Oh, Madre!

Il mio soggiorno romano (per non parlare del bagno e della cucina romane) offre a Madre spunti di riflessione interessanti.

Premettiamo che, da buona esponente del Sud, l’interesse primario di Madre è il cibo. Non so che idea abbia di Roma, ma credo che corrisponda più o meno a questa immagine

Ma tutti ‘sti rotoli di fieno dove vanno a finire?

Cioè una terra isolata con un unico negozio nella zona che ha per giunta dichiarato fallimento. Sto esagerando? Non ne sono certo dopo le domande che ho sentito.

Tra l’altro, le domande non mi sono state poste una di seguito all’altra: una delle specialità di Madre, infatti, è il test della memoria basato sui discorsi interrotti.

Avete presente l’aneddoto su Dante in cui si celebra la sua memoria prodigiosa? Si racconta che un giorno un tale gli chiese quale fosse il cibo più buono. Il Sommo Poeta rispose “L’uovo”. Tempo dopo (dicono anni), il tale e Dante si incontrarono di nuovo. Il primo disse:
– Con cosa?
– Col sale.

Ecco, Madre agisce allo stesso modo. Un discorso lasciato cadere al mattino, viene senza preamboli né introduzioni ripreso dallo stesso punto in qualunque momento della giornata a caso o addirittura a una settimana di distanza.

– Ci sono supermercati dove stai tu?
– Madre, sono a Roma, una città dove il progresso è arrivato da un po’. Pensa che hanno anche l’acqua corrente in casa.
– E che supermercati sono? Come quelli dove andiamo noi?
– A parte che vorrei capire perché dovrebbero essere diversi (dove siamo? Qui giù fanno supermercati speciali per napoletani, come se ci fosse l’apartheid?), comunque ho a 10 minuti un Grosso Marchio Francese, vedi tu…
– E ce l’ha il banco macelleria? E ha pure il banco pescheria?
– (che supermercato sarebbe altrimenti??) Noo, infatti scrivono fuori supermercato per attirare la gente, poi dentro è vuoto e c’è uno che ti prende e poi ti svegli in un fosso tutto sudato e senza un rene.
– E ha pure lo scaffale coi prodotti tipici?
– Certo, sapessi quante barbabietole da zucchero che ci sono.
(sì ok si capiva che voleva sapere se ci fossero prodotti a chilometri zero, ma detta così però…)

Qui bisogna aprire una parentesi legata a traumi infantili durante le interrogazioni di geografia. Nel momento di elencare i prodotti tipici di una Regione o di un Paese, in caso di vuoti di memoria andava bene indicare sempre la barbabietola da zucchero, perché tanto era onnipresente.

Che io vorrei dire, ok che non sono un frequentatore abituale delle campagne, ma in trent’anni ho visto un solo campo di barbabietola da zucchero in vita mia, nel 1999 lungo una statale verso Foligno (lu centru de lu munnu), al che mi chiedo: ma se sono così tanto coltivate, dove sono nascoste? E più facile trovare piantagioni di marijuana che di barbabietola da zucchero. Allora perché nessuno cita la marijuana tra i prodotti tipici?!