Fratture emozionali

Un uomo saggio una volta scrisse

Le sciocche parole di un imbecille possono talvolta confondere un uomo intelligente
(Nikolaj Gogol – Le anime morte)

Di come la mente inganni il corpo che la contiene.

Prima arrivò come un flash, un lampo a tradimento nel buio profondo di una conversazione.
Quella Parola cominciò a occuparmi l’intero spazio visivo. Mi alzai. Meglio non continuare a leggere.

Il silenzio mi tradì l’udito. Mi ripeteva Quella Parola. Sussurri di sillabe all’orecchio, colpi contro il timpano nel tentativo di entrare nella sede centrale delle emozioni. Rimpiansi di aver chiuso la succursale d’emergenza del cuore. Eh, colpa della crisi. Di nervi.

Sensazione di perdita di equilibrio.
Stavolta erano le gambe a cedere. Crik, Crak. No, in realtà non fecero nessun rumore. Era qualche rotella che saltava.
Mi appoggiai alla libreria. Carta, carta, carta. Tante letture, ma in quel momento vedevo solo carta e null’altro. Speravo di rammentare una massima, un aforisma, un insegnamento da usare in quel momento, come un coltellino svizzero.
Silenzio.
I libri ti parlano in testa. Quando sei lucido.

Senso di nausea.

Credo di aver desiderato piangere, per sfogare il malessere.

L’ultimo attacco fu il più crudele.
Il suono – immaginario – di Quella Parola che avevo tentato di ignorare, approfittando della guardia distratta, era riuscito a superare le difese, invadendomi la mente. Lì s’incontrò con gli altri squadroni d’invasione, formando immagini che davano il tormento.
Tu, lui, tutti e due, scene reali che venivano proiettate in un cinema virtuale.

Crollo.

Ripresomi, mi sentivo metà di ciò che fu un uomo, scisso tra chi ricorda e chi non vuol ricordare. Una stanza, nella mente, dove lo shock batte alla porta giorno e notte e lo scioccato finge di ignorarlo.

Colonna sonora: Giorgio Canali

 

(ci si rilegge nel w/e)