Agosto è per me il mese peggiore che esista. È il mese in cui penso a cento cose da fare da settembre in poi, cose che puntualmente o non farò o se ne farò una sola sarà già tanto. La gente fa buoni propositi a gennaio, per me invece l’anno comincia adesso.
Una delle idee che mi frulla nella mia pelosa testa felina in questo periodo, tra le tante, è quella di cercarmi un altro lavoro a partire dal mese prossimo.
Tanto il 24 dicembre, come regalo di Natale, comunque scado. Ormai mi sono assuefatto a questa immagine, quella di essere uno yogurt ambulante a bassa conservazione. Certo, in azienda potrebbero anche fare il grande sforzo di confermarmi, se mai me lo sarò meritato. Il fatto che in ufficio ci siano molti “vecchi” lascia ben sperare che non ci sia un riciclo continuo di risorse.
La domanda è: voglio continuare a fare ciò che faccio?
La mia risposta è no. Per me questo posto non rappresenta un punto di arrivo. Continuare giorno per giorno facendo le stesse cose sempre uguali come una macchina non riesce a stimolarmi.
Al colloquio a tal proposito mentii.
La prima regola di un colloquio di lavoro è quella di essere sinceri.
La seconda, è quella di saper mentire.
Mi chiesero se per me fosse importante la crescita. Io risposi di sì, allora provarono a mettermi all’angolo chiedendomi:
“E se non ci fossero prospettive di crescita lei non avrebbe stimoli?”
Io allora risposi che, in ogni caso, per me lo stimolo più importante è fare esperienza, imparare e bla bla perché anche quella è crescita, anche se a livello formativo e non gerarchico. Musica per le orecchie di un datore di lavoro, perché la terza regola di un colloquio è quella di non parlare mai di voler guadagnare denaro, poco importa che non è perché vorresti tuffartici dentro come un pesce baleno e scavarci gallerie come una talpa (cit. Paperon de’ Paperoni) ma semplicemente perché vuoi poterti mantenere. I soldi sono una cosa brutta, si lavora per la gloria. L’hanno imparato bene tutti quelli che vorrebbero pagarti in visibilità per scrivere articoli e racconti. Dove si conserva la visibilità? Entra nel portafoglio? Che unità di misura ha? È divisibile? Cioè, a una cassiera al supermercato posso dare 3 scampoli di visibilità e un quarto? A una ragazza posso dire “Vieni a casa mia ad ammirare la mia grande visibilità” senza suonare osceno e/o sfacciato?

“Vieni con me e ti mostrerò come sono visibile”
Comunque, dopo questo discorsetto che feci ai due selezionatori (una dei due era quella che ha youporn nella cronologia del notebook), per mettermi in difficoltà mi dissero:
“Ah, quindi lei una volta fatta esperienza o imparato ciò che c’era da imparare, non sente più obiettivi o stimoli?”
Io, col carisma di un venditore di materassi e il tono suadente di George Clooney che dice “Immagina. Puoi” non mi sono scomposto e ho replicato:
“Per me non c’è stimolo più importante di un lavoro ben fatto. È ciò che mi motiva ogni giorno, sapere che c’è un compito da svolgere e un obiettivo da portare a termine”.
Queste è una delle rare occasioni in cui mi riesce di sfoderare una faccia di bronzo di Riace. Roba che son stato lì lì per ricevere un Oscar ma poi ho detto no perché DiCaprio si sarebbe veramente suicidato alla notizia.
Fatto sta che invece ho mentito. Per me è importante invece che ci sia sempre qualcosa di nuovo da fare, di dinamico, di stimolante, per l’appunto. La noia è mia nemica, quando mi tedio comincio a dire e fare cose strane. Nel precedente lavoro son diventato famoso come quello che girava con Dostoevskij nella borsa come una bibbia e che ai clienti citava Schopenahauer. In quest’altra esperienza, pur essendomi ripromesso di adottare un basso profilo, già mi son fatto notare per alcune piccole stravaganze.
Certo, coi tempi che corrono un’azienda che decida di tenerti (ammesso e non concesso che lo faccia, sto ragionando sull’ipotetico) sarebbe una benedizione. Ma la mia conclusione è che se mai troverò qualcosa di meglio (pffff! mi vien da ridere mentre lo scrivo) non ci penserò su tanto per andarmene. E, nella peggiore delle ipotesi cioè che a gennaio mi ritroverò a spasso, almeno mi sarò approntato un paracadute d’emergenza. Altrimenti, pazienza, resterò dove sono.
Eppure non vorrei arrendermi a stare in due dimensioni su un foglio di carta, come il quadrato di Flatlandia. Vorrei esplorarne di nuove.
A chi va via o è in procinto di, dico sempre Fuggi! Tu che puoi. Con buona pace per la fuga di cervelli. Eh sì è una bella piaga, ma sono una piaga pure le teste di cazzo che restano qui (citazione liberamente reinventata).
Spero che la mia testa di cazzo non mi porti a schiantarmi contro il Purgatorio, un giorno.
Riassumendo i precetti d’oro per il lavoro:
1) sincerità
2) bugie
3) non parlar di denaro.
Togliete il “non” alla terza regola e funziona anche con le donne (oh ciuelo! Come sono simpatico. Promemoria: diventare più simpatico a settembre).
NESSUN LEONARDO DICAPRIO È STATO MALTRATTATO PER LA STESURA DI QUESTO POST
Ma se un vero para..fulmine. colloquio di lavoro impeccabile, non c’è che dire. Pure a me la noia mi devasta e pure io tendo a tenere un basso profilo, ma poi mi accorgo di lavorare in un ambiente di cosí basso profilo che devo scavare. L’altro giorno una collega mi vede con un libro di un centinaio di pagine uscito contro la mia volontà dalla borsa (fingere di non saper leggere garantisce basso profilo). Mi chiede come sia il libro e alla mia risposta perplessa mi liquida con un “per forza, è così piccolo”
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Ma faceva il simpatico o era proprio serio?
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Serissima (donna è).
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uh, avevo letto “un”, pardon!”
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Temo che il genere non cambi la sostanza
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4a regola, se sei donna: non dire che hai figli. Ahimè.
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E pure questa vale sia sul lavoro che per gli uomini
Seriamente parlando: immagino sia ancora in voga il non dover parlare a un colloquio di voler fare una famiglia
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Voler fare, o avere. E io un po’ lo facevo apposta, alla fine di colloqui andati benissimo dicevo “Devo sapere con un paio di giorni di anticipo per avvisare il nido, ho una figlia”. Le facce e gli atteggiamenti cambiavano radicalmente.
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Me li immagino vedersi scorrere tutta la loro vita davanti: “oh no! What have we done!”
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il casino è che in alcuni casi non puoi dire nemmeno che non ne hai, sennò col piffero che ti assumono (= “questa vuole il contratto per farsi mettere incinta e stare a casa pagata da noi”)
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Infatti non si capisce bene cosa vogliano sentirsi dire. Se dice che non pensa alla famiglia la guardano magari male, se dice che ci pensa, la guardano male lo stesso.
Succede anche, con le dovute proporzioni, agli uomini. Perché poi se dici che ci pensi cominciano a fare domande del tipo: e se sua moglie dovesse trasferirsi a 1000 km di distanza, cosa farà lei?
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Intorno ai 30 qualsiasi cosa tu dica, se sei donna, non va bene.
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C’è chi, ancora oggi, durante i colloqui chiede se hai intenzione di avere una famiglia nel breve arco di…adesso.
” Perché sa signorina, lei è in età fertile, ha fatto parecchie esperienze lavorative, anche all’estero vedo. Ahhh e quando ha trovato il tempo di prendere una laurea? Beh sa, tutte queste qualifiche sono un pò troppo per questo posto, potrebbe avere di meglio. Arrivederci e grazie per l’interessamento”.
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“lei è in età fertile” è una frase orribile. È una donna, non una giovenca
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Come ti capisco, caro Gin! Ho qualche anno più di te e conosco alla perfezione la noia della routine lavorativa! I miei amici mi prendono in giro per quanti lavori ho cambiato e per la mia facilità di reinventarmi. Dopo un po’ che rimango nello stesso posto, mi chiedono: “ancora non ti sei stufata?”. Ad ora, sto aspettando settembre anch’io!!!!
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Che poi a dirla tutta in molti casi si è proprio costretti a cambiare diversi lavori. Se vivi di contrattini a scadenza usa e getta o fai la fame o ti adatti a ciò che trovi
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Beh, in effetti chiedono una flessibilità che non è ricompensata in nessun modo! Poi, più passa il tempo, meno si è disposti a scendere a compromessi, e questo non aiuta!
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ma siamo proprio sicuri per Di Caprio? aveva degli occhi! 😉
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Che lavoro stai svolgendo? scusa se sono impertinente!!!!! posso dirti che mi hanno proposto di fare la commessa o lavorare al call center in outbound e mi sono rifiutata. per cinque anni ho fatto la venditrice e vorrei una svolta nella mia vita. il problema sta nel fatto che pur avendo un sogno da raggiungere, purtroppo non ci sono prospettive… promettono concorsi, pensionamenti e siamo allo sbando solo noi giovani…
che poi io potrei prendere una aereo e andare in Canada. Mi aspettano dei cugini con un posto di lavoro sicuro. Tutto sta nel trovare 1000 euro di biglietto di sola andata!!!! Ma non so cosa mi trattenga qui. forse il fatto che la vita un pò mi piace…. non so…. cmq complimenti per il coraggio!
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FUGGI!!!!! TU CHE PUOI
Coraggio? Beh per ora non ho ancora fatto nulla, sulla carta è tutto facile 😀
Cosa faccio? Boh, in breve, diciamo inserimento dati. Tutto il giorno ticchiti ticchiti sulla tastiera
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non è male come lavoro… che fuggo a fare se c’ho il moroso qui???? lo lascio dopo aver faticato tanto ad averlo????
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portatelo dietro!!
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non credo gli piaccia… o meglio….. non può farlo!
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E comunque secondo me se cerchi bene più volte te la cavi con la metà di 1000 euro 😉
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ho capito…. ma c’è qualcosa che mi tiene qui in Italia… In canada, credimi, sono tutti brutti!
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E così anche tu, come molti miei amici mi stanno dicendo di fare, mi hai appoggiato la mano sulla schiena e mi hai dato l’ennesima spinta. “Vai, coglione! Che stai qui a fare che non hai nulla da fare in questi luoghi!”
Non proprio con queste parole, ma ho un filtro tutto mio che rielabora tutto ciò che mi viene detto. Beh, di fondo ci siamo, però.
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No no che spinta sulla schiena, io adotto la tecnica afferrare per le spalle e scuotere, tipo la scena de L’aereo più pazzo del mondo: Si calmi! Si calmi!
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Ahahah, chiaro e limpido. Troppe coincidenze, è il caso di darmi una ripigliata. Grazie e, come sempre, ottimo post!
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Primum vivere, deinde filosofare! E te lo dice uno laureato in filosofia. Certo la noia è una brutta bestia, come anche l’avere troppo lavoro. Ma nessuna delle due è così brutta come l’essere disoccupati. Un po’ come lamentarsi della vecchiaia perché porta un sacco di malanni e di sfighe varie. Certo! ma l’alternativa non è che sia poi così bella! Dai gatto, alle brutte, tra una scartoffia e uu’altra, puoi sempre scrivere qualcosa sul blog! 😉
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A questo punto ci metterei pure un “Carmina non dant panem” 😀
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naaaa anche te odi agosto? io penso mese più insulso non ci sia nell’intero calendario. Alla fine, ogni mese ha il suo perchè. Agosto? Nessuno. E’ un mese in cui tutti se ne vanno da qualche parte in ferie mentre tu rimani a studiare o lavorare. Poi come dici bene riguardo ai colloqui.. Anche io ne ho fatti molti. Magari ne farò un articolo, mi hai dato un gran bello spunto! 😉
p.s…. me la son risa un sacco, scrivi molto bene!!
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