Non è che il lanaiolo sia ubriaco perché ha alzato il gomitolo

Osservo molto il mondo che mi circonda. Prendo appunti mentali che poi trasformo in post. Quel che non è sufficiente per generare un articolo, resta un semplice appunto. Questa ad esempio è una piccola lista di cose messe insieme riguardo Budapest.

  • Ansia – La gente qui è parecchio ansiosa e catastrofica. Quando sono arrivato mi sono sentito dire che presto sarebbe giunto un freddo tremendo, temperature polari, neve alta. Ho vissuto con l’ansia dell’arrivo della Siberia: cioè che proprio mi sarei svegliato una mattina e avrei trovato tutto ghiacciato, yak e cosacchi all’uscio come fossi finito in un romanzo di Lermontov.
    Ha fatto freddo, certo, e andare al lavoro con -5 e uscire con -5 come se il tempo non fosse mai trascorso non è carino. E ha nevicato un paio di giorni e quando la neve ghiaccia e poi si scioglie per non ruzzolare devi camminare come uno cui le scarpe fanno male. Ma non è nulla di che, eh. Cioè credo che a Bolzano/Bozen se la passino forse peggio. Pensavo mi avessero perculeggiato – del resto i colleghi credono che io provenga da un Paese tropicale dove ci sono 20 gradi anche in inverno – poi parlando con altri mi hanno detto che il catastrofismo qui è proprio abitudine.


    Anche se forse un Paese tropicale lo stiamo diventando, a guardare le temperature di quest’anno.


  • Ansia #2 – La prova di ciò è stata quando in ufficio si è bloccata la maniglia della finestra, che non si chiudeva più. Ovviamente l’avevo toccata io: il mio superpotere di rompere, danneggiare o inibire il funzionamento degli oggetti funziona sempre.

    Forse dovrei diventare un eroe (o un villain) mascherato: Deathtouch sarà il mio nome di battaglia.


    In ufficio è allora iniziato un pellegrinaggio. A turno tutti i colleghi sono venuti a vedere la maniglia, a toccarla, a provare a sistemarla. E ora come si fa, serve il tecnico, e adesso che succede e così via.
    Il tecnico è arrivato, in un minuto ha spostato una molla e la maniglia ha ripreso a funzionare.

  • Fauna – Di ragazze ce ne sono di iperbelle. Tutte le altre, non sono esteticamente appariscenti. Non sto dando della “brutta”, perché non mi piace mai dare giudizi superficiali su una donna. E poi a volte basterebbe anche un taglio di capelli diverso, un ritocco a un sopracciglio. E quello che constato, inoltre, è la totale assenza della classe media. Il tipo, il non so che, chiamatela come volete. O sono modelle o no. Insomma, non è come in Italia. Per noi medi è un dramma.
    E i maschi? I maschi sono molto brutti. E, guardando gli adulti, credo che invecchiando diventino ancora più inguardabili. Lo dico in modo oggettivo, poi potreste non credere al parere di un maschio eteromestruale (sono soggetto a sbalzi ormonali), ma anche la mia CR ha confermato. E, ha aggiunto, spesso quelli realmente fighi sono omosessuali. Ha sottolineato la cosa rimarcando che fosse uno spreco, cosa che, come mi ha fatto notare Pendolante in un commento, fa il paio con “Che peccato era così bello” quando muore qualcuno.
  • Fauna #2 – Le ragazze ti avvicinano loro nei locali.
    Succede anche al di fuori dei locali, ma lì è meglio non dare confidenza per non risvegliarsi in un fosso senza il portafogli (i vostri reni valgono meno, viste le schifezze che mettiamo in corpo, mi spiace).
  • Usanze alimentari – Lo snack più popolare è il Túró Rudi, una barretta di cioccolato ripiena di ricotta. Il primo effetto all’assaggio è un sapore acidulo, poi diventa buono.
    Peccato solo che dopo lasci una fiatella non gradevole.
  • Usanze alcoliche – Come in tutta l’area Mitteleuropea, la birra non supera i 4 gradi. Così per provare un minimo di ebbrezza ne mandi giù un litro in mezz’ora. Ma l’unico effetto è una minzione interminabile e un tremendo dolore alla vescica se non hai espletato la formalità prima di andartene, aspettando di arrivare a casa.
  • Usanze alcoliche #2 – Come non resistere poi alla tentazione di provare una birra conservata nella plastica?!received_10208714744210880.jpegBottiglione da 2 litri a meno di 2 euro! A meno, c’è solo l’acqua del water, credo.
  • Luoghi – Per bere bene ci sono sempre le birre artigianali, comunque. Da sorseggiare magari in un caratteristico locale arredato con scarti presi da una discarica.
    Ad esempio, vicino dove abito, dalle parti di Corvin c’è una birreria ricavata all’interno di un ex birrificio. O forse vi producono ancora birra, visto il penetrante afrore acido di lievito che vi accoglie all’ingresso e vi accompagna per tutta la serata (poi ci si abitua). Tale posto è un esempio di riutilizzo.

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    Dei bei fusti. Accanto, tizi che bevono.

    Mi è sembrato di stare a casa.
    No, non perché io viva in una discarica o  in un birrificio.


    Magari.


    Il birrificio, intendo.



    È che ero solito frequentare a Napoli un locale, il Lanificio. Si chiama in questo modo perché nella struttura, in origine parte di un complesso di una chiesa, nei secoli passati fu allestita una fabbrica di lavorazione della lana. Il locale è stato recuperato e oggi è un centro di attività culturali e musicali, arredato con oggetti recuperati.IMG_9625-Recovered
    Ed è sorprendente riuscire a creare un luogo di aggregazione, frequentato dalle persone, semplicemente con del pattume. Ma se lo piazzi nel modo giusto diventa “valorizzazione artistica”.
    Un giorno o l’altro svuoterò la mia cantina e metterò in vendita il tutto (a caro prezzo) dietro l’etichetta “Artistic vintage”.

  • Buone maniere – Sembra che sedersi all’interno dei mezzi pubblici sia disdiscevole.
    Quando il mezzo si ferma, infatti, non si scatena la corsa al posto come succede da noi. A volte il tram è pieno e ci sono dei posti liberi.
    Cedere il posto è un’altra cosa poco opportuna. Se non si tratta di anziani col bastone, gli occhiali a fondo di bottiglia, la gobba e una carie in stato avanzato (ammesso che abbia ancora i denti), allora il gesto non è giustificabile. La persona cui cedete il posto vi guarderà male. Se ha buon senso, capirà che non siete del luogo e vi asseconderà sedendosi, malvolentieri.


    È un atteggiamento diffuso anche da noi, a chi viene proposto il posto sorge il dubbio che gli stiate dando del vecchio. Non rispondo per altri, ma a me non frega che siate vecchi o giovani o aitanti: cedo perché  sono gentile e perché  come diceva Gandhi “Sii il posto a sedere su cui vuoi sederti nel mondo”


    In realtà non cedo a tutti indistintamente, ma seguo una scala di valori:
    1) Anziani/Donne incinte
    (oppure, se in stadio avanzato, donne incinte e poi anziani)
    3) Signore con una enorme busta della spesa
    4) Universitarie a fine giornata con due borse da mare sotto gli occhi e un principio di gobba dietro al collo, effetto della sindrome “piccolo scrivano fiorentino”
    5) Ragazzo che ha fatto sedere la propria ragazza restando in piedi, al che mi offro di cedere il posto per riunirli in seduta comune, ma soltanto se è una coppia che giudico meritevole di un atto di cortesia.


Alla prossima per futuri eventuali aggiornamenti.

Le estrazioni dell’8

Siamo quasi in dirittura d’arrivo. Da domani mancheranno Pasqua e Primo Maggio e poi fino al prossimo autunno si potrà stare in pace: niente più festività comandate o istituzionali. Certo, ci sarebbe ancora il 25 aprile (se Renzi non lo abolirà nel frattempo), ma in ogni caso siamo in discesa e inoltre finiranno le feste di negozianti e gestori di ristoranti, pizzerie e locali.

L’8 marzo in questo non fa eccezione, anzi, fa da cerniera tra Carnevale e Pasqua. La mimosa tira la volata per le uova nelle vetrine.

No, non sono impazzito né mi esibisco in dichiarazioni di disprezzo, seppur possono sembra tali.

Rammentavo una cosa che avevo letto in Watchmen (che poi non so se l’hanno inventata lì dentro o era ripresa da altro, in ogni caso ho questo ricordo e lo riporto così): nella propria autobiografia, Hollis Mason alias il primo Gufo sosteneva che bisogna iniziare con una cosa triste per accattivarsi la simpatia del pubblico, prima di iniziare a raccontare.

Io allora ho pensato di iniziare con una cosa antipatica per vedere cosa succede e se il pubblico arriva sino alla fine.

Nei giorni passati parlavo con una persona di disuguaglianza di genere. Spiegavo perché innanzitutto è definita come tale e non come, invece, disuguaglianza di sesso. Perché genere ha un significato più ampio: innanzitutto, varia nel tempo e nello spazio, perché il ruolo attribuito al genere è indubbiamente diverso oggi rispetto al Medioevo e qui rispetto all’altro capo del Mondo. Genere inoltre comprende modelli sociali, comportamentali: va oltre la dimensione biologica, dove, è innegabile, sussiste la diversità tra uomo e donna.

Partendo da questa premessa, oggigiorno nel Mondo esistono disuguaglianze di genere (a sfavore delle donne), di differente tipo a seconda dei contesti ma esistono ovunque.

Uno dei problemi è cosa fare per dare potere alle donne. È un tema delicato, dove si creano molti equivoci intorno a esso. Qualcuno pensa che significhi togliere potere agli uomini e sostituirli con le donne.

Non è così. Dare potere non ha attinenza con il dominio, non è potere su ma potere di. Potere come possibilità di fare.

Oggi esistono molte situazioni in cui la donna non ha possibilità o ne ha in modo limitato.

Ecco, la persona con cui parlavo di ciò, una donna, mi diceva che la parità non la vuole. Tanto non esiste, non c’è e non si raggiungerà mai. Quindi non ha senso starne a parlare, l’uomo faccia l’uomo e la donna faccia la donna.

Non è la prima cui sento dire ciò. Qualcuno rimembrerà di quando avevo parlato di Collega Joker e delle sue teorie sui ruoli.

Credo ci sia sempre molta confusione anche quando si parla di ruoli. Qui non stiamo parlando dell’uomo che paga la cena o che apre la porta o che “deve fare l’uomo” (che poi dovrebbero anche darmi una definizione di cosa voglia dire “fare l’uomo”: ah perché, Gintoki, non lo sai? Stai inguaiato allora! Ma io sono un gatto, quindi io faccio il gatto), si tratta di discorsi di più ampio respiro e che di certo non mettono in discussione i ruoli, ma il valore e il peso specifico che viene dato a essi.

E che vanno al di là di una vetrina decorata. E a volte mi sembra strano o inusuale che proprio dalle donne vengano certi discorsi così negativi e mi chiedo cosa proprio non stia funzionando tra la gente.