Mettendo in ordine un vecchio cassettone, mia zia ha trovato dei miei vecchi disegni che nonna aveva gelosamente conservato.
La cosa particolare è che su quei disegni c’era il prezzo.
Sì, perché io li vendevo.
Da bambino avevo deciso quale sarebbe stato il mio futuro: volevo essere un miliardario. Un pargolo di poche pretese, insomma. Pensavo che però sarebbe stato meglio mettersi in affari sin da piccoli, in modo da avvantaggiarsi per il futuro e anche anticipare la concorrenza di altri futuri miliardari. E così decisi di vendere i miei disegni ai parenti.
Ero convinto di essere un artista in erba. Poi da adulto mi è rimasta solo l’erba, l’arte è finita da parte.
Avevo molte convinzioni da piccolino.
Per esempio ero convinto che:
- Gli spot pubblicitari fossero in diretta e ogni volta gli attori dovessero presentarsi negli studi per rifarli;
- Visto che la benzina inquinava, potevano mettere nei motori un altro liquido: l’acqua, ad esempio. Solo che visto che l’acqua è più facilmente reperibile, chi vende la benzina non era d’accordo per mero interesse economico e quindi se ne fregava, continuando a inquinare. Oh diciamo che non ero così lontano dalla realtà!
- Anche se nel mondo le persone parlavano lingue diverse, il pensiero fosse in un’unica lingua, universale. Che a me sembrava italiano ma in realtà non lo era, era la lingua del pensiero.
- Fare il militare voleva dire che ti sparavano addosso e tu dovevi correre per evitare i proiettili.
- Ci fosse una regola nel calcio secondo la quale era obbligatorio per i giocatori passarsi il pallone, altrimenti non mi spiegavo perché un calciatore col pallone tra i piedi non andasse diritto verso la porta per fatti propri.
- Girare con un mazzetto di figurine in tasca potesse dare potere, infatti me le portavo ovunque, anche quando non ero a scuola.
- Gli oggetti, quando non visti dagli umani, si animavano e parlavano tra di loro.
- Sarei diventato un giornalista (ma non volevo fare il miliardario? Un miliardario giornalista? Ah, ci sono: un editore miliardario! Dove l’ho già sentita?). L’avevo dimenticato, ma già intorno ai 6-7 anni mi dedicavo a produrre un mio giornale. Questo che ho riesumato non deve essere più recente del 1992, all’interno c’era un ritaglio di un articolo di Repubblica che parlava del Ministro dell’Ambiente Ruffolo (considerando che ha ricoperto la carica tra il ’90 e il ’92, i conti tornano).
Beata ingenuità infantile.
Il pensiero in lingua universale ha un che di filosofico, non trovi? Sa di uguaglianza e parità assoluta.
Sì, sì, eri un grande bambino! 🙂
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Peccato che a volte mi senta un piccolo adulto! 🙂
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Dopo un lungo periodo di completo distacco dai blog in generale (ho i post che si pubblicano in automatico, e non sto scherzando!) sono riuscito a ritagliarmi questo stralcio di notte e tornare a leggerti è più che un piacere! 🙂
Vacci piano se puoi che appena posso devo recuperare tutto!
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Piacere di rivederti! 🙂
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Da bambina ero convinta che prima o poi avrei trovato un oggetto dai poteri magici in grado di trasformarmi in un’ altra persona…
Poi mi sono inventata Venereisterica 😉
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Possiamo dire che il tuo oggetto magico l’hai trovato: il blog! 🙂
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Dov’è la camicia a quadretti??
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Da piccolo non le portavo e non mi piacevano, gne gne! 😛
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Eri un gatto zen fin da micino 🙂
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un gatto zen come questo 😀
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‘zzo disegnavi benone; io cogli omini stilizzati ho seri problemi anche oggi.
bèh, via. in generale colle persone.
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Sì però come livello di disegno sono rimasto a quello a tutt’oggi.
Un po’ come con le persone!
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Non ero, dunque, l’unica ad avere strane convinzioni. La mia era quella che è stata elaborata in “the truman show”. Si, ero arciconvinta che il mondo fosse una finzione creata apposta per me. E, no, non con animo vittimistico, non come un complotto. Megalomane, dici? 😀
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Io a volte mi chiedevo se il mondo che vedevo in tv (telegiornali, documentari) esistesse davvero!
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No Gin! È bellissimo!! Anche io creavo il giornalino!!! Con la parte enigmistica e tutto..tra l altro anche io ero convinta della regola dei passaggi tra calciatori e degli oggetti che parlavano e si muovevano quando non c eri..forse era colpa di toy story..boh. comunque 200 lire economico proprio! 😉
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Io provavo a inventare i cruciverba, ma non mi riusciva mai di fare il quadrato XD…non riuscivo a incastrarli mai XD…capii di non potere diventare un Bartezzaghi
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Quella della lingua del pensiero lo credevo anche io, che in Svizzera mi pareva troppo strano che la gente pensasse in tedesco!
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anch’io facevo il giornaletto del pianerottolo!! il mio si chiamava “la beffa”, anelava ad essere giornale di satira… pensa te! (col senno di poi, mi fai riflettere sul fatto che l’idea della “risata che li seppellirà”, in me, ha attecchito fin dalla più tenera età)
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La beffa è un titolo stupendo per un prodotto editoriale satirico 🙂
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Mamma mia, le figurine! Che tempi! Erano davvero il simbolo del potere! Erano uno status: se ne avevi tante, dovevi per forza essere forte e in gamba per averle vinte; se ne avevi poche eri povero e sfigato. Io ne avevo poche.
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Io per un periodo ero diventato abilissimo a vincerle, ero riuscito a inventarmi un gioco di mignolo invidiabile, però forse baravo ma ora vatti a ricordare come si possa barare col mignolo. Forse è come col braccio di ferro quando pieghi il polso
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Io non sono mai stato bravo ma ricordo ancora un regalo di compleanno di venti pacchetti di figurine, ero felicissimo.
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beh, dai, la fantasia dei bambini degli anni 90 ha dell’incredibile rapportata a quella di oggi. anche io avevo fatto un giornale che inviai al Touring Club Italia e che pubblicò solo una poesia. Per raccimulare soldi, che poi neanche li raccimulavo, cercavo di costruire centrini all’uncinetto. eh si, all’età in cui tu nuotavi nelle monete, io facevo centrini….
Cmq anche l’idea del militare non si discosta dalla realtà… a differenza che oltre a schivare i colpi, li da anche!
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Potrebbe essere un’idea imprenditoriale: quanti centrini all’uncinetto riesci a produrre all’ora? 😀
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Scherzi….. Mi sono fatta da sola le bomboniere della laurea con questo sistema….
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“… da adulto ti è rimasta solo l’erba”, per i gatti l’erba gatta è un toccasana, agli adulti, in effetti, l’erba potrebbe far vedere anche una piscina stracolma di denaro 😉
Quella comunque di allegare una poesia e un disegno alla vendita del giornalino dimostrava la stoffa di un giovane imprenditore, chapeau!
Affy
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Vallo però a dire ai miei gatti: a volte quando compravo l’erba gatta la evitavano, preferendo mangiare quella spontanea del giardino!
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Eri già avanti! Io i miei disegni li regalavo e basta…. gnoccolona ero e groccolona sono rimasta.
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Io ero convinta che quando camminavo la syriscia di terra sotto i miei piedi si muovesse in senso inverso alla marcia. Una sorta di cubo di Rubik
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