Non è che i complimenti costino molto perché sono degli “apprezzamenti”

La mia CR, oltre che fonte di racconti sulla sua vita privata (ovviamente in questi giorni ci sono stati aggiornamenti), ispira anche delle riflessioni.

Oggi si parlava di complimenti.
Ho confessato di non essere molto avvezzo a elargirli e lei, scherzando, mi ha detto “Ah, sei un po’ orso eh”.

Il che è vero, anche se non capisco perché si debba usare un orso come metafora. Insomma, anche una scolopendra non credo sia tanto affabile eppure nessuno dice “Sei proprio una scolopendra!”.

La mia scarsa abitudine agli elogi divenne proverbiale al liceo.
Ricordo che, una volta, espressi un commento positivo sulla nuova tinta di capelli di una compagna di classe e lei a quel punto esclamò “Ooh! Fermi tutti! Gintoki ha fatto un complimento!”.

Va bene il mio essere una scolopendra, ma mi parve eccessiva la reazione. Oltretutto, non era neanche una gran tinta: sembrava che si fosse lavata nel concentrato di pomodoro.
O forse sto solo denigrando reagendo a posteriori al suo scherno (tra l’altro doveva essere uno scherno LCD, perché lo trovai alquanto piatto e freddo).

Il mio problema con i complimenti è che sembra che realmente mi costino molto perché non so come formularli. Quando mi cimento in un apprezzamento sono sempre sconnesso, impacciato e alla fine contorto, col risultato che ciò che doveva essere un complimento lascia interdetto il destinatario.

Il fatto è che odio le frasi banali, che sanno di retorico o di tantoper.

Mi chiedo sempre, inoltre, con riferimento alle donne, la credibilità che possa assumere un commento nei loro confronti, disinteressato, su materie su cui sono del tutto ignorante.

Il vestiario, ad esempio. Per me un jeans è bello o brutto e basta. E spesso confondo i due aggettivi perché non me ne intendo di abbigliamento. Indosso camicie a quadri, quindi di cosa stiamo parlando?

Insomma, va come va per i colori: laddove per un uomo esiste il rosso, il blu e il giallo, per una donna dall’occhio esperto esisterà il rosso cremisi, il rosso carminio, il rosso pompeiano e via dicendo.


DIDASCALIA STORICO-CROMATICA
Tra parentesi, il rosso pompeiano nemmeno esiste. È stato il Vesuvio a creare una simile variante cromatica.


DIDASCALIA FELINO-CROMATICA
È come la storia della pantera nera: non esiste e basta.
Chiariamo: Pantera è il sostantivo che identifica tutto il genere di grandi felini. La specie è quella che poi varia: Pantera Leo (leone), Pantera tigris (tigre), Pantera Pardus (leopardo) e così via. Non esiste la singola specie “Pantera Nera”: è soltanto un leopardo o un giaguaro nato nero. È come la tigre bianca: nessuno dirà “Pantera bianca”, è una tigre e basta con una variante cromatica. Quindi la definizione più corretta sarebbe quella di “Leopardo/Giaguaro melanico”.

Ecco, con i complimenti sull’abbigliamento funziona allo stesso modo: sono uno che dice “Che bella pantera nera”, confondendo quindi stili, tagli e dress codes.


Per la cronaca, io sono invece di genere Felis. Sono cugino dei Panteri, veniamo dalla stessa famiglia, ma non parlo molto coi parenti e quindi a Natale sto per i gatti miei.


Delle volte ho timore che il complimento sia fraintendibile.

Ad esempio “Mi piaci con questi jeans” potrebbe essere inteso come “Toglitelo un attimo che vorrei guardarlo da vicino…sì ecco proprio così, uh interessante la tua biancheria, fammi vedere da vicino pure quella…sì ecco scusa stenditi un attimo che vorrei parlarti…no no tranquilla i tuoi vestiti stanno lì da parte, non vorrei che capi così belli si sporcassero, anzi facciamo così, ci metto pure i miei così i tuoi non si sentono soli, che ne dici?…Uh che freddo all’improvviso, fammi stendere un po’ di fianco a te…No forse sopra si sta più caldi, che dici?


In certi casi in realtà avviene così.


Che il pensiero sia quello, intendo. Che poi ci si tolga i jeans è un altro discorso.


Che poi nel momento in cui si tolgono ci si rende conto che alla fine non era quindi vero che “Mi piaci con questi jeans”, perché sennò glieli avresti fatti tenere. Ma a quel punto saresti giusto un attimo feticista. Quindi se ti piace di più senza, sei stato invece uno sporco bugiardo con quel complimento. E torniamo al punto di partenza.


In realtà il modo migliore di fare un complimento è essere spontanei: nel momento in cui ci si riflette su è come se l’apprezzamento perdesse fragranza. Come dei biscotti la cui scatola non è stata richiusa bene.

Se invece è immediato, anche un semplice “mi piace” non è banale.
Con o senza jeans.

57 Pensieri su &Idquo;Non è che i complimenti costino molto perché sono degli “apprezzamenti”

  1. Ti capisco, anche io non sono molto generosa nei complimenti e sono anche orsa, me lo dicono in tanti, e non perché sia particolarmente pelosa 😂😂
    Comunque se ho ben capito le tue origini sei un indigeno della tua zona anomalo, o è solo un luogo comune..?
    CR non sta per Cristiano Ronaldo? 😂😂😂

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  2. Mia amata scolopendra,

    noto che i tuoi scritti da quando sei in terra straniera, assumo ogni giorno di più, una visione onirica a livello di film surreale anni settanta (ora non far il puntiglioso e non chiedermi l’oniricità di certi film).

    Sappi che mi sto preoccupando da una parte, o meglio è una delle mie personalità (quella più seria e razionale) che pensa che tu stia impazzendo del tutto, mentre un paio delle altre mie personalità si sciolgono e si innamorano di te (con in jeans addosso) nel leggerti.

    PS: la maggior parte delle mie personalità invece al momento ti legge e dicono: “Vediamo questo dove arriva”, “Passami il pop corn per favore”, “No, non so che puntata è”, “Hai notato ci son sempre delle orientali di mezzo”, “Secondo te quante personalità ha lui?”

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  3. alla “scolopendra”… son stata male… molto male…( mani in alto e dita che vanno su e giù, per non svenire dallo schifo)… essere un orso è una cosa, essere scolopendra… non si può sentire è un’immagine orrenda…

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  4. Mi sento ignorante fin nel midollo ma questa delle pantere non la sapevo…non si finisce mai di imparare!

    Comunque io sono l’opposto di te, non riesco ad incassarli i complimenti. Che detta così sembra che mi prendono a pugni… In ogni caso quando una persona mi fa un complimento, che sia per il mio aspetto, per come sono vestita, per un dolce fatto da me o per come scrivo, io rispondo “Nah, non è vero!” oppure mi metto a sottolineare tutti i difetti che magari l’interlocutore non ha notato visto che mi ha fatto il complimento.

    Si, sono complicata.

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  5. E’ difficilissimo ricevere i complimenti! Ma è anche difficilissimo farli. Forse chi riesce poco nella prima cosa riesce poco anche nella seconda. Perché la banalità incombe non solo nel complimento ma anche nella risposta al complimento. A me “grazie” sembra sempre troppo poco e mi spremo le meningi alla ricerca di un pensiero di originale gratitudine che regolarmente non trovo. Comunque, detto questo, complimenti (ehm) perché tra il post e i commenti non so cosa sia più divertente e mi viene da dire delizioso. La giornata è abbastanza spessa anche per me per cui deducine che apprezzo davvero. Che tu sia orso o scolopendra, nessuno dei due è noto per le abilità nell’alleggerire una giornata quindi in entrambi i casi sei anomalo (e anche questo lo intendo come complimento) 😀

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Si accettano miagolii

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