Le estrazioni dell’8

Siamo quasi in dirittura d’arrivo. Da domani mancheranno Pasqua e Primo Maggio e poi fino al prossimo autunno si potrà stare in pace: niente più festività comandate o istituzionali. Certo, ci sarebbe ancora il 25 aprile (se Renzi non lo abolirà nel frattempo), ma in ogni caso siamo in discesa e inoltre finiranno le feste di negozianti e gestori di ristoranti, pizzerie e locali.

L’8 marzo in questo non fa eccezione, anzi, fa da cerniera tra Carnevale e Pasqua. La mimosa tira la volata per le uova nelle vetrine.

No, non sono impazzito né mi esibisco in dichiarazioni di disprezzo, seppur possono sembra tali.

Rammentavo una cosa che avevo letto in Watchmen (che poi non so se l’hanno inventata lì dentro o era ripresa da altro, in ogni caso ho questo ricordo e lo riporto così): nella propria autobiografia, Hollis Mason alias il primo Gufo sosteneva che bisogna iniziare con una cosa triste per accattivarsi la simpatia del pubblico, prima di iniziare a raccontare.

Io allora ho pensato di iniziare con una cosa antipatica per vedere cosa succede e se il pubblico arriva sino alla fine.

Nei giorni passati parlavo con una persona di disuguaglianza di genere. Spiegavo perché innanzitutto è definita come tale e non come, invece, disuguaglianza di sesso. Perché genere ha un significato più ampio: innanzitutto, varia nel tempo e nello spazio, perché il ruolo attribuito al genere è indubbiamente diverso oggi rispetto al Medioevo e qui rispetto all’altro capo del Mondo. Genere inoltre comprende modelli sociali, comportamentali: va oltre la dimensione biologica, dove, è innegabile, sussiste la diversità tra uomo e donna.

Partendo da questa premessa, oggigiorno nel Mondo esistono disuguaglianze di genere (a sfavore delle donne), di differente tipo a seconda dei contesti ma esistono ovunque.

Uno dei problemi è cosa fare per dare potere alle donne. È un tema delicato, dove si creano molti equivoci intorno a esso. Qualcuno pensa che significhi togliere potere agli uomini e sostituirli con le donne.

Non è così. Dare potere non ha attinenza con il dominio, non è potere su ma potere di. Potere come possibilità di fare.

Oggi esistono molte situazioni in cui la donna non ha possibilità o ne ha in modo limitato.

Ecco, la persona con cui parlavo di ciò, una donna, mi diceva che la parità non la vuole. Tanto non esiste, non c’è e non si raggiungerà mai. Quindi non ha senso starne a parlare, l’uomo faccia l’uomo e la donna faccia la donna.

Non è la prima cui sento dire ciò. Qualcuno rimembrerà di quando avevo parlato di Collega Joker e delle sue teorie sui ruoli.

Credo ci sia sempre molta confusione anche quando si parla di ruoli. Qui non stiamo parlando dell’uomo che paga la cena o che apre la porta o che “deve fare l’uomo” (che poi dovrebbero anche darmi una definizione di cosa voglia dire “fare l’uomo”: ah perché, Gintoki, non lo sai? Stai inguaiato allora! Ma io sono un gatto, quindi io faccio il gatto), si tratta di discorsi di più ampio respiro e che di certo non mettono in discussione i ruoli, ma il valore e il peso specifico che viene dato a essi.

E che vanno al di là di una vetrina decorata. E a volte mi sembra strano o inusuale che proprio dalle donne vengano certi discorsi così negativi e mi chiedo cosa proprio non stia funzionando tra la gente.

33 Pensieri su &Idquo;Le estrazioni dell’8

      • Allora, a parte che il 2 giugno è il mio compleanno quindi non è una festività minore 🙂
        Post molto interessante. Io trovo che la cosa fuorviante sia proprio quella dei ruoli, in generale. In linea di massima ho sempre pensato che quello che è importante è come uno vuole essere. Ti piace giocare a calcio? Non mi sto a chiedere se è da maschi o da femmine. Lo stesso vale per le bambole, l’ingegneria, la danza classica, la pallavolo. Tu devi poter essere chi sei. E questo è strettamente individuale. Perché si sentono (ancora adesso!) mamme dire al proprio figlio: la bambola no che è da bambina (ma anche addirittura certi ragazzi: la pallavolo è uno sport da femmine (??!!!)), e alle figlie altrui: ah, ma giochi a calcio? Eh, però. Che strano… E poi ci si stupisce se già i ragazzini delle medie hanno i loro cliché e affibbiano etichette in base alla lunghezza dei tuoi capelli, al fatto che tu sia più o meno sensibile, più o meno dolce, ecc…. Penso che il mondo sarà migliore quando smetteremo di cercare di adattare le persone alle caselline in cui sembra così di moda sistemarle: gli uomini, le donne, i giovani, i quarantenni, gli stranieri… e cercheremo di adattarci finalmente all’idea che ognuno deve poter percorrere la sua strada a modo suo. Dici che sono troppo individualista? 🙂

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        • sai infatti una corrente di pensiero recente vuole che siano superate le distinzioni tra giocattoli da bambino e giocattoli da bambina, anche perché questi contribuirebbero a stabilire a formare una forma mentis poi in loro.

          Per dire, lessi che la proverbiale (o stereotipata) scarsa dimestichezza delle donne con l’orientamento deriverebbe dal loro essere state da bambine poco abituate a giocare con giochi che sviluppano abilità logico spaziali (tipo i lego).

          Ovviamente è un esempio scemo e l’avrò pure riportato male e non sarà una regola fissa (per dire, di sicuro arriverà qualche blogger che dirà “Io mi oriento benissimo mentre mio marito non sa leggere una mappa!”, ma è per rendere l’idea

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          • Io ho normalmente un senso dell’orientamento pari a 1000 (sotto zero). Però da sola mi oriento piuttosto bene e quando sono con altri (specialmente col marito) per niente. Vorrà pur dire qualcosa 🙂 (da piccola ho giocato coi lego ma molto di più alla guerra e alla fuga dallo squalo che minaccia di mangiarti (con la mia dolce sorella) 🙂 Comunque, sì, la corrente di pensiero non è neanche tanto recente, negli anni ’70 si pensava che queste distinzioni sarebbero presto state relegate alla preistoria… che devo dire, speriamo che accada davvero 🙂

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  1. Certo che l’uomo deve fare l’uomo- io non solleverò la borsa dei ferri del mio compagno, anche perché pesa quanto me. E la donna fa la donna: in caso di malattia, le bambine verranno sempre a cercare me che sono la mamma. Però lui stamattina ha passato l’aspirapolvere, e dato che quella col lavoro fisso sono io nessuno si stupisce se pago io le spese di casa…

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    • Contribuire alla vita familiare penso sia un altro discorso, cioè non la trovo una questione di ruoli o di fare il maschio o la femmina: cioè è chiaro poi che non ti chiederei (non a te, dico a te mia ipotetica compagna) di portare due buste dell’acqua, per dire

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  2. Ecco, sono molto orgogliosa di essere connazionale di uomini (pardon, gatti) come te e molto meno della persona con la quale interloquivi…con l’aggravante che si tratta di una donna. Io non riesco ad augurare a tutte “Buon otto marzo” proprio perché ce ne sono tante come lei. E per fortuna che anche per quest’anno le vetrine con mimosa le abbiamo archiviate.
    PS – se scopri cosa vuol dire “fare l’uomo” e “fare la donna” spiegalo anche a me, che alla mia veneranda età non l’ho ancora capito. Per inciso: donna lo sono sicuramente, ma i lavoretti idraulici/elettrici in casa li faccio io…

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  3. L’ostacolo maggiore al raggiungimento della parità di genere sono appunto le donne che la pensano come la tua interlocutrice, e purtroppo sono parecchie!
    Il femminismo è un concetto da cui tenersi ben lontane, “l’uomo deve fare l’uomo, la donna deve fare la donna” (quanto vorrei sapere cosa significa esattamente)… cosa ci sarà di così scandaloso nelle pari opportunità? Vorrei tanto saperlo.

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    • Che poi, come dicevo, si creano molti equivoci quando si parla di ciò. Cioè quando si fa un discorso simile non si sta negando la naturale differenza tra i sessi, è un discorso più profondo. La gente pensa che in nome della parità si debba procedere, non so, a una femminilizzazione del maschio!

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  4. Concordo con Diamanta. Credo che sia sempre più raro trovare uomini maschilisti (sottolineo il raro, non ho detto che non ce ne sono più), ma allo stesso tempo donne “negative” ce ne sono sempre di più. Sembra quasi che vogliano farci pagare tutto quello che per anni o addirittura secoli abbiamo fatto loro.
    Io sono sempre stato un sostenitore delle donne al potere e mi piace molto quello che Gintoki ha scritto, il concetto di “potere di”, veramente una sottigliezza intelligente.
    Post molto interessante, bravo!

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  5. Chi ti ha detto che noi donne non abbiamo potere? Chi comanda in cucina a casa tua?
    Tuo padre ficca il naso mentre tua madre scola la pasta? Scommetto che lei è lì con il mattarello pronto a bastonarlo! 😛

    a parte ciò, nella frase da te citata “l’uomo faccia l’uomo e la donna la donna!” credo ci siano cose che in natura non possono essere sostituibili. Dico in NATURA. La donna partorisce, l’uomo da il seme. Punto.

    per ciò che concerne il potere tra noi italiane pasce una certa sfiducia. Siamo troppo abituate all’assioma POTERE-BELLEZZA-RICCHEZZA.
    Basta fare zapping su quei programmi di opinione politica che vedi donne, per quanto intelligenti e capaci, così artefatte che o provi invidia, o provi odio.
    Io, per esempio, posso esser anche la più intelligente di questo mondo ma se non sono artefatta, non posso aspirare ad altro. O se aspiro rimango relegata ad un ruolo marginale grazie ai mass media che mi considerano un tipo che non spacca il televisore.
    Ti faccio un esempio pratico.
    Prendi il caso di Yara Gambirasio.
    Prendi due donne, la Bruzzone, più opinionista che criminologa, e la Ruggeri, PM.
    A parità di capacità, intelligenza, studio, lauree ed esperienza, tra il pubblico passa solo la prima, la seconda, pur avendo potere, rimane relegata ad un ruolo marginale nelle notizie e nei programmi dedicati al caso.
    Chi segue il modello sociale, rimane affascinato dalla Bruzzone, come esempio più di bellezza che di capacità e non nota che la Ruggeri, per quanto umile e semplice, in realtà è il pilastro dell’intera vicenda.
    Ecco. Quando studiai diritto penale una collega mi disse che aspirava a diventare come la Bruzzone.
    Le dissi che preferisco essere Merkel.

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    • Come dicevo nel post, infatti, la disuguaglianza è di genere proprio perché va oltre le differenze del sesso, che non devono essere azzerate di certo. Cioè parità non vuol dire che ora dai capezzoli degli uomini debba sgorgar latte!

      Saltando questa immagine orripilante che ho presentato, tu hai ragione. Ma del resto basta vedere come i media, come giustamente sottolinei, diano un peso diverso alle donne catalogandole in base al loro aspetto. Attenzione però: non sempre la bellezza è un valore aggiunto (un valore aggiunto per la notorietà), io credo. Cioè credo che una donna bella e di spicco per il fatto di esser bella verrà giudicata solo in base a quello, facendo passare in secondo piano i propri meriti e le proprie competenze. Insomma, un’arma a doppio taglio

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  6. In quello che hai scritto ho trovato degli interrogativi molto interessanti.
    O almeno io mi sono posta delle domande.
    In parte la penso come la tua amica, ciò che la parità (al momento) non esiste, e sicuramente sarà dura da raggiungere.
    In parte sono speranzosa, ci sono voluti secoli e secoli perchè la donna arrivasse dove si trova ora, quindi non vedo perchè con il passare del tempo le cose non possano migliorare. Non so da dove mi arrivi questa botta di positività!
    Premettendo che sono fortemente contro a tutti gli “-ismi”, che si sa che se una parola finisce con “-ismo” non promette niente di buono.Quindi sono ben lontana dall’idea di femminismo e girl power alla Spice Girls…penso che uno dei problemi maggiori per il raggiungimento della parità di genere possano essere proprio le donne stesse.
    Il maggior tasso di misoginia si registra tra appartenenti allo stesso sesso.
    Per esperienza personale brutte parole come “troia”, oppure illazioni del tipo “per arrivare lì l’avrà data a chiunque e/o avrà fatto questo quello e quell’altro” le ho sempre sentite uscire dalle rosee bocche di fanciulle, o per lo meno la maggior parte delle volte.
    Per raggiungere la parità, oltre a certi tipi di uomini – anzi omuncoli – devono iniziare a cambiare prospettiva anche quelle femminucce che inneggiano tanto all’agognata parità e poi con i fatti si mortificano rendendosi peggio di chi tanto credono di combattere.

    Siamo così dolcemente complicate, sempre più emozionate, delicate.

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Si accettano miagolii

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