Non è che ci voglia un architetto per mettere insieme uno studio

Una delle cose che a volte mi chiedono è come siano gli ungheresi. E come so’? So’ ungheresi! (semicit.).

Sono indubbiamente particolari e soggetti interessanti per uno studio culturale.

Se qualcuno mi ha appena parlato in ungherese e io rispondo Angol (English), please?, questi reagisce esclamando Oh! con l’espressione contrita come se avessi detto Sa, ho la gastrite.

Dato che è atteggiamento comune, ho chiesto a una ungherese trapiantata in Serbia (e che quindi è uscita dai confini). La sua spiegazione di questa reazione è che l’interlocutore non sa l’inglese o lo conosce un po’ ma si vergogna a parlarlo e quindi vuole farti sentire in difficoltà. Come appunto se avessi una malattia.

L’altra loro caratteristica è quella di avere un senso dell’umorismo particolare.
Correggo: l’umorismo è assente.

In compenso sono parecchio impiccioni. Essendo io uno straniero, la loro impicciosità con me è limitata, ma, avendo degli infiltrati mezzosangue (italo-ungheresi) in giro, ho un esempio di prima mano, tra i tanti, da fornire.

Ragazza, scontrino alla mano, va a restituire un paio di leggings per cambiarli. Commessa:
– Come mai vuoi restituirli?
– Non mi piacciono…
– Ma quando li hai presi ti piacevano?
– Sì ma a casa li ho provati meglio e non li voglio
– Come mai? Cos’hanno che non vanno?
– Niente, voglio cambiarli. Voglio quegli altri là (indica)
– Ma quelli costano di più
– Fa niente, voglio cambiarli con quelli dando la differenza
– Sei sicura? Costano di più…
– SI!


In realtà secondo me è una subdola mossa della direzione per scoraggiare i resi da parte della clientela. Ma dato che non vado in giro a restituire leggings, chi sono io per dire il contrario?


A livello sociale mi sembra sussista un evidente scollamento generazionale.
Premetto che conosco solo la realtà di Budapest.
Gli adulti medi sono imbruttiti. Sono torvi e arcigni e vestono in modo orribile. Le nuove generazioni sono invece molto fresche e vivaci. La cosa che mi colpisce di più è notare quante under 25 si colorino i capelli. Da una stima così a spanne le colorazioni blu, fuxia, verde, azzurro, mi sembrano molto più numerose rispetto a quelle che vedo in Italia.

Anche alcune signore adulte si colorano i capelli con tinte inusuali, con risultati che lasciano però a desiderare. Beninteso, non è che una persona adulta non possa colorarsi. È solo che, probabilmente, non essendo avvezza alle tinture e avendole scoperte solo in là con gli anni, dovrebbe prestare più attenzione ai risultati che ottiene.


Questa problematica a dire il vero l’ho riscontrata anche in Italia.


L’ungherese è “attento” al denaro.
Ci sono locali ormai frequentati quasi solo da stranieri, perché considerati troppo cari per gli standard locali. E per troppo caro intendo il pagare una birra alla spina 500 fiorini (neanche 2 euro).

Ma il tutto va anche commisurato allo standard di vita locale. E forse è questa la cosa più difficile di questo mondo: stare nelle scarpe altrui. Non è mai facile, soprattutto se poi vuoi cambiarle e la commessa ti fa il terzo grado!

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Si accettano miagolii

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