Con la presente dichiaro chiusa la prima serie continua di titoli no-sense introdotti da “Non”.
Dovrei scrivere una bozza di budget e sono indeciso se scriverla durante questa notte e poi dormire in mattinata oppure dormire in mattinata e buttare giù (dal balcone) due sciocchezze nel tempo che mi resterà.
Ho già speso le mie energie mentali per risolvere un importante dilemma. Sulla pista di ballo c’è qualcosa di importante, oggi ne ho avuto conferma via mail. Chi mi ha mandato il messaggio mi ha pregato di scrivere alla Contessa Serbellons Mazzant Comesfromthesea (è anglofona), che leggeva in copia.
Dubbio: la Comesfromthesea è anglofona ma lavora in Italia. La mail che ha letto in copia era in italiano.
Le scrivo in italiano o in inglese? No, perché c’è una bella differenza.
Dopo essere andato agli allenamenti e non averci pensato affatto, tornato a casa ho deciso di scrivere in inglese.
Vedremo se il primo step è andato. Ne restano altri ed è difficile scacciare il demone del fallimento – che nella mia fantasia è impersonato da Charlie Brown – che mi dice Gin, ma tanto non ce la farai.
Charlie Brown e la sua sempiterna gioia di vivere
La cosa divertente è che se va in porto la cosa corro il rischio di trovarmi a essere seguito da un personaggio particolare che è entrato nella mia lista di personaggi particolari.
Tanto per cominciare, ha una certa somiglianza con l’ispettore Clouseau, giusto i baffi più folti. Sono rimasto però molto deluso quando ho fatto notare a tre persone la somiglianza e tutte e tre non avevano idea di chi fosse l’ispettore Clouseau. Ci sono rimasto male ma non perché non avessero compreso la mia battuta, ma per il buon ispettore che non capisco perché non debba essere ricordato.
Se anche voi, lettori, non avete presente chi sia e stavate aspettando una didascalia esplicativa, allora questa didascalia non vi fornirà informazioni didascaliche su di lui perché non le meritate, ecco.
La seconda caratteristica del personaggio è che parla in modo ampolloso e retorico e anche un po’ arcaico. Ad esempio, per dire che leggerà una frase da un libro, dirà che “Ho il piacere di condividere con voi questo passo che trovo pregevole”.
La terza caratteristica è che quando insegna ai corsi, dopo la prima lezione sceglie due volontari (i classici volontari involontari), uomo e donna, per far far loro delle flessioni. Terminata la performance, delizia anche lui il pubblico con delle flessioni.
Ed ha 65 anni, preciso.
La quarta caratteristica è che ha tre figli, uno adulto avuto dalla prima moglie, e due piccoli, di 4 e 8 anni, avuti dalla seconda.
Ed ha 65 anni, preciso.
Sono quindi inquietato e nell’insieme affascinato dall’idea di potermi trovare a gestire un qualsiasi tipo di rapporto professional-tutorale con un simile personaggio.
Ammesso che Charlie Brown sia d’accordo, anche se il fatto che sia un bambino lo costringe alla fine a soccombere. Sarebbe stato più complesso e ingestibile avere come demone del fallimento, non so, Darth Vader, Palpatine o Sauron, solo che loro non li associ al fallimento anche se poi alla fine perdono ma soltanto perché la lobby dei buoni ha deciso che deve essere così. Condividete se avete un lato oscuro!
Però delle volte in altri ambiti Charlie Brown vince lo stesso.
Siamo quasi in dirittura d’arrivo. Da domani mancheranno Pasqua e Primo Maggio e poi fino al prossimo autunno si potrà stare in pace: niente più festività comandate o istituzionali. Certo, ci sarebbe ancora il 25 aprile (se Renzi non lo abolirà nel frattempo), ma in ogni caso siamo in discesa e inoltre finiranno le feste di negozianti e gestori di ristoranti, pizzerie e locali.
L’8 marzo in questo non fa eccezione, anzi, fa da cerniera tra Carnevale e Pasqua. La mimosa tira la volata per le uova nelle vetrine.
No, non sono impazzito né mi esibisco in dichiarazioni di disprezzo, seppur possono sembra tali.
Rammentavo una cosa che avevo letto in Watchmen (che poi non so se l’hanno inventata lì dentro o era ripresa da altro, in ogni caso ho questo ricordo e lo riporto così): nella propria autobiografia, Hollis Mason alias il primo Gufo sosteneva che bisogna iniziare con una cosa triste per accattivarsi la simpatia del pubblico, prima di iniziare a raccontare.
Io allora ho pensato di iniziare con una cosa antipatica per vedere cosa succede e se il pubblico arriva sino alla fine.
Nei giorni passati parlavo con una persona di disuguaglianza di genere. Spiegavo perché innanzitutto è definita come tale e non come, invece, disuguaglianza di sesso. Perché genere ha un significato più ampio: innanzitutto, varia nel tempo e nello spazio, perché il ruolo attribuito al genere è indubbiamente diverso oggi rispetto al Medioevo e qui rispetto all’altro capo del Mondo. Genere inoltre comprende modelli sociali, comportamentali: va oltre la dimensione biologica, dove, è innegabile, sussiste la diversità tra uomo e donna.
Partendo da questa premessa, oggigiorno nel Mondo esistono disuguaglianze di genere (a sfavore delle donne), di differente tipo a seconda dei contesti ma esistono ovunque.
Uno dei problemi è cosa fare per dare potere alle donne. È un tema delicato, dove si creano molti equivoci intorno a esso. Qualcuno pensa che significhi togliere potere agli uomini e sostituirli con le donne.
Non è così. Dare potere non ha attinenza con il dominio, non è potere su ma potere di. Potere come possibilità di fare.
Oggi esistono molte situazioni in cui la donna non ha possibilità o ne ha in modo limitato.
Ecco, la persona con cui parlavo di ciò, una donna, mi diceva che la parità non la vuole. Tanto non esiste, non c’è e non si raggiungerà mai. Quindi non ha senso starne a parlare, l’uomo faccia l’uomo e la donna faccia la donna.
Non è la prima cui sento dire ciò. Qualcuno rimembrerà di quando avevo parlato di Collega Joker e delle sue teorie sui ruoli.
Credo ci sia sempre molta confusione anche quando si parla di ruoli. Qui non stiamo parlando dell’uomo che paga la cena o che apre la porta o che “deve fare l’uomo” (che poi dovrebbero anche darmi una definizione di cosa voglia dire “fare l’uomo”: ah perché, Gintoki, non lo sai? Stai inguaiato allora! Ma io sono un gatto, quindi io faccio il gatto), si tratta di discorsi di più ampio respiro e che di certo non mettono in discussione i ruoli, ma il valore e il peso specifico che viene dato a essi.
E che vanno al di là di una vetrina decorata. E a volte mi sembra strano o inusuale che proprio dalle donne vengano certi discorsi così negativi e mi chiedo cosa proprio non stia funzionando tra la gente.
La bellezza (o la bruttezza) di Fb è che ti fa scoprire cose sulle persone che conosci di cui non avevi alcun sentore o sospetto. Il che ti lascia con la domanda: ma davvero ho questi personaggi tra le mie cerchie?
Mi sono addentrato nel loro habitat naturale a rischio della mia incolumità per cercare di carpirne i segreti.
Il Dagospia – Il contestatore, il “Vergogna!”, quello che “Chissà cosa c’è dietro”, l’uomo del “Quanto hanno speso?”. Solitamente si interessa all’attualità, spaziando tra politica ed economia. A volte commenta la cronaca nera per dire la sua versione che non coinciderà ovviamente con quella degli inquirenti. Non definitelo giornalista mancato, perché odia i giornalisti. Quando è stanco utilizza la tecnica del “Show, don’t tell” e diventa contestatore silenzioso: non scrive alcun commento per le cose che pubblica ma si limita a condividere articoli, immagini, video scomodi o provocatori per dimostrare qualcosa. Romanziere.
Quello delle verità nascoste – L’unico scopo della sua presenza su Facebook è quello di rivelare a voi comuni mortali la presenza di basi militari segrete sotto le vostre cantine, esperimenti per creare ibridi uomo-Borghezio, tunnel sotterranei creati da un popolo mitico per evitare i caselli autostradali. La sua distribuzione di bufale supera quella di un caseificio di Agropoli, trovando anche consenso tra qualche suo contatto che condivide perché “non si sa mai, magari è vero”. Coincidenza? Io non credo.
Il buon pastore – Non passa giorno che non ricordi ai suoi contatti la grandezza di Dio, citando qualche passo del Vangelo o pubblicando immagini di Angeli e Gesù. Sostanzialmente innocuo, può diventare rancoroso e feroce in presenza di temi scottanti e molto sentiti. Può occasionalmente entrare in contrasto con Quello delle verità nascoste quando si ritrovano in territori di interesse comune: il Vaticano, la Bibbia, i miracoli e così via.
Il ninja – Non aggiorna il proprio profilo da quando si è iscritto, non pubblica nulla dal 2008. Qualcuno pensa che sia estinto, qualcun altro ha dimenticato anche di averlo tra gli amici. In realtà la sua caratteristica principale è quella di essere invisibile ma presente. Quando lo incontri per strada ti dirà cose del tipo “Ehi, ti ho visto in foto con quella tizia, quella che frequenta il corso di accordatura di violino ed è stata a Orgiate di Sopra, è la tua ragazza?” e tu cerchi di ricordare a cosa diavolo si stia riferendo e perché sappia più cose lui di te. Inquietante.
La Volina – Quella che passa le proprie giornate a condividere immagini artistiche di un uomo e una donna abbracciati/che si tengono per mano/che si baciano, magari nudi in penombra, con accanto scritte del tipo “L’amore vero è quello che bussa alla porta e ti prende e ti porta via e la vita è un mazzolino di speranze nell’angoscia della notte”. Il suo guru è Fabio Volo, del quale oltre a condividerne estratti dei libri comincia a imitare lo stile, scrivendo perle di saggezza del tipo “Se non hai emozioni non ti emozioni”, “Se non ami non stai amando”, “Se non hai chiuso il gas occhio che ti scoppia la casa”. Si consiglia di assumere Brunello Robertetti.
La bocciofila – Quella che cambia immagine del profilo due-tre volte al giorno, rigorosamente mettendo in primo piano le sue generose ghiandole mammarie. Il commento tipico alle sue foto (proveniente dal pubblico maschile) è “Come sei bella!”. I più originali tentano di sviare dall’oggetto delle loro attenzioni scrivendo “Che bel sorriso!” o “Che begli occhi!”. I più arditi si lanciano in un “Bellissima, sei un amore”. In realtà stanno pensando tutti a una cosa sola e non è la squadra del Fantacalcio da schierare domenica. Il nemico tipico di questa donna è Il Dagospia, che nella sua veste di moralizzatore e contestatore pubblico le farà notare con tono pungente l’uso e abuso delle bocce. Al che la nostra eroina reagirà rivendicando la libertà di una donna di esibire quanto le pare le proprie mammelle e aggiungendo che se uno si focalizza solo su quelle è evidente che sia un cosiddetto morto di f. e così via, perpetuando uno scontro che va avanti dai tempi di Adamo ed Eva (che mostrò le sue grazie al serpente tramite Whatsapp).
Il collezionista– Per lui Facebook dovrebbe chiamarsi Fuckbook, da bambino collezionava le figu, ora da adulto colleziona le fighe; l’elenco degli amici è in realtà un catalogo IKEA dove andare a pescare i pezzi più convenienti tra un vasto assortimento. Cacciatore instancabile, la sua tecnica si basa sulla quantità: più contatti uguale più possibilità. La sua preda preferita è La Volina, da lui ritenuta ingenua e desiderosa di attenzioni e perciò cedevole. Il suo nemico naturale è La donna cornuta, per questo motivo la specie del collezionista non gode di un’elevata longevità. Non è inusuale, infatti, che un esemplare finisca spesso pubblicamente sputtanato da un’amante tradita o raggirata. Ho visto account craccati dove donne furiose rivelavano tutte le trame di questo individuo. Ma come l’araba fenice, Il collezionista è in grado di risorgere dopo un periodo di oscurità sotto le spoglie di un altro account. Per ricominciare imperterrito.
Il PR – Appena dopo che l’hai aggiunto dovrai immediatamente bloccarlo, perché comincerà a inondarti di notifiche. Il PR si nutre di eventi, da lui organizzati o pubblicizzati da altri. La sua tecnica è la raffica di inviti. L’habitat naturale è costituito da un divano e un tavolino basso. Presente in migliaia di foto sempre con un sorriso a 64 denti come un politico in campagna elettorale, ha il suo alleato principale nella Fashion Victim che partecipa alle sopracitate serate, quella che non va in discoteca ma va “nel locale”, perché discoteca è un termine antico. La F. V. pubblica regolarmente reportage fotografici dei suoi fine settimana, passati sotto una decina di filtri Instagram che, aggiunti agli strati di trucco – pardon, di make up – del soggetto, le donano l’aspetto del clown del McDonald’s.
L’aquila – È responsabile dei maggiori traumi da craniate sul muro, perché quando vedi una persona che non è in grado di afferrare concetti elementari o di cogliere l’ironia, l’unica reazione possibile è una testata contro il cemento per dimenticare. Vive in simbiosi con Quello delle verità nascoste, come il pesce pilota per lo squalo o l’uccello-guardiano per il rinoceronte: per la sua boccalonaggine è infatti il primo a cibarsi delle baggianate del sopracitato individuo.
Ebenezer Scrooge – Quello che passa il tempo a contestare tutte le mode e le tendenze della rete, a denunciare futilità e consumismo delle feste comandate, a etichettare tutto come una fandonia, una bubbola. Ovviamente odia tutte le categorie presentate qui sopra.
E adesso provate a indovinare che tipologia sia io 😀
L’altro giorno ho letto un post di Ale22andro che consiglio di leggere: Se il curriculum dicesse la verità. Al che ho pensato di produrre anche io un curriculum il più brutalmente onesto possibile. Questo è ciò che ne è venuto fuori. Curriculum Vitae Nome: Gintoki Specie: Gatto domestico (Felis Silvestris Catus) Nato a: Napoli Quando: l’età sufficiente per ricordare il 2° scudetto del Napoli ma non il 1° Telefono: lasciami il tuo e se sei una donna e ti richiamo Automunito: quando non serve ai miei Patente: B in zona retrocessione Disponibile a trasferte: no perché sono contro la Tessera del Tifoso Disponibile al trasferimento: sì ma solo a parametro zero
Istruzione e Formazione Università degli Studi di Napoli Federico II (sono recidivo e poi era comoda) Laurea magistralein: Scemenze Politiche II – Il ritorno Tesi in: Politiche Strategiche di Economia Europea applicate al Tasso di Cambio Lira/Euro che poi i Commercianti ci hanno Marciato sopra Fissando i Prezzi 1000 lire = 1 euro Titolo:Potrei recitarvi le formazioni di Ungheria – Germania finale dei Mondiali del ’54 e manco ve ne accorgereste Voto: 110 con calcio nel deretano accademico
Università degli Studi di Napoli Federico II Laurea Triennale in: Scemenze Politiche, Indirizzo Studi In…utili Tesi in: Storia delle Relazioni Complicate tra Uomo e Donna da quando è stato inventato il Cavallo Titolo:Ma davvero vi interessa ‘sta roba che se l’è dimenticata pure quello che ha scritto il libro dal quale ho attinto?
Liceo Classico intitolato a uno scrittore misconosciuto Diploma di Immaturità
Esperienze professionali 2012-2013 Azienda: Dammi i soldi & Ti rovino Inc. …ulata Ruolo: Junior Usurer and Extortionist Potrei dire di aver messo in luce ottime doti di team working e problem solving, se ne avessi capito bene il significato. Sono sempre stato il primo ad arrivare sul luogo di lavoro e l’ultimo ad andarmene, perché purtroppo essendo soggetto agli orari dei treni questi ultimi partivano sempre o troppo presto o troppo tardi.
2011-2012 Azienda: Un uomo con i piedi nel forno acceso e la testa nel congelatore statisticamente ha una temperatura media S.p.A. Ruolo: Addetto a farsi i cazzi altrui Tra i miei compiti rientrava quello di inserire i dati mancanti usando la fantasia, attività in cui mi sono distinto per proattività, proditorietà e protervia. Ho ricevuto attestati di stima per la mia discrezione e riservatezza.Quindi con quelle voci che ho messo in giro sparlando delle persone che ho incontrato, non c’entro.
2004-2010 Giornalista. La mia attività si svolgeva prendendo notizie da internet e riscrivendole cambiando le parole per renderle originali. E quando non le trovavo anche qui bastava usare la fantasia.
Lingue Napoletano: madrelingua. Buona conoscenza delle radici etimologiche di termini offensivi quali ad esempio Chiattillo, Vajassa, Zandraglia Italiano: buono. So dire parole come otorinolaringoiatra senza incespicare Inglese: oh son stato a Londra per ben due settimane Spagnolo: oh son stato a Barcellona per ben due settimane Francese: conosco i nomi dei vini e come ordinarne un bicchiere Tedesco: conosco i nomi delle birre Giapponese: sufficiente per provarci con una giapponese ma non abbastanza per non andare in bianco
Conoscenze informatiche So usare Word. Excel lo utilizzo per la squadra del Fantacalcio. Una volta avevo imparato a usare Access, poi l’ho dimenticato. Ottima conoscenza di software tecnico-gestionali quali Emule, µTorrent e JDownloader per scaricare utilizzando contemporaneamente ed2k, torrent e link diretti. Utilizzo la Posta Elettronica, il più delle volte per cancellare lo spam o newsletter inutili.
Competenze relazionali e comunicative In possesso di grandi doti nelle relazioni pubbliche, mi si nota di più quando non ci sono. Sono in grado di parlare di cose che non conosco ma per un periodo di tempo limitato. Ottima capacità di fingere interesse anche quando ascolto discorsi di cui non mi frega una mazza.
Competenze organizzative e gestionali Una volta mi sono occupato di raccogliere i soldi per un regalo di laurea. Ci siamo ridotti all’ultimo giorno ma alla fine il tizio ha avuto il regalo. Per il resto preferisco sempre delegare l’organizzazione di feste, regali, serate ecc. ad altri: ottime doti di team leading nella supervisione di compiti ingrati da sbolognare a terzi.
Hobby e Interessi extraprofessionali Mi sono dedicato all’onanismo, disciplina nella quale ho ottenuto soddisfacenti risultati. Pratico la corsa, in particolare quella per raggiungere il treno. Ho giocato per anni a calcetto a livello amatoriale, cimentandomi nel tempo in vari ruoli. Attaccante. Difensore. Portiere. Spettatore. Appassionato di letteratura, cinema, musica a 180° perché mi interesso di tutto senza pregiudizi ma solo a metà.
Autorizzo il trattamento dei miei dati personali purché non mi mandiate le offerte di abbonamenti Sky
Isolamento chimico – Recenti studi hanno messo in evidenza la capacità della donna di non restare a lungo isolata senza stabilire legami chimici con individui del sesso opposto. Tale comportamento potrebbe apparire scontato, data la naturale tendenza della molecola D di attrarre la molecola U: in realtà, la natura elettrostatica femminile è a condizione variabile e, quindi, in grado di attrarre e respingere corpi a piacimento e in qualsiasi momento.
Sembra che la donna, mantenendosi isolata a lungo, tema di entrare in uno stadio di decadimento e, quindi, si attivi per ovviare a ciò.
In un uomo tale processo è più ben marcato: una particella M priva di un legame, infatti, decadrà trasformandosi in un “Busone di Higgs”, come verrà simpaticamente etichettato dai suoi compari.
Lo spazio/tempo – Dalla premessa chimica iniziale ne discende che, oggigiorno, riuscire a stabilire un legame con una donna significa intercettare il suo moto nello spazio in quell’arco di tempo in cui non è impegnata e non ha già cominciato a vedere un altro.
Secondo gli scienziati, però, questo non è sufficiente: detto T tale arco di tempo, al suo interno consideriamo T1-1 il tempo durante il quale la donna penserà ancora al suo ex; chiamiamo T1+1 il tempo in cui invece sta già pensando al suo prossimo obiettivo. Esisterà una e una sola breve finestra temporale T1 compresa tra T1-1 e T1+1 in cui questa donna sarà realmente intercettabile. Le difficoltà nell’incrociare una donna in questa finestra derivano dal principio di indeterminazione di Heisenberg, secondo il quale non siamo in grado di determinare stato e moto del pensiero femminile contemporaneamente. Ricercatori dell’Università della Pene-sylvania hanno messo in luce le scarse probabilità che possa essere tu l’elemento M all’interno di T1+1 e che in base a una Legge di Murphy il tuo momento capiterà sempre troppo presto o troppo tardi.
La teoria quantistica – Alcuni studiosi contestano la teoria della finestra spazio-temporale, proponendo un approccio basato sulla meccanica quantistica proprio in virtù dell’indeterminatezza sopra descritta. In base a ciò, la donna a prescindere sarebbe contemporaneamente libera/impegnata/turbata/interessata/etc e non siamo in grado di stabilirne all’esterno uno stato senza intervenire con un’osservazione diretta, con la conseguenza di modificare il sistema (paradosso del gatto di Schrödinger).
Detto in termini semplici, nel momento in cui ti ci avvicini una donna libera per te diverrà impegnata.
Ricordo quando mi persi a Barcelona. Che poi non è che mi persi in modo vero e proprio, ero vicino l’ostello ma, semplicemente, non riconoscevo più le direzioni Nord-Sud-Est e Ovest, complice il buio della sera. Il quartiere dell’Eixample è disegnato su carta millimetrata, ziumm ziumm, giù di righello e penna e ti ritrovi strade dritte che s’intersecano ad angoli di 90° gradi.
Nel tragitto incrociai due ragazze.
Attraversano la strada, poi si fermano, una ha le lacrime agli occhi. Si baciano per qualche secondo interminabile, poi si staccano. Non so cosa sia successo dopo, non mi fermai di certo a farmi i fatti altrui.
Continuai a passeggiare, fantasticando molto su quel bacio. No – ehi – fermi tutti, non è quello che pensate, niente pensieri osceni. Ho provato a immaginare cosa significasse. Si stavano lasciando ed era un bacio di addio? Perché baciarsi, allora, tra l’altro in modo appassionato? Forse si amavano ma qualcosa impediva loro di stare insieme? Una delle due era in partenza? Chissà. Un po’ mi si strinse il cuore, mi succede sempre quando vedo piangere.
Ho sempre provato una sorta di gelosia per l’amore lesbico. Non è invidia sessuale, mi tengo stretto ciò che la natura mi ha dato. Non troppo stretto che poi si diventa ciechi. Ah ah. Scusate.
È che credo che due ragazze raggiungano uno stato di intesa e complicità mentale che non vedo possibile tra uomo e donna. Almeno per ciò che ho carpito dall’esterno.
O, probabilmente, io non sono in grado di raggiungere tale condizione. Nelle mie relazioni, di qualunque tipo siano, mi ritrovo sempre suddiviso in compartimenti stagni da sbocconcellare con parsimonia agli altri. Ogni accesso a una stanza successiva è subordinato a controlli e burocrazia che neanche il Castello di Kafka. All’inizio era una forma di protezione, poi, col tempo, mi è venuto naturale, tanto che ora il me stesso più profondo è confinato in un labirinto del quale neanche io trovo l’uscita.
Come se mi fossi perso in una città sconosciuta e non riconoscessi più la strada.
Tra le peggiori frasi che le donne possono dire agli uomini, c’è la tanto nota e gettonata “sei un amico”, declinata nelle sue varie forme e varianti, da “sei solo un amico” (mortificante anche per l’amicizia, con quel “solo” che pare ridurla a una cosa di basso valore), a “ti vedo come un amico” e così via.
La traduzione è sempre la medesima: non ti vedo come un potenziale partner, declinabile anche questa in varie forme, da quella più scientifica “non crei in me la necessaria tensione sessuale” alla meno elegante “per te le mie gambe resteran chiuse”, che descrivono la medesima cosa.
La domanda è: perché l’amico? Ogni giorno, nel mondo, viene sfornato da una donna qualche nuovo “amico”, ma con quale necessità?
Tralasciamo l’eterno discorso sull’esistenza o meno dell’amicizia tra uomo e donna, il punto è un altro: che reale bisogno c’è di creare un amico? Esiste il conoscente, esiste il partner, punto, in mezzo le due categorie perché infilarci l’amico (dandogli, tra l’altro, meno valore del partner, mentre dovrebbe essere il contrario, l’amicizia richiede una profondità tale da dover essere al di sopra di tutto)?
L’equivoco di fondo che esiste nel mondo femminile è che possa trattarsi di una formula di cortesia per non ferire i sentimenti altrui: ma considerando che è palese a tutti che sia un trattamento degradante (si viene privati della propria identità maschile e trasformati in un essere asessuato), oltre che una presa per i fondelli (son pochi i casi in cui realmente la fanciulla sia interessata ad un’amicizia), sarebbe opportuno dire alle donne di smettere di partorire amici, optando per una sana e più cruda verità.
Ma cosa c'è dentro un libro? Di solito ci sono delle parole che, se fossero messe tutte in fila su una riga sola, questa riga sarebbe lunga chilometri e per leggerla bisognerebbe camminare molto. (Bruno Munari)
Come quelle coperte, formate da tante pezze colorate, cucite insieme tra loro.
Tessuti diversi, di colore e materiale eterogeneo, uniti in un unico risultato finale: la coperta.
Così il mio blog, fatto di tanti aspetti della vita quotidiana, sempre la mia.