7 note per 7 personaggi

Nella mia vita ho conosciuto e frequentato persone con diversi interessi e gusti musicali. Potrei identificarli in 7 macro categorie principali:

1) L’indie – Vittima della sindrome dell’alternativismo a tutti i costi e, pertanto, costantemente in fuga da tutto ciò che è considerato mainstream: un gruppo che ascoltano 4 persone è figo, se cominciano ad ascoltarlo in 5 significa che è venduto.  Su youtube guarda il video di uno che per un’ora riproduce in loop il suono campionato del citofono di casa. Perché uno sborone con la chitarra lo guardano tutti, quello lì lo guarda solo lui, ergo è geniale. Al cinema sarebbe capace di guardare un film con un’ora di inquadratura fissa su una mucca che osserva passare i treni.

2) Il true metal – Il true metal generalmente ascolta death, qualche volta thrash (ma guardandolo con sufficienza), spesso black. Guarda con disprezzo chi dice di ascoltare metal e poi gli nomina gruppi power, progressive e via dicendo, considerati roba da checche. È dotato di un umorismo tutto suo: “Hey, l’avete sentito l’ultimo disco dei Dream Theater?…Ahahahaha!“. È dal 2003 che tento di capire cosa ci fosse da ridere.

3) L’impegnato di circostanza – Da non confondere con l’indie, l’impegnato di circostanza è quello che va ad ascoltare una rassegna jazzistica all’aperto (ma solo perché c’è il panino con la porchetta a 2 euro) mostrandosi molto interessato e, poi, carico d’ispirazione musicale, torna a casa ascoltando in macchina Gigi d’Agostino.

4) Il nostalgico – Un individuo intrappolato in un presente non suo, dato che la vera musica, a suo insindacabile parere, è quella degli anni ’60/’70. Ha un nemico giurato nel punk, colpevole della fine di un’epoca d’oro come le invasioni barbariche lo furono per Roma.

schermata-2010-10-20-a-08-39-225) Il pesce rosso – Il pesce rosso, come tale, ha una memoria a brevissimo termine. Quindi ascolta, appassionandosi, solo le canzoni in heavy rotation radiofonica. Appena passato il periodo di moda, quelle canzoni spariscono dalla sua mente, dall’autoradio, dall’universo intero, sostituite da quelle in voga nell’immediato presente e così via per il resto della sua vita.

6) L’inconsapevole – Sostanzialmente innocuo, ascolta canzoni distrattamente, per il gusto di farlo, senza troppe menate. Lo annoiano le conversazioni sulla musica, salvo poi, improvvisamente, attaccare lui il discorso con cose tipo “ho ascoltato una canzone troppo bella, fa eh no things el smatters…La conosci?“.

7) Il folgorato sulla via di Damasco – Novello Paolo di Tarso, alle soglie dei 30 anni viene improvvisamente preso dalla passione per un unico genere musicale, dedicandosi, da quel momento in avanti, solamente ad esso. Così lo ritrovi fotografato mentre è in un locale, vestito da hippoppettaro e in mezzo a un gruppo di fighe e comprendi per quali vie la luce lo abbia investito.

21 Pensieri su &Idquo;7 note per 7 personaggi

  1. Personaggio numero uno sembra più affetto da hipsteria. [Indie che diventano hipster perché essere indie è.. too mainstream!] E al cinema, oltre alle mucche carolingie, anche tutti i film dei registi col nome che finisce in -owsky.
    Personaggio numero due: è per caso lo stesso che sostiene sempre e comunque, di qualsiasi cosa si parli, che “IL PRIMO ALBUM è il migliore, poi si sono sputtanati?”

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  2. Che bello, ma sai che rientro a piè pari in ben due categorie (true metal e nostalgico)? Ammetto che hai pienamente centrato i caratteri fondamentali di ciascuna specie, anche quelli più irritanti degli Indie (che, vorrei sottolineare, hanno un fattore plus: l’intellettualismo esasperato unito alla scelta di band musicali che iniziano invariabilmente con The…).
    Comunque, a volte, anche il secondo disco è buono! ahahahah – scherzo!! 🙂

    In uno dei miei sproloqui (non mi sento di chiamarli articoli – me ne vergogno eheh) ho citato una categoria fastidiosa all’inverosimile: il born-again. Che non è il convertito sulla Via di Damasco, ma è qualcuno che ripudia completamente un genere e diventa il più talebano nel nuovo genere. Una specie fastidiosa e dannosa per la musica.

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    • Il born again! Fantastico…l’ho vissuto di sfuggita, non ho avuto a che fare direttamente con tali soggetti e non mi veniva manco una definizione…geniale! L’hai inquadrato in pieno 😀

      Hehehe ma sai che poi avevo in mente una sottocategoria figlia di metal e nostalgia, che era il nostalgico degli anni ’80 (solo hard ‘n heavy!) con nemico giurato il grunge 😀

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      • Io in realtà sono uno schizofrenico, metto insieme la mia passione per musica anni 60/70 con quella del metal (che poi parte dagli eighties… ma io disprezzo la musica eighties per la maggior parte… che poi non è vero, ma cerco di convincermi ahah).

        Per quello solo anni ’80 io metterei il Barricato. Cioè, è rimasto la, immobile, una colonna di marmo in spandex e terzinato alla Maiden ahah.

        Il Born Again è un Talebano incredibile. Penso di non aver mai conosciuto persona più intransigente di quella… sapere che prima ascoltava tutt’altro non fa che renderlo leggermente ipocrita, ma tant’è…

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  3. L’hipster-indie è anche quello che fa di tutto per andare a concerti di gruppi dove gli unici spettatori sono lui e la fidanzata, e solo per ottenere l’ultimo album del suddetto gruppo gratuitamente, per poi vantarsi su faccialibro dell’accaduto.
    Il numero quattro può anche essere un adorante del punk all’estremo ripudio di tutto ciò che è accaduto poi, e sostenere con un certo orgoglio che gli artisti che ascolta lui sono tutti morti, e perciò irriproducibili.

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    • “sostenere con un certo orgoglio che gli artisti che ascolta lui sono tutti morti, e perciò irriproducibili”

      Questa potrebbe essere un’altra categoria, “il necrofilo”. Non ne ho mai incontrato uno dal vivo, però sui forum di musica ce n’era sempre uno che c’aveva un cimitero al posto di una collezione musicale

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  4. Ma sai che, pensandoci intensamente questa notte, ho capito che c’è un’altra categoria che affligge le giornate calde dell’estate!? L’Hippy!! Non so se esistono da te queste congregazioni di ragazzotti vestiti da hippy moderno… ma qua è un pullulare nel momento in cui parte l’estate. Il problema vero è che si suddividono in due sottocategorie:
    a) quelli che agli anni 60 ci sono restati, mentalmente e fisicamente. I 50/60enni rampanti, ex libertini, con i Greatful Dead nel cuore e un pacchetto di incenso di sandalo nel taschino.
    b) il ragazzotto che, vestito profondamente alternativo e hippy (ma con capi che costano più della mia macchina) agisce e si mimetizza nel hippy reale. Ascolta musica anni 60 perché è vera (anche se la detesta cordialmente e preferisce puntare su un Bob Marley d’annata che è più cool e fattone) e sceglie l’abbigliamento senza marca, ma talmente originale che ce l’hanno in 300.000 altre persone. L’alternativo conformista.

    Mi sento vecchio e critico ahahahahahaha 😀

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    • Allora, la prima sottocategoria mi manca, nel senso che li ho avvistati a qualche concerto (su tutti Neil Young a Roma!) ma qui non ne vedo.
      La seconda categoria, invece, sì, è diffusa, soprattutto d’estate e tra le giovani donne

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Si accettano miagolii

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