PREMESSA NON FUNZIONALE AL POST
La nuova impostazione grafica del lettore di WordPress è orribile.
Di come ho sfigurato davanti al Maestro.
Durante la cena di celebrazione del Zèzo, mentre assaporavo la mia zuppa di patate e funghi l’attenzione degli altri gentiluomini par mio presenti al tavolo è stata attirata da un’altra patata.
– Secondo me è ungherese
Ha affermato il Zèzo.
Io ho alzato la testa per rispondere che, sì, la mia zuppa era proprio ungherese. Lo si poteva facilmente intuire dalla quantità di aglio. Insieme alla cipolla, è sempre presente in qualsiasi piatto. Forse anche nelle bevande, a vostra insaputa.
Poi mi sono accorto che guardavano tutti alla mia destra. Non erano quindi interessati alla mia zuppa ma a una ragazza che, al tavolo di fianco, cenava sola.
È noto che una donna sola in un luogo pubblico attiri l’attenzione, anzi, le donne girano di proposito da sole per attirare l’attenzione, anzi, le donne nascono donne per attirare l’attenzione.
Anche la mia attenzione è stata attirata da costei.
In primo luogo perché era a braccia scoperte e l’ho invidiata tanto.
Io, anche d’inverno, tendo a soffrire il caldo nei luoghi chiusi e starei sempre a mezze maniche. In ufficio, quando non mi presento in t-shirt, arrotolo le maniche della camicia tante volte sino a bloccarmi la circolazione negli avambracci. Quando diventano cianotici mi rendo conto di aver esagerato.
Eppure, alla cena, per darmi una parvenza di rispettabilità avevo una camicia coi polsini addirittura abbottonati. Soffrivo molto.
La camicia era ovviamente a quadrettini, perché l’uomo rispettabile è un tipo quadrato.
La seconda cosa che mi ha colpito della ragazza è sempre correlata alle sue braccia. Quando le ha alzate, ho notato il folto pelo delle sue ascelle che neanche Chewbacca.
Qualcuno inorridirà.
Io non ci trovo nulla di scandaloso.
È spaventoso un pelo nella zuppa, semmai, solo che i poteri forti distolgono la nostra attenzione verso presunti altri problemi per non far notare il pelo nel piatto.
Seguendo i consigli del Zèzo, uno dei presenti ha conversato un po’ con la ragazza. Il Maestro ha poi suggerito di chiederle il numero per invitarla a uscire il giorno successivo.
Il discepolo cui era rivolto il suggerimento ha declinato, dicendo di non sentirsela e invitando me invece a farlo:
– Fallo tu, dai
Accompagnando le parole con un ampio gesto della mano a indicare magnamini…magnamnit…magnamimini…grande generosità.
Ché poi, quando si descrive, se un gesto della mano non è ampio non è rilevante, un po’ come quando uno che parla deve schioccar la lingua per forza.
Al che ho replicato
– Non voglio e non posso. Inoltre, bisognerebbe vedere se lei è d’accordo
– Eeeh! (tutti in coro)
da intendersi come un “ma che dici”.
Il Maestro Zèzo ha anche aggiunto:
– Se fossi stato io…Mannaggia, qua ci stanno le figlie mie, non posso proprio fare niente…una volta c’era una in… (aneddoto storico sulle avventure del Maestro Zèzo a caso, in chiusura di ogni suo discorso ).
A casa ho poi riflettuto e ho dovuto ammettere di essermi meritato la sua riprovazione.
Mica quando avevo ordinato la zuppa di patate la cameriera ha detto “Bisogna vedere se la patata è d’accordo?”.
Purtroppo il Maestro domani parte e chissà quando avrò ancora occasione di seder al desco con lui.