Non è che la Befana faccia solo esempi calzanti

Sono sceso di casa passeggiando verso la Darsena per vedere i giochi d’acqua e luci che hanno accompagnato le Feste in zona Navigli. Non avevo ancora assistito allo show e oggi era l’ultimo giorno.

C’è un episodio dei Simpson in cui Bart si accorge che l’estate sta finendo e corre per portare a compimento una serie di cose che aveva nella sua lista di cose da fare durante le vacanze. Io non ho corso per niente e questa è stata l’unica cosa che ho fatto quest’oggi, ma la sensazione che ho avuto è stata quella di dover completare qualcosa per chiudere questo periodo, prima che l’Epifania cominciasse a sparecchiare e mettere le sedie sui tavoli per far capire che è ora di dir basta a bagordi e trastulli.

Non so se durante le Feste ho realmente fatto tutto ciò che dovevo fare.

In realtà ho sempre una sensazione di incompiutezza in corso che si estrinseca in ogni aspetto della mia vita. Anche se porto a termine qualcosa, sarà sempre stiracchiata per coprire dei buchi.

Per modo di agire quello che faccio non è mai completo ma è come se uscisse con un difetto di fabbrica.

Ormai è così un’abitudine avere dei tasselli mancanti che potrei dire che è un segno d’autore che contraddistingue l’opera finale: è garantito che quel che produco è completo al 90%. Tutto io resto è firma.

Potrei cominciare a vendere degli originali incompiuti Gintoki.