Non è che il fruttivendolo non abbia più argomenti perché è alla frutta

Volevo condividere un fenomeno strano che mi accade.

Prima di acquistare della frutta al supermercato la sottopongo sempre  a un accurato controllo degno di un NAS (Nobile Amante del Saccarosio) volto ad accertarne l’integrità. Il tempo di arrivare a casa, però, e la trovo già in stato di decadimento psico-fisico.

Da notare che vivo a 200 metri da un supermercato, 800 da un altro: per arrivare a casa intendo quindi casa di qui, Budapest, non casa giù a Napoli; un tragitto lungo che invece giustificherebbe il decadimento fruttario ma che non ho mai tentato, non volendo aver problemi ai controlli all’aeroporto ed esser accusato di esportazione/importazione illegale di frutta, cosa che mi costringerebbe poi a trovar un buon avocado.

Ho elaborato alcune ipotesi.

1) Viviamo in un mondo insalubre, permeato da aria mefitica e irradiato da influssi venefici. Essendo la frutta più sensibile a tale malignità, finisce per risentirne molto più in fretta degli esseri viventi. I supermercati sono luoghi – come pochi in giro – ben protetti da tali radiazioni. Ci si sta bene all’interno: prova è che la gente vi passa molto tempo, anche quando vi entra per comprare soltanto mezza cipolla rinsecchita per un frugale soffritto.

Alla fine ne uscirà invece dopo un’ora col carrello pieno di tutto, tranne che della cipolla, per avere una scusa valida per tornare in un così bel posto e godere del suo benefico fattore protettivo (che, come ho detto all’inizio, protegge la frutta dal deperimento istantaneo).

2) La frutta è vittima della stessa sorte dei pesci rossi che da bambini si acquistavano al mercato: in perfetta salute nella vasca fetida di un losco individuo ma che una volta a casa erano pronti per il loro viaggio senza ritorno giù lungo lo scarico del water.

L’esperienza del pesce rosso comportava costi economici ed emotivi alla famiglia e vantaggi al losco trafficante e forse anche ai pesci stessi, che fingevano la loro dipartita per acquisire la libertà; quindi oggi negli scarichi potrebbero vivere gang di enormi pesci rossi, che hai contribuito a creare fornendo loro in pratica un servizio taxi, il che, come la gente impara sull’internet, ti qualificherebbe come una ONG che sta distruggendo Uber.

3) La frutta è programmata per autodistruggersi perché contiene messaggi che spie (nemiche? Amiche?) si stanno scambiando, il che metterebbe te, ignaro acquirente, al centro di un traffico internazionale di informazioni con gravi rischi per la tua incolumità.

4) Si tratta di frutta-soldato, con preparazione militaresca. Quindi, ad esempio, la pera…marcia.

5) La quinta ipotesi, che mi sembra la meno probabile ma che qui cito solo per rigore scientifico (anche se sto cercando di abbandonare tali manie da professorone perché, come mi insegnano, la vera cultura è la vita, infatti ha anche fondato una Università prestigiosa) è che la frutta che vendono sia una vera merda.

Fornirò ulteriori aggiornamenti nel caso io riesca a venire a capo di questa angosciosa e inquietante questione.

Foto di repertorio non mio (non ho repertori di frutta nel mio repertorio)

47 Pensieri su &Idquo;Non è che il fruttivendolo non abbia più argomenti perché è alla frutta

  1. LA frutta in quanto femmina tollera poco gli sbalzi di temperatura… Ha la circolazione periferica interrotta, una volta portata ad una temperatura non più costante come quella del supermercato impazzisce e siccome tu, in quanto uomo, non la puoi capire… Il frullato è fatto
    ( e con questa sciocchezza: buona notte!)

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  2. La quarta é plausibile, assolutamente… a me succede in particolare con le banane, le compro gialle e mi ritornano a chiazze nere che sembra petrolio… idem con le fragole, le pere, insomma… tutto il carrello 😅

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  3. L’ipotesi del pesce rosso è suggestiva! Io ne avevo uno intelligentissimo, poi ne e’ arrivato un altro preso dalla fiera e sono morti tutti e due. Come una mela marcia che fa marcire tutte le altre!

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  4. Ma: è frutta IGP? Sai, a certe cose io faccio caso.

    Oppure è frutta ONG, ovvero messa in una barca alla frontiera ungherese con il tacito consenso di qualcuno, che paga qualcuno, che sta zitto con qualcuno finché qualcuno parla, ma qualcuno lo fa tacere?
    E poi te la ritrovi chissà come nel carrello, e ormai ha rubato il posto alla buona frutta ungherese (ah, i pompelmi di Kecskemét…) e te la devi tenere.

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  5. mi spiace deluderti… è solo perchè comperi la frutta al supermercato, dove tutti la sottopongono a quell’accurato esame che fai tu: toccate, tastate, mettete giù, riprendete, ritoccate… Appena non è più refrigerata addio!
    Non compero la frutta al supermercato per questo. Vado dal fruttivendolo. Faccio più strada o spendo di più. Però il prodotto è migliore non è stato smanettato da nessuno e dura a lungo (tipo che le pere durano quindici giorni senza battere ciglio! Diventano belle mature e più morbide… se nessuno le mangia prima, ovvio).
    Non so se laggiù ci sono fruttivendoli, però

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  6. Secondo me sono le luci. Io ho scoperto questo particolare fattore luciferino delle luci: quando sono dentro il supermercato sono orgoglione di aver comprato una frutta/verdura da urlo… uscito dal supermercato mi sono accorto che avevo in mano delle vere schifezze. Terribili.
    Devo tentare un esperimento: comprare la frutta, uscire e rientrare per vedere se riprendono l’aspetto perfetto.

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  7. gin non è giusto! sto ridendo come una matta da quando ho letto questo post, penso alle gang dei pesci enormi che si aggirano negli scarichi dei bagni di tutti. Ora ogni volta che sto per tirare lo scarico mi tocca pensare che darò un contributo alla gang per andare avanti ad alte velocità verso la loro libertà. Dicevo non è giusto perchè non dovevo ridere fino al primo giugno, mi hai rovinato tutto.
    sigh
    p.s. per quanto riguarda la frutta, concordo con altrirespiri, penso che dovresti comprarla da un fruttivendolo magico tipo il mio biobà.

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Si accettano miagolii

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