Non è che il pallavolista scarso si dia al cabaret perché le sue battute fan ridere

Che io abbia un senso dell’umorismo discutibile, da far rabbrividire anche un inglese e degno di comparire sulla cialda del fu-Cucciolone Eldorado (quello attuale è una pallida imitazione), credo sia noto a chi legge i miei post.

Gli ungheresi, comunque, hanno un senso dell’umorismo tutto loro.
Così “loro” che lo tengono per sé e non lo mostrano a nessuno: non ho ancora avuto a che fare con un ungherese che abbia sense of humour. Non è che non ridano mai, quanto piuttosto sembrino non arrivare proprio ad apprezzare l’ironia.

L’ultimo esempio l’ho avuto questa mattina.

Internet non funzionava in ufficio. Anzi, in tutto lo stabile. Anzi, in tutta la strada e la rete non sarebbe tornata prima di sera.

Allora, io, Aranka Mekkanika e R. dell’ufficio finanza – man mano che passano i giorni sembra diminuisca sempre più il personale presente – decidiamo di tornare a casa e lavorare da lì portandoci dietro i laptop dell’ufficio.

Dopo aver smontato il mio, mentre mi avvio verso l’uscita tenendolo sottobraccio come uno che si è appena fregato un’autoradio, dico ad Aranka Mekkanika

– Ehi, credi che riuscirei a venderlo a piazza Blaha?

Lei rimane impietrita.

– Scherzavo, eh
– Non è divertente.

Va bene, convengo che non sia stato un intermezzo brillante quanto un Woody Allen dei tempi d’oro. Però, come si dice in questi casi: e che cazzo, dai.


Non sono poi così sicuro che Woody Allen, quantomeno la versione di anta anni fa, faccia loro ridere.


Blaha Lujza è la zona dove vivo. È un po’ borderline.

  • È zona di transito di pendolari (crocevia di linee di tram e una metro) e i pullman scaricano lì turisti cinesi. Non capisco perché solo cinesi: in città arrivano gruppi organizzati di italiani, inglesi, tedeschi…ma i cinesi, spesso dai 40 in su, vengono tutti sversati lì, coi loro cappellini (le donne) e i pantaloni ascellari (gli uomini).
  • C’è un uomo sandwich che gira lì intorno al mattino e pubblicizza un kebabbaro che fa anche il gyros e le pizze. Il suo sguardo perso nel vuoto, l’andatura ciondolante e l’espressione allegra come una retrospettiva su un genocidio non sembrano molto invitanti per i potenziali clienti ma io se fossi un uomo sandwich avrei un aspetto anche peggiore.
  • Ho un club-disco di fronte casa che nel week end fa orario continuato e la domenica mattina raccoglie quelli che dalla sera precedente sono rimasti in piedi. E sono anche un discreto numero: sospetto facciano uso di doping.
  • C’è un tizio che ogni venerdì pomeriggio si piazza in piazza (se fosse stato in strada si sarebbe instradato?) a suonare la batteria. Sempre la stessa ritmica: ormai potrei ripeterla a memoria sul pentolame.
  • La zona pullula di senzatetto alcolisti. Innocui. Ho più timore quando mi ritrovo circondato da gente in blazer.

A proposito di blazer, ho notato, un po’ ovunque all’estero, la tendenza da parte di molti di andare al lavoro in monopattino. Ragazzi, ragazze, adulti, persino compassati manager.


Sono sicuro che qualcuno interverrà dicendo: Guarda che anche qui a Cunnilinguo sul Clito andiamo al lavoro in monopattino! Non lo metto in dubbio, ma io non posso saperlo prima di venirlo a sapere.


Sarebbe bello si diffondesse, anzi, se ne sdoganasse l’uso anche dalle mie parti in Italia.

Mi stavo chiedendo, se in Terra Stantìa uscissi in monopattino, sarebbe più probabile che io venga picchiato o messo a testa in giù in un cassonetto? O entrambe le cose?

31 Pensieri su &Idquo;Non è che il pallavolista scarso si dia al cabaret perché le sue battute fan ridere

  1. In effetti fuori dalle lande di poeti, navigatori e pizzaioli c’è tutto un mondo di monopattini e uomini-sandwich.
    Lo sguardo felice come una retrospettiva sull’olocausto fa primavera anche in Ungheria… ahahah… hanno ancora la coda di paglia per quelle strane bandiere che ricordano quelle strane bandiere che ricordano quei stranni simboli indiani.

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  2. … a petto in fuori come lo sceriffo di Nottingham… mani ben salde sul manubrio e piedino che spinge e si alza all’indietro, appoggiandosi dietro il ginocchio dell’altro… e con questa eleganza il gatton gattone sfreccia per le strade… OCCHIOALPALOOOOOOOOO! 🙂

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    • Però deve essere figo andarci su!
      Io ho un odio viscerale per quelli con la biciclettina da clown, quella smontabile con le ruote minuscole. Li aspetterei in agguato dietro una curva per poi buttarli giù.

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  3. Secondo me potrebbe dipendere da quegli stinconi di maiale pieni di grasso che mangiano. O almeno che io ho mangiato al loro mercato non so come si chiama (bello però). O forse da quel malefico rotolone dolce. O forse dai muri che si divertono a tirar su qua e la. Gli unici ungheresi che conosco sono quadrati, giocano a pallanuoto e ridono solo dopo quattro grappe. Le donne non so…

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    • Il mercato centrale, che si chiama con un nome che ora per scrivere dovrei cercare su google ma mi sembra tradire la fiducia altrui cercare su google e poi ostentare conoscenza. E convengo sulla passione per il grasso, qui credo a volte buttino via la carne e tengano solo il grasso, visto la quantità di residui suini che vedo in vendita.

      Confermo anche che si sciolgono bevendo. Le donne sembrano avere buona resistenza alcolica, in genere comunque le persone con più humour o più aperte son quelle che hanno avuto esperienze all’estero.

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