Non è che un gatto in mezzo ai libri vada a caccia del topo di biblioteca

Sono giorni che mi sento un po’ sfasato.

Per dire, venerdì sera ho bevuto due birre. Una prima del concerto dei Julie’s Haircut, una alla fine del concerto (circa due ore dopo). Mi è venuto mal di testa durante il sonno. È una cosa che non mi era mai accaduta. Dubito e mi vergogno di me stesso.

Saranno un po’ i pensieri e le preoccupazioni. Ci si mette anche il PDCC (padrone di casa-coinquilino) il quale, nonostante gli avessi detto che la stanza mi serviva fino al 29 febbraio, ha iniziato a cercare qualcuno già dal 1° di febbraio. Poi mi dice Ma no stai tranquillo, non ti faccio alcuna pressione intanto poi mi ritrovo gente che viene a vedere la stanza e lui che mi chiede Quindi finisci di lavorare il 7 febbraio? No perché questo ragazzo vorrebbe dall’8. Più chiaro di così manca che cambi la serratura della porta.

La paranoia dell’amicone di cui sopra è che dal 7 al 29, non lavorando, io stia in giro per casa tutto il dì e questo lo farebbe sentire privo della sua libertà. Non me l’ha detta così direttamente ma ha lasciato intendere più volte, con discorsi del tipo Poi mi dispiace dare fastidio durante il giorno perché magari ascolto musica…. A me per quanto mi riguarda poco importa della sua libertà, è libero anche di girare per il corridoio nudo sospeso a mezz’aria facendo l’elicottero, frega poco.

Dato che il mio sfasamento, dicevo, e con anche un concorso da preparare, di sabato sono andato a cercare concentrazione facendo una cosa che non facevo dal 2009: studiare in biblioteca. Un ambiente in cui ogni volta entri cercando di renderti il più invisibile possibile, leggero come un ninja cui fanno male le scarpe. Varchi silenzioso la porta, poggi la punta della scarpa dentro e, la stessa calzatura che non aveva mai dato segni di vita, si esibisce in un gneeeek sul pavimento, facendo alzare la testa a tutti i presenti che ti fissano con sguardo omicida come se avessi scritto su facebook che i cagnolini sono brutti e antipatici.


Su fb si può inneggiare all’Olocausto ma non offendere i cagnolini.

 


Quando alzo la testa del libro per sgranchire gli occhi mi piace osservare gli altri, sbirciare cosa leggono, capire dall’espressione a chi stanno fumando le meningi su quegli appunti e chi invece ha l’aria del relax della rassegnazione di chi Massì tanto è tutto inutile ma chi me l’ha fatto fare.

Una tizia a un certo punto si alza e si avvia verso l’uscita. I suoi tacchi fanno il rumore di un cavallo al galoppo.

Le ho lanciato un fulmine con lo sguardo.

Santi numi! Mezza mattinata qui e sono diventato come gli altri!

7 Pensieri su &Idquo;Non è che un gatto in mezzo ai libri vada a caccia del topo di biblioteca

Si accettano miagolii

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