Non è che la soap opera preferita dai gestori di carte di credito sia “Un POS al Sole”

Sta per concludersi il mio mese come sostituto gestore di B&b; avevo già raccontato che avrei dato una mano a una mia amica partita per un mese, la quale ha ben pensato di farmi però trovare chiuso a chiave il suo armadio dell’intimo nella sua stanza! Che malfidente!

Devo dire che questa che ho svolto si è rivelata un’attività interessante e divertente e che mi ha fatto venire a contatto con tipologie diverse di viaggiatori:

– In una città con migliaia di bar, dove ne hai uno in mente per qualsiasi esigenza (miglior caffè, miglior caffè alla nocciola, migliore sfogliatella eccetera), c’è quello che vuole a tutti i costi sapere dove si trova quel bar che fa le graffe non tonde ma a forma di pretzel, che tu è la prima volta che senti nominare. Sembra che l’unico scopo della vacanza per questo tipo di turisti sia andare in un posto preciso, non gli interessa altro.

– Ci sono quelli invece cui non frega niente delle informazioni, molli loro le chiavi e via; e poi ci sono quelli che invece ti ascoltano ma hanno l’aria di non capire niente e sono troppo timidi per dirlo. Come mi è accaduto con un turista anglo-cinese, che quando gli spiegavo la mappa annuiva con lo sguardo perso come un comune mortale cui stanno spiegando la formula dell’Azione di Poljakov nella Teoria delle Stringhe. Dubito che fosse colpa del mio inglese, quando parlavamo normalmente o gli mostravo la stanza invece mi capiva.

– Alcuni dovrebbero prendere dei rudimenti di orientamento – magari con tanto di regolare certificazione di conseguimento – prima di mettersi in viaggio. Una signora giusto oggi:

  • G: Allora, dando le spalle al portone d’ingresso, gira a sinistra…
  • S: Aspetta, io esco fuori e dove mi metto?
  • G: Dai le spalle al portone
  • S: Così (mima)? E poi?
  • G: Vai verso sinistra
  • S: La mia sinistra, giusto?

– La giovane coppia dove lei si lamenta di qualsiasi cosa faccia o non faccia lui non manca mai.

– Anche se sulla prenotazione c’è ben scritto che il pagamento avviene in sede solo per contanti, un buon 70% dei viaggiatori ti mollerà la carta sul tavolo per pagare col POS.

– Una comitiva di francesi ha lasciato il secchio del vetro pieno solo di bottiglie di Ichnusa. L’avranno presa perché gli piace o perché è quella che costava meno al Carrefour all’angolo?

– I turisti stranieri sono meno pudici di noialtri: la stessa comitiva di francesi è arrivata prima dell’orario previsto, quando le camere non erano pronte: un paio di loro si sono cambiati la maglia mettendosi a torso nudo in cucina. La stessa cosa mi è capitata con due slovene: mostro loro la camera, chiedo un documento, vado a far la fotocopia, torno e trovo una che si stava comodamente per spogliare con la porta aperta.

E tutto ciò domenica finirà e tutti questi momenti andranno perduti, come bottiglie di Ichnusa nel contenitore del vetro: chissà quali altre realtà avrei potuto conoscere! Addio sogni di gloria!

E come disse il notaio “Rogito, ergo sum”

Forse ho dei problemi col mio tetto romano.

Coinquilino è fratello di Padrona di Casa (d’ora in poi indicata come PdC), che non ho mai avuto modo di incontrare dal mio ingresso tra le quattro mura.

Quando visionai l’appartamento (febbraio scorso), chiesi a Futuro Coinquilino come avremmo agito per i pagamenti (tradotto: li consegno brevi manu o avremo un contratto?) e lui disse avremmo firmato un contratto. Io all’epoca dissi che avevo bisogno della stanza per 12 mesi.

Dopo essere entrato in casa ho fatto poi presente che non avrei più potuto garantire 12 mesi di permanenza perché c’era possibilità, come mi spiegò la mia tutor (quella che manda foto la domenica sera) che entro la fine dell’anno sarei dovuto partire. Spiegai la situazione e chiesi espressamente di indicare sul contratto 9 mesi di durata (è un contratto transitorio, quindi può essere più breve di un anno).

Quando Coinquilino mi inviò la bozza di contratto vidi che erano stati inseriti 12 mesi. Feci presente la cosa, lui mi rispose che allora potevamo procedere in due modi:

– io avrei firmato ma avrei potuto sempre avvalermi del recesso anticipato (con 3 mesi di preavviso), in ogni caso;
– potevamo oppure procedere con la modifica del contratto.

Optai per la seconda opzione. Se è vero che a oggi ho meno di un mese per pensare di che morte eventuale morire (si veda il post precedente), è anche vero che sicurezze ne avrò molto più in là e il contratto per partire verrà firmato solo poche settimane prima della partenza.

Il 30 marzo mi scrisse via mail per chiedermi se fossi stato in casa il giorno dopo, perché il contratto – che nel frattempo non era stato modificato – deve ormai essere firmato (un contratto di locazione dev’essere registrato entro 30 giorni dalla sua data di decorrenza, che era stata stabilita al 1° di marzo), in quanto a detta sua “la ricerca di una soluzione che venisse incontro a entrambe le parti ha già comportato una ricerca e un impegno che deve essere ora concretizzato“.

What?

Ne parliamo di persona, gli espongo le mie perplessità e gli dico che intanto avrei pagato l’affitto di marzo. Poi chiedo la cortesia di stendere un nuovo contratto che decorresse da aprile. Lui risponde che andava bene e che mi avrebbe fatto parlare direttamente con PdC.

L’avvocato scomparso – Al telefono PdC insiste sulla possibilità da parte mia di avvalermi comunque di un recesso anticipato. Aggiunge che al momento non poteva modificare il contratto perché l’avvocato che ha provveduto a stenderlo, un loro amico di famiglia, l’ha fatto a titolo di favore e ora non era reperibile.

Io spiego che forse non potrei rispettare 3 mesi d’anticipo per comunicare  il recesso. Forse uno, uno e mezzo, non più. Per questo sarebbe più utile ridurre la durata del contratto. Concludiamo con lei che mi dice che ne avrebbe discusso con Marito e mi avrebbe fornito aggiornamenti.

Due giorni dopo, ricevo un sms in cui mi dice di non avere notizie da darmi.

Trascorrono due settimane, la contatto per
a) chiederle dei summenzionati aggiornamenti;
b) pagare il mese di marzo (che in tutto questo non mi avevano ancora dato modo di versare) e anche quello di aprile. Mi rendo conto di contribuire a frodare il fisco, ma non sono abituato a vivere in case altrui gratis.
Mi risponde comunicandomi gli estremi per il pagamento, ma ribadendo anche di non avere ancora novità.

Oggi pomeriggio ricevo una mail da parte di PdC (che non mi aveva più scritto se non per ringraziarmi del versamento), che mi dice
il protrarsi dell’attesa (ma l’attesa di cosa?) mi porta ad invitare Lei ad una verifica della fattibilita’ contrattuale rispetto alle nuove necessita’ […] La nostra esigenza e’ solo quella di procedere nel totale rispetto delle normative vigenti

Le ho scritto chiedendole di parlare di persona.

Intanto mi esercito per imitare questa espressione da assumere durante l’eventuale incontro: