Spero di non incontrare la gatta della mia vita proprio il giorno che avrò usato il collutorio come shampoo

ZACH BRAFF
Oggi mi sono avviato al lavoro un’ora prima.
Non è stato per zelo o per concorrere al Premio Stachanov, ma per distrazione. L’orologio del bagno segna l’ora esatta per 7 mesi all’anno, cioè durante l’ora legale. Per il resto dell’anno non viene sistemato, perché è appeso in alto e ci si dimentica o ci si rompe i maglioni di regolarlo.

Così, senza pensarci, l’ho guardato mentre ero intento nelle mie abluzioni, ho visto l’ora senza ricordarmi dell’errore e mi sono preparato per uscire passando a pensare a tutt’altro.

Il vantaggio di avere la testa continuamente staccata dal corpo è il poter sviluppare un efficiente pilota automatico. Il corpo compie tutte le azioni senza alcun controllo cosciente, evitando errori. C’è voluto del tempo per allenarlo: da bambino dopo la colazione mi capitava di buttare il cucchiaino nella pattumiera e il vasetto vuoto dello yogurt nel lavandino, oppure di gettare nel water i calzini sporchi. Tutto perché me ne stavo tra le nuvole.

Il lato negativo è che quando poi dovresti essere attento non lo sei: così capita che io torni in me quando sono ormai a 500 metri dal lavoro e realizzi l’errore guardando per caso l’orologio.

Non volendo presentarmi in anticipo e dovermi sobbarcare un’ora in più di pratiche, sono andato a fare un giro da Media World. Ovviamente ho parcheggiato senza pensarci, così all’uscita stavo per non trovare l’auto. Fortunatamente il pilota automatico ha avuto la lungimiranza di piazzarla giusto davanti all’ingresso: già mi vedevo a dovermi assentare causa smarrimento dell’auto in un centro commerciale e finire pubblicato su Ah ma non è Lercio.

Non è tutta colpa mia, è che sono sovrastimolato da cose su cui mi capita di tornare a riflettere più volte. Ho il cervello fatto come lo stomaco di un ruminante.

A volte sento quindi il bisogno di assentarmi da me e dalle azioni di routine. Vorrei mettermi su un treno per allontanarmi anche solo due giorni, fissare il paesaggio, parlare con degli sconosciuti, fare colazione nel primo bar che mi ispiri. Costringere il pilota automatico a disinserirsi perché sarò obbligato, con cose nuove, a prestare attenzione.

Ora la domanda che di solito la gente si fa è: ma si può sapere a chi o cosa diavolo pensi?

Non sono in grado di dirlo. In questo momento è il pilota automatico che scrive e non ha accesso ai file di memoria.

Vorrei concludere il post con un’altra perla proveniente da Arkham Asylum (il posto dove lavoro). Tornando a casa, mi hanno dato da pensare le considerazioni di Collega Onicofago, sempre interessante fonte di riflessioni. Mentre si parlava della violenza sulle donne, è venuto fuori un suo commento secondo il quale nelle situazioni uno ci si deve trovare per poter giudicare. Si parlava di uomini che escono di testa e passano alle mani (o peggio). Lui citava un esempio di un tizio tradito dalla moglie dopo 4 giorni di matrimonio. Questo tale perse la testa e tentò di ucciderla. Secondo il collega, è ovviamente sbagliata la violenza ma è anche vero “che certe cose ti fanno perdere la testa e bisogna trovarsi in queste situazioni per capire”.

C. O. (che non è nuovo a queste uscite) credo sia il tipo di persona che non torcerebbe capello a persona alcuna, son convinto di ciò, comunque. Sembra che io a volte dipinga un mostro. Ma mi trovo a riflettere sull’effetto che possono avere le opinioni sue e di chi ragiona come lui, persone che sono o saranno padri di famiglia ed educheranno i figli.

Le opinioni sono come il dna. Si replicano e possono dare origine a mutazioni pericolose.

Non riesco a superare la mia adolescenza perché ha il motore truccato

Guidare un’auto presa in prestito ti mette di fronte a curiose innovazioni nella tua vita. Ad esempio che l’auto sia fornita di lettore cd. Sì quei cosi di policarbonato con incisa della musica. Da tempo mi sono votato allo streaming, all’immateriale e ho perso il gusto di comprare dischi. E anche di masterizzarli.

Ieri, scartabellando tra i vecchi dischi, tiro fuori Nevermind e mi dico perché no?. È stato strano, era da anni che non lo riascoltavo. E la cosa curiosa è che mi ha trasmesso le stesse sensazioni di 10, 15 anni fa.

Ho sempre pensato che su certe cose cui siamo legati in determinati momenti della vita le impressioni variassero poi con gli anni. Alcune cose magari possono non piacere più, come quei pantaloni che ho scoperto sono ancora nel mio armadio dal 2005 e che non metto più da allora. Probabilmente un giorno usciranno da soli per strada. Alcune cose possono essere percepite in modo diverso. Kafka a 12 anni non è lo stesso a 22 o a 29, secondo me. I Nirvana, ovviamente mi piacciono ancora, ma non immaginavo che riascoltare quel disco mi avrebbe fatto ripercorrere gli stessi pensieri di una volta.

A volte ho la sensazione di non essermi mai staccato completamente dal me stesso di anni fa. Cosa voglia dire maturità io credo di non capirlo ancora bene. E già questo è un segnale preoccupante.

Le mie camicie e le magliette mi sottraggono anni mentali, soprattutto se mi si mette di fianco a Collega Onicofago (a proposito, è un po’ che non porto news dall’Arkham Asylum dove lavoro), che ha 2 anni meno di me ma è vestito sempre come un uomo fatto e finito e ha un sarto che gli fa le camicie su misura a casa.

Però poi la madre gli rifà ancora il letto e la mattina gli fa trovare la colazione pronta. Insomma, son cose che io darei per acquisite in terza media, poi non so. Ciò che mi domando è: ma quando abbandonerà il tetto genitoriale per andare sotto quello matrimoniale (perché credo il passaggio sia strettamente consequenziale), la moglie gli rifarà il letto e gli preparerà la colazione e tutto quanto appresso anche?