Emilia paranoica

La settimana scorsa ho passato 3 giorni (2 e mezzo…a metà dell’ultimo giorno ho preso un regionale e mi son dato alla fuga, dopo essermi rotto le scatole) in giro a lasciare cv, a visitare svariate agenzie per il lavoro. Me lo consigliò, una volta, un addetto alla selezione, affermando che convenga sempre farsi un giro su. Converrebbe se ci fosse qualcosa disponibile, aggiungo io, ovviamente.
Però mi sentivo ottimista, energico: sto prendendo un integratore alla propoli. Dai, andiamo.

Cosa ho ottenuto: attestati di incoraggiamento (dev’esserci una svendita al discount di tale prodotto) e domande del cazzo.

Breve parentesi sulle domande del cazzo. Sono quelle a cui non puoi dare la risposta che vorresti realmente dare. Esempio: hai un appuntamento con un gruppo di persone, come al solito sei il primo e sei costretto ad aspettare (la vita di un puntuale è un inferno di solitudini immeritate, scrisse Stefano Benni), finalmente arriva qualcuno che, appena ti vede, domanda:
– Sei solo tu?
– No, c’è anche l’uomo invisibile con me: scusalo, è un po’ timido.
A domanda del cazzo, risposta commisurata.

Ecco, in ambito lavorativo, tra le domande del cazzo che ti pongono c’è questa:
– Come mai non ha proseguito con la precedente azienda?
Da notare che sul cv tu l’hai scritto bene “tempo determinato”.

Cosa vorrei rispondere:
– Sa com’è, piuttosto che rimanere a casa in panciolle a farmi mantenere ancora dai miei per 3-4 mesi aspettando che magari quelli della vecchia azienda si decidano a farmi un altro contratto a tempo, ho questo brutto vizio di voler subito riprendere a lavorare, lo dice anche il mio medico che dovrei moderarmi, sennò divento un giapponese.

Cosa rispondo realmente:
– La politica aziendale è quella di non ricorrere a una reiterazione dei contratti a tempo, quantomeno in un’ottica di breve periodo, poi, se la congiuntura economica dovesse permetterlo, nulla precluderebbe degli inserimenti definitivi, ma ho deciso, nel frattempo, di muovermi in autonomia.
La supercazzola.

In un colloquio c’avevo quasi creduto che ci fosse qualcosa e, poi, mi dicevo Caspita, non si vede che prendo la propoli? Dovreste farmi assumere solo per il mio stato di forma! peccato poi non è stato così…

Venerdì sono tornato a casa dopo aver dormito 4 ore (perché dopo una telefonata a mezzanotte della Niña non ho dormito per 2 ore per l’agitazione: un po’ sono preoccupato per come le vanno le cose, un po’ mi emoziona sempre perché è lei, addio) e non ho dormito nemmeno il pomeriggio, per correre dal veterinario. Non per me, spiritosi :D.

Giocando con la gatta noto che, sotto al collo, mi sembra di sentire una pallina. Piccolina, dura. Mi rivesto e in fretta voglio portarla a visitare, ero così agitato che non riuscivo a guidare, mi faccio accompagnare da mia madre.
Non è nulla. Però alla veterinaria non piace che lasci troppo pelo, ci consiglia di chiedere al negozio di animali un integratore. Uno qualsiasi, basta che non sia robaccia di sotto-sottomarca.
Mia madre dice che se la vede lei, tanto deve passare davanti al negozio.

Io intanto torno a casa, sempre un po’ agitato ma più tranquillo.
Passano 10 minuti e mia madre telefona, chiedendomi se la veterinaria avesse suggerito un prodotto specifico, perché la commessa non ha idea di cosa darci. Dico no, ha detto semplicemente un integratore per il pelo. Ok.
Tornata a casa, la genitrice si presenta con una spazzola da sedicieuroecinquanta, al suono di: “Ha detto quella del negozio, prima di passare agli integratori, provate a spazzolarla ogni giorno con questa, vedrete che non perderà più pelo in giro”.

Calma.
Ragioniamo.
Se io la spazzolo ogni giorno, togliendo il pelo cadente, mi sembra ovvio che non lo lascerà più in giro. Ma credo il problema non fosse che lo perdesse in giro, ma che lo perdesse in generale!
D’accordo che non ha l’alopecia (per fortuna), ma v’immaginate a un tizio che vi dice “Al mattino trovo un sacco di capelli sul cuscino” di rispondergli “Prova a usare il pettine prima di andare a letto, vedrai che non li trovi più sul cuscino”!

Tornando alla pallina sotto il collo, come dicevo non è nulla, la veterinaria ha solo consigliato di controllare se ci fossero improvvisi aumenti di dimensioni e/o consistenza.

Da venerdì avrò tastato la gatta un milione di volte, alla milionesima e uno credo che mi azzannerà, tediata.
Neanche io mi controllo con tutta questa accuratezza, anzi, non lo faccio affatto
Dlin Dlon» Pubblicità sociale: il controllo periodico tramite autopalpazione dei testicoli aiuta a diagnosticare in tempo possibili malformazioni o malattie ai danni dei genitali. Non fare il coglione! «Dlin Dlon»).

E comunque sta propoli non serve a ‘na mazza.

24 Pensieri su &Idquo;Emilia paranoica

    • Il problema è che un lavoro a termine. Il rivoluzionario si definisce tale se porta a termine una rivoluzione, altrimenti, è solo un rivoltoso. Ma una volta fatta la rivoluzione, il suo ruolo sarà finito 😦
      Oppure può fare il rivoluzionario su commissione? 😀

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  1. Anni fa ho fatto il tuo stesso giro di agenzie del lavoro per sventolare curriculum in cerca di un lavoro e sono stato sottoposto alle stesse domande del cazzo. Una mi ha assunto e oggi ho dei colleghi, uno dei quali qualche giorno fa mi ha fatto assaggiare per la prima volta in vita mia una caramella alla propoli. Senza quel giro probabilmente non ne avrei conosciuto il sapore orribile e non l’avrei sputata schifato.

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  2. “Ragioniamo.
    Se io la spazzolo ogni giorno, togliendo il pelo cadente, mi sembra ovvio che non lo lascerà più in giro. Ma credo il problema non fosse che lo perdesse in giro, ma che lo perdesse in generale!
    D’accordo che non ha l’alopecia (per fortuna), ma v’immaginate a un tizio che vi dice “Al mattino trovo un sacco di capelli sul cuscino” di rispondergli “Prova a usare il pettine prima di andare a letto, vedrai che non li trovi più sul cuscino”!”

    Ah ah ah! Ti giuro, ho riso tanto, ma tanto tanto. A roma si dice “‘na cifra”, ecco, ho riso ‘na cifra! Amo questo genere di ironia, esilarante.

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  3. io quando prendo il propoli, siccome che sono astemia, io ci ho come l’impressione che il propoli a me mi faccia un pò stordire.

    emilia paranoica io la cantavo alla mì mamma quando eravamo in approccio dialettico.
    o meglio, in posizione risiko io la russia e lèi gli stati uniti.

    le veniva n’uggia.

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