per la centesima volta delle due gemelle tedesche rimorchiate in spiaggia, diciamo sarebbe meglio se il racconto fosse semplicemente scritto, almeno per poterlo seppellire da qualche parte e dimenticarlo, mentre l’amico/parente, purtroppo, non lo si può seppellire vivo che dicono fa brutto.

Non è che non puoi far l’idraulico anche se non capisci un tubo

In settimana per lavoro ero in una sala comunale. Un sopralluogo per una presentazione. Non mia, in quanto mi presento benissimo, soprattutto se non invitato.

Mentre gironzolavo grattandomi i pollici ho avuto necessità di risolvere un breve momento fisiologico. La sala era attrezzata di bagni, molto puliti invero, ma che emanavano un odore di cadavere putrefatto.

Ho fatto quel che dovevo in due secondi e poi stavo per scappar via, quando, sul penzolante rotolo di carta igienica, ho notato una scritta:

X Gintoki.

Chi sarebbe questo XGintoki? Una mia versione X-Men? Ho tirato giù il foglio e ho notato altre cose scritte: avevo capito. Era un’altra opera di Lira Trap, la scrittrice erotica transizionale, diretto a me.

Come faceva a sapere che mi sarei trovato lì e avrei utilizzato il bagno? Questa storia diventa sempre più inquietante.

In ogni caso, ecco a voi il nuovo sforzo rettale di Lira Trap!

Chi la fa l’aspetti

Non o mai capito gli uomini ke vanno con le donne stupide.
Ancora meno ma però comprendo le donne che si sentono troppo stupide per un uomo. Stupide per cosa?! Non ci vuole mica un test di inteliggenza per trombare! Fidatevi monellacci miei, ke mi fingo stupida per raccogliere piselli. Mi dicono che sono bravissima nel recitare la parte, non si nota la finzione. Mi rende molto orgogliona questa cosa.

Questa è la storia di quando ho provato a fare la stupida con Savierone l’idraulico col baffone.

– ‘sera Miss Trap, dov’è la perdita?
– Hihih oddio scusi non mi ricordavo la sua visita. Scusi se sono qui in vestaglia di pelle di caimano tutta nuda sotto. Perdita? Eh ne ho in mezzo una grossa…sono fradicia…hihih
– Le perde il lavabo?
– Ecco…oddio ke imbarazzo…sarebbe il water in realtà…è…bloccato. Che vergogna, mi sento come una scolaretta alla prima gang bang.
– Capisco. Darò un’occhiata allo scarico
– Eh sì avrei proprio bisogno di una guardata al mio tubo di scarico…hihihihih
– Provvedo subito.

E si è chiuso in bagno senza neanche levarmi le mutande (che non avevo ma le avrei messe x farmele sfilare!). Mi aveva ignorata, incredibile! Me, la Divina Lira! Non solo, è rimasto lì dentro due ore, a fare non so che, a parte prendersela di continuio con un suo zio cui dava del cane e del maiale. Ke brutti parenti deve avere.

– Fatto…è stato un gran lavoraccio…
– Sarà tutto sudato…dovrebbe togliersi la tuta…hihihi
– Sì appena vado a casa mi faccio una doccia. Il conto sarebbe 150 euro per l’intervento, più 50 per la chiamata, più 50 per l’urgenza, più 55 l’iva.
– Dio mio, per saldare questo conto…dovrei dar via il sedere! Hihihi
– Contanti o carta?

Mi ero proprio stufata. Come si permetteva di ignorare le mie avanzes? Allora sono passata all’azione: mi sono lanciata verso la sua patta dei pantaloni per vedere il funzionamento della pompa idraulica.

– No, Miss Trap!
– Sì, tis-trappo tutto!

Ma però quando ho aperto non e uscito un bel tubo da 15 di diametro, ma una matassa di peli di rovo da cui veniva un puzzo di baccalà.

– Ma cosa…
– E così ha scoperto il mio segreto.
Ha detto togliendosi il baffo.

– Oh no! Hai l’alopecia al baffo! Terrò il segreto, tranquillo!
– Io non sono Saverione l’idraulico col baffone. Sono Saveriana, l’idraulico con la bagiana.
– Oh! Ed è una cosa grave?
– Sa, in questo mondo tradizionale una donna idraulico non viene presa sul serio. Non mi chiamano, oppure se mi vedono arrivare mi ridono in faccia. Una volta una signora mi aprì la porta, mi vide e disse “Suo marito sta parcheggiando?”.
– Ke stronzi! Io sono per un mondo transizionale. Hai provato a usare uno strapon su di loro?
– E così sono diventato Saverione. E ora lavoro bene. Per favore, non lo riveli in giro. Mi conoscono in tanti e se sapessero la verità…beh, immagini cosa accadrebbe.
– Certo. Tutti ti kiederebbero perché nascondi il baccalà nelle mutandine. Comunque non dirò niente, stai tranquilla.
– Grazie. Del resto tra di noi ci capiamo…anche lei ha un grosso segreto che riguarda quel che ha tra le gambe, dico bene?
– …N…non capisco…
– Suvvia, ho lavorato 2 ore sul suo water intasato. Sembra che ci abbia cagato dentro una squadra di rugbisti. Dica, c’entra qualcosa la Polisportiva qui di fronte? Le piace accogliere a casa i grossi calibri, eh?
– Hihihi eh sai com’è…
– Tranquilla, non dirò niente! Mi inviti però qualche volta ai suoi festini. È da parecchio che non mi faccio stantuffare come una macchina a vapore. Altro che Punto G: mi tocca ripartire dall’A,B,C.

Non ho avuto il coragio di dirle qual’è la verità. Ke invece era stato il ristorante indo-bengalese-giamaicano che mi aveva fatto intasare il water, da sola. Mai più etnico: tanto era il bruciore ke non ho potuto farmi inculare per ben tre giorni.

Questa storia mi ha imparato che le donne che fanno le stupide vogliono scopare ma non sempre ci riescono. E inoltre ke ki la fa (grossa) la aspetti perché tanto non va giù con lo sciacquone.

Per consolarmi sono andata a far visita alla Polisportiva ke diceva Saveriana. Ma questa è un’altra storia.

Alla prossima, monellacci
La vostra Lira Trap

Grande, meravigliosa Lira Trap. Oltre a impartirci insegnamenti morali, basati non su pensieri astratti ed oziose elucubrazioni radical chic ma su vicende di vita vera e vissuta, ci pone di fronte a grandi interrogativi: potete dirvi di fidarvi del vostro idraulico? E se non fosse ciò che afferma di essere?

Meditate, gente, meditate…

Non è che sei un poeta solo perché ti piace fare versi

Che ce frega de Elena Ferrante noi c’avemo Lira Trap!

Con questo coro sono stato accolto da un gruppo di esagitati che mi hanno fermato per strada; il fenomeno Lira Trap sta diventando virale e prendendo piede, a testimonianza del fatto che la Trap con la sua transizionalità seminale sta facendo breccia nei cuori della gente. E sappiate che non è facile, perché la gente attualmente si indigna o si commuove sull’internetto ma difficilmente si lascia brecciare.

Alcuni muscoli cardiaci son stati trafitti dalle opere che hanno letto su queste pagine e i loro proprietari mi hanno lasciato bigliettini d’amore che non so a chi recapitare, visto che la scrittrice è più schiva di Thomas Pynchon. E se non sapete chi è Thomas Pynchon è perché si è sempre nascosto molto bene.

Ma Lira Trap si nasconde ancor meglio!

E a tal proposito vorrei invitare tutti a non scrivermi, a non chiedermi informazioni, a non accusarmi di volerla tenere solo per me, perché io DI LIRA TRAP NON SO UN BEL NIENTE.

A parte poche informazioni sparse, di lei ho solo questa Polaroid rivenuta in un rotolo di carta igienica in un bagno pubblico di Oderzo (provincia di TeleVisione).

Quest’oggi ho per voi un altro scritto da proporre. Il come l’ho rinvenuto è davvero incredibile.

L’altro giorno sono andato al supermercato a comprare un pacco di carta igienica e il cassiere mentre passava il prodotto sul lettore ha detto che quello lì non andava bene, il codice era errato. Così mi ha dato un altro pacco.

Quale è stata la mia sorpresa, nello spacchettarlo, nel notare che uno dei rotoli all’interno era vergato a mano. E a mano c’era anche disegnata una verga. Una doppia vergatura.

Era un altro componimento di Lira Trap! Non so come abbia convinto il cassiere a questo scambio e come faccia a sapere quali supermercati frequento, ma comunque è arrivata a me.

Il frammento che propongo stavolta non è un racconto ma una poesia, prova della versatilità della nostra scrittrice che non teme di mettersi alla prova anche con i versi e che vuole realmente porsi come nuova colonna fecale della letteratura italiana.

Ancora una volta faccio presente che riporto in modo fedele il testo così come è scritto sulla carta.

Tu ti muovi dentro di me

Mi ai presa

sorpresa

ora giacio qui

tesa

spasmi ke provochi

mi piegano in avanti

gemo sul letto

fuggo e mi riagguanti

ti sento lungo il retto

il mio culo ha tanta fretta

grido

fin chè non finirà

a grandi spruzzate

oh maledetta

colite.

Lira Trap

Un componimento commovente. Non c’è altro da dire.

Non è che gli acari sarebbero pessimi pugili solo perché vanno sempre al tappeto

Visto il buon successo che la scorsa settimana ha avuto la pubblicazione del racconto della scrittrice transizionale Lira Trap, mi sono messo alla ricerca di altre sue opere.

Ricordo che l’artista scrive solo su rotoli di carta igienica che abbandona nei bagni pubblici. Ho girato quindi i peggiori bagni di Terracina, che vi assicuro sono proprio i peggiori, ho visto cose che neanche Mark Renton in crisi d’astinenza avrebbe voluto vedere, senza costrutto.

56af618a0469b63e3a3812740e23706b

Pensavo che Lira Trap avesse abbandonato l’attività letteraria.

Poi invece nella mia buca delle lettere ho trovato un fagottino di carta igienica. Non so come lei abbia recuperato il mio indirizzo, in ogni caso sulla carta c’era un ringraziamento per me e dei complimenti per il blog. Ha detto che andrebbe benissimo per pulirsi il sedere. In allegato c’era il racconto che vado ora a condividere con voi e una presentazione scritta in terza persona (o forse da una terza persona, visto lo stile stranamente senza errori):

Lira Trap venera la penetrazione rettale elevata al rango definitivo di nuova penetrazione vaginale; nello stesso tempo è impegnata a raggiungere per via chirurgica e omeopatica uno stadio che trascende genere, identità e biologia uomo-donna per poter compiere un atto di auto-penetrazione pene-vagina-retto, relegando il sesso interpersonale alla dimensione di semplice forma onanistica e porre fine al dibattito omo-etero-bisex-pansex.

Lira Trap ci sta forse prendendo in giro? Che cosa vuole dimostrare: che quella che credevamo fosse masturbazione era in realtà sesso completo e che quello che crediamo sesso, cioè i rapporti con le altre persone, è una masturbazione?

Non sta forse andando troppo oltre? Ai postumi della sbronza l’ardua sentenza. Io faccio solo da portavoce visto che sembra io ora sia stato riconosciuto come tale. A voi l’opera:

Homo homini anus

Il direttore quella mattina mi aveva convocata. Ero emozzionata, da un pò di tempo avevo puntato su di lui i miei occhi. Non era tanto belloccio, 50 anni, un pò di pancetta, pelato e coi baffoni. Non era un modello però era direttore e io volevo essere sottomessiata da un direttore perché a me mi mancava nella mia collezzione.

– Posso?
– Venghi, Trap. E chiuda la porta.

Il suo tono gelido e severo già mi rendeva umidiccia nell’intimo.

– Trap, il suo rendimento peggiora di giorno in giorno. Guardi questo report: è incomprensibile. Numeri a caso, grafici senza riferimenti…ma dove ha la testa?

E mentre lo dice sbatte i fogli sulla scrivania e alquni volano per terra.

Mi chino a raccoglierli facendo a posta a dargli le spalle mostrandogli il mio sedere tondo. Avevo proprio quel giorno una minigonna stretta e perdevo tempo coi fogli per mostrargli lo spettacolo sperando gli venisse duro. Però lui non dava reazzioni. Mi giro e lo trovo distratto a guardare il computer. Mi incazzo. Non faccio mica gli spettacolini per essere ignorata.

– Direttore! O lei mi incula o la denuncio dicendo che mi ha inculata!
– Ma cosa dice, Trap? È impazzita?
– Sono seria. Guardi, questo è il numero del mio sindacalista. E né lui né il sindacato intero si è mai rifiutato di incularmi. Che faccio, lo chiamo per denunciarla?

E mi giro sollevando la gonna e abbasando il perizzoma mostrandogli il mio buchetto già lubrificato. La mattina non esco di casa se non l’ho cremato bene perchè non si sa mai, metti che ti arriva qualche sodommia a sorpresa meglio farsi trovare pronte.

– Allora, direttore…che cosa dice?
Gli dico voglittiosa mentre gli dimeno davanti il fondoschiena.

Lui allora non resiste e mi prende da dietro perchè in fondo gli uomini li conosco e a un buco non sanno mai dire no. Sentivo che aveva proprio un bel fallo mentre mi prendeva. Volevo gridare di piacere ma non potevo farmi sentire dal resto dei dipendenti fuori e allora buttavo la faccia sul tappeto mordendolo per trattenermi. Solo che il tappeto era parecchio sporco e una palla di polvere mi ha fatto tossire fino a che ho vomitato mentre lui mi stava ancora sottomizzando.

– Ma che schifo!
– Direttore, la prego…non smetta…voglio che mi farcisca del suo piacere cremoso…BLUOARGGGH
– Dio santo…ma che ha mangiato?…Si ricomponghi e se ne vadi!

E dopo averlo detto il suo volto si era corrucciato mentre si guardava in basso. L’ho guardato anche io: il suo glande si era fatto tutto rosso e pulsante e lui diceva che gli bruciava forte.

Istintivamente prendo dalla borsetta una bottiglina per versargliela sopra e aiutarlo ma lui urla e gli scappa una bestemmia. Pensavo che l’acetone funzionasse come disinfettante ma forse non è così.

Il grido richiama dei dipendenti che entrano nell’ufficio e trovano il direttore col coso in mano che li guarda rosso in viso. Loro poi notano me che nel frattempo mi ero risistemata e poi notano la chiazza del mio vomito. Io faccio spalline come a dire di non saper niente e poi scappo via a casa perché non ce la facevo più, mi dovevo masturbare selvaggia come una mangusta pensando che gli altri avevano visto una cosa intima come il mio vomito. Poi il pensiero del direttore che mi inculava e il suo cazzo pulsante sul quale ora ci saranno i miei batteri che lo stanno ancora facendo bruciare dal dolore mi inebriava ancora di più. E proprio pensando al dolore ho acceso youtube e mi sono guardata quando Fantozzi sale sulla bici senza sellino e proprio lì ho scuirtato come sempre immaginando di essere posseduta da una bicicletta coi baffoni come il direttore. Perchè è bello andare in bici sul bagnato specialmente se il bagnato è scuirt.

Alla prossima, monellacci
La vostra Lira Trap

Due note a margine: la prima è che Lira Trap sembra porsi come scrittrice indipendente da qualsiasi opera creata sinora ma poi ama gli omaggi e le strizzate d’occhio. Questa avventura – non sappiamo se vera o meno – si rifà evidentemente a Paolo Villaggio.

La seconda annotazione è che Lira Trap è una scrittrice politica. Quello che abbiamo letto è chiaramente un racconto politico e io mi chiedo se sia l’inizio di un nuovo filone narrativo – l’eros politico – nella sua storia letteraria o sia anche questa una strizzata d’occhio. Magari per adescare qualche giovane pseudo attivista iscritto a Scienze Politiche attratto da facili avventure socialmente impegnate.