Non ho più memoria della prima volta che ho messo piede in quel che da anni è il posto di ritrovo post serale solito nella mia città.
Si è così consolidato in una piccola piega del tessuto urbano-sociale da avere assunto connotati da cliché. Basterebbe guardare il contenitore portadolci accanto la cassa per rendersene conto: pasticcini impastati dalle mani della moglie del proprietario, che stazionano lì per anni come semplici oggetti ornamentali, stile Luisona di Benni.

Lo spezzatino avanzato dal ragù della domenica può essere infilato in un panino. Foglia di alloro compresa. Uno dei tanti esempi culinari del ritrovo tipico.
Ricordi inoltre non ho di quando abbiamo cominciato ad avere un rapporto complicato con le cameriere. Complicato forse è un po’ troppo, diciamo che ci sentiamo sempre guardati un po’ male quando osiamo alzare il dito per chiedere, accolti con un grugno che sembra dire Se cercate guai li avete trovati.
La vita da cameriera in un pub è un inferno. Avanti e indietro, ordini che arrivano, ordini che non arrivano, clienti da tenere a bada.
Capisco che spesso ci sia poco da esser gioviali.
D’altro canto – e non lo dico perché sono la parte in causa – credo di appartenere alla schiera di clienti meno complicati del mondo. Sono anni che io e il mio compare ci accomodiamo chiedendo la stessa identica cosa: due Bass Scotch medie. Al massimo, un posacenere di contorno. Non sporchiamo, non strepitiamo, non chiediamo variazioni strane dei menù come panini alla segale cornuta ma senza la cornuta e senza il panino.
Non pretendiamo il posto a sedere: se non c’è beviamo in piedi fuori.
Ci scansiamo come Neo quando le vediamo passare cariche di piatti di trigliceridi esausti.

Se è porno, cavoli vostri.
Il problema forse risiede proprio nella nostra discrezione e invisibilità: non abbiamo mai creato un rapporto umano con loro. Siamo forse gli avventori anomali, rispetto ad altri che ho visto scambiar qualche battuta con le cameriere e, addirittura, averle fatte sorridere.
Non che io non ci abbia provato a porre le basi di un minimo di contatto civile. Ammetto però tutta la mia incapacità per riuscire a portar a casa un successo.
Ricordo un’estate di due anni fa, in cui – in maniera improvvisa e inspiegabile – il pub divenne fino alle 22-23 di sera meta preferita di famigliole con bambini al seguito che correvano tra i tavoli, si lanciavano cibo, correvano tra il cibo e si lanciavano tavoli.
Sconcertato da tutto ciò, mentre la cameriera puliva il nostro tavolo decorato dai bambini da spruzzi di maionese e ketchup che ricreavano motivi di Pollock, per esser simpatico esclamai
– Certo però che questo una volta era un posto per adulti
– Eh.
Fine della nostra conversazione.
Lo riconosco, la socialità non è arte mia. Un piccolo aiuto dall’altra parte però sarebbe richiesto.
Ieri sera, evento eccezionale, una cameriera mentre riordinava i tavoli fuori in vista della chiusura ci ha rivolto la parola.
Poverina, è nuova: non ha capito o forse non le hanno spiegato che siamo dei paria.
Ci ha chiesto aiuto su come dovesse fare per bloccare scheda e cellulare, visto che nel pomeriggio aveva subito una rapina.
È simpatica. Sarà ancor più doloroso il momento in cui comincerà a lanciarci occhiate di rancoroso disprezzo come le altre sue colleghe.
Beh però un “Eh” come risposta ti pone sul banco degli imputati… almeno un concorso di colpa per questa mancanza di comunicazione 😅
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Allora non è tutta colpa mia, no? Cioè io provai a essere simpatico e lei Eh.
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Perché bevete solo una pinta. Dopo la decima pinta, diverreste gioviali e socievoli!
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Ah maledizione quando non finisci le medie poi ecco cosa succede!
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Gravissimo non finire le medie…
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Sono stata per anni cameriera in un pub e al sabato si andava avanti fino alle 7 del mattino, quando l’ultimo essere nonpiùmoltovivente veniva fatto rotolare oltre la porta ( quanti ricordi divertenti). Non saprai mai i pensieri di una cameriera. Nemmeno quando fa SGRUNT puoi avere la certezza che non ti sopporti.
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Mi stai dicendo che sotto quell’aria truce potrebbe amarmi e non riuscire a confessarlo?
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Ti sto dicendo che in un lavoro per cui devi sempre essere in qualche modo gentile e sorridente ( perché alla fine è così) se rispondi in malo modo può voler dire “prendersi una confidenza”… o forse no 😀
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Che mondo complicato quello della camerieria!
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… il pub è un mondo a parte
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Per qualche motivo, a parte inspiegabili casi di bruttura esistenziale, non ho grossa difficoltà a chiacchierare con le cameriere o le ragazze alla reception o chi per loro.
Io provo un rispetto enorme per chi mi porta cibo o da bere. Per questo motivo lo ripago sempre con sorrisi.
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Ma anche io provo a essere garbato e gentile. Ma poi mi inibisco se mi guardano come se volessero versarmi la stricnina nel bicchiere.
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Non mi hanno mai guardato così. Mi guardano metà degli esseri viventi così, ma non le cameriere.
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E l’altra metà come guarda?
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Con tormento e pena 😛
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La necessità fa conversare anche i muti…
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Quindi debbo creare una situazione di necessità!
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