Non è che il vegano romano imprechi dicendo ‘tacci soia

Supermercato.
Arrivo alla cassa contemporaneamente a una ragazza che sopraggiunge da un’altra direzione. Le faccio segno di passare avanti, mi guarda interdetta e non si muove. Debbo insistere. Lei si adegua, ancora interdetta.

Comprendo che qui non siano avvezzi alla cortesia, ma che non mi guardassero come un alieno perché già mi capita di sentirmi strano di mio.


Oppure forse il gesto che ho fatto qui è fraintendibile.
Una amichevole mano aperta col palmo all’insù che si allontana da me e indica la cassa probabilmente qui significherà “Che ne direbbe di sdraiarci insieme così le mostro che è allungabile da qui sino a lì?”.


Non è l’unica cosa nei supermercati che mi ha dato da pensare di recente.

La frutta e la verdura, ad esempio.
In alcuni punti vendita è necessario pesarla ed etichettarla, in altri no, seppur facciano parte della stessa catena. Non comprendo il principio della differente scelta. Se capita di frequentare indifferentemente uno o l’altro supermercato, può capitare di presentarsi alla cassa senza il prodotto etichettato perché per la fretta ci si è confusi. La cassiera allora ti redarguirà e getterà il sacchetto in un angolo con vibrante disprezzo.

Ovviamente non rifarai la fila per 3 pomodori che volevi mettere in un’insalata e questo è fonte di frustrazione per uno che di suo già si ciba di un numero limitato di ortaggi e che si vedrà privato del giornaliero apporto di nutrienti.

Ci sono cassiere che invece si prendono la briga di andare a etichettare il sacchetto oppure chiedono a qualcuno di farlo o ancora chiedono il prezzo a una collega e lo digitano alla cassa. Ma non sono mai capitate quando ero io ad aver dimenticato l’etichetta oppure erano alla cassa di fianco la mia.


Che un po’ legge di Murphy come il principio de “La fila di fianco è sempre più veloce”: studi scientifici dicono che sia un inganno della mente, perché il cervello enfatizza la lentezza della nostra fila e sottostima quella della fila accanto, che, in realtà, non procede affatto più veloce.
Io non condivido tali studi e infatti ogni volta punto un cliente della fila di fianco che parte al mio stesso livello e, puntualmente, debbo constatare che se ne va mentre io sono ancora in coda perché davanti capita qualcuno che non ha etichettato il sacchetto oppure che deve digitare di nuovo il pin del bancomat oppure che paga in cambiali della banca della Cappadocia.


La disposizione della merce è un’altra cosa che mi crea ancora qualche difficoltà.

È risaputo che alcune cose di prima necessità (sale, latte, uova) sono dislocate in modo strategico lontane le une dalle altre per aumentare il tempo di permanenza del cliente tra gli scaffali. È un vecchio trucco del marketing della GDO.

Qui a Budapest questo concetto è esteso alle estreme conseguenze.
Nei vari supermercati che ho visto ho notato che la merce non segue alcuna logica nella propria disposizione.

Perché il cibo per animali è nello stesso scaffale della maionese e del ketchup? Perché gnocchi e tortelloni sono nel banco con i dolci?


Perché è l’unico banco frigo disponibile? No! È un punto vendita enorme pieno di banchi frigo, eppure l’associazione mentale è gnocchi+tiramisù, forse perché entrambi prodotti non tipici e quindi quello deve essere il banco prodotti esotici.


E poi perché mai il latte vegetale è disposto sopra al banco della carne? Non di fianco, non separato: in bella mostra proprio sopra un macinato fresco di maiale.


Un messaggio subliminale aggressivo, vegano infame per te solo salame?


Almeno credo che fosse maiale perché ho ancora qualche problema a ricordare come si chiama cosa e google translate spesso non trova le parole che cerco.


Una volta, invece, sconsolato dopo aver girato a vuoto inutilmente perché non trovavo l’olio, ho posato tutto ciò che avevo e sono uscito a mani vuote. Come atto di protesta.


Tutti i consumatori dovrebbero fare come me.


L’olio non era più dove avrebbe dovuto essere. Ne avevano cambiato posizione. Ogni tanto cambiano di posto alle cose, oppure altre volte le tolgono dalla vendita.

Una volta avevo trovato degli hamburger gradevoli e che non contenevano dieci altre cose sconosciute aromatizzanti miscelate dentro.


Perché mai all’estero capita a volte che con la carne debbano impastarci tante altre cose dentro tanto che alla fine di carne non c’è più il sapore non mi è chiaro.


Dopo averli acquistati una volta sono poi scomparsi.

Le fette biscottate: quelle del Mulino Bianco costano troppo, quelle dello SPAR sembrano fatte di segatura impastata.


Almeno fosse segatura di legno di cedro, invece sembra provenire da una scarpiera IKEA.


Avevo trovato una marca buona olandese che produceva quelle doppie e pastose. Sono riuscito ad acquistarle 3 volte, poi sono scomparse.

In genere quando i supermercati non si riforniscono di un prodotto è perché non vende.
Ciò mi fa sorgere dei dubbi: o è possibile che io abbia dei gusti così fuori dalla norma oppure che io sia una specie di tester al contrario. Se una cosa mi piace vuol dire che non sarà di successo.

54 Pensieri su &Idquo;Non è che il vegano romano imprechi dicendo ‘tacci soia

  1. Io mi perdo a fare la spesa nei supermercati qui in Italia…quando l’ho fatta a Parigi e Vienna sono uscita dopo 6 mesi con la barba lunga e i capelli unti come l’olio che non riuscivi più a trovare. Coincidenze?

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  2. Hai gusti troppo raffinati!!il fatto che ketchup sia nello stesso scaffale del cibo per animali fa pensare che non ci sia differenza di ingredienti.. resisti e non convertiti ai surrogati di wurstel(che giá di norma non so di che siano fatti e non comprendo chi se li mangia crudi) o alle fette biscottate Di compensato!!

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  3. Anche qua in Italia non scherzano in quanto a confusione, una volta ho girato ho girato per mezz’ora in un supermercato (nemmeno troppo grande) per cercare del caffè. Di norma si trova nello stesso reparto dove si trovano the e tisane, questo no…giravo e andavo su e giù per le corsie che sembravo matta, fino a che non ho chiesto un commesso (che mi stava pure tenendo d’occhio, secondo me pensava che stessi per rubare qualcosa) e ho scoperto che stava sopra lo scaffale del latte…O.o

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    • Era anche quello un suggerimento subliminale, vuol dire preparati del caffelatte!
      Anche a me è capitato venissi adocchiato da un sorvegliante perché andavo avanti e indietro nella stessa corsia senza prendere nulla. O forse sono io che mi fisso che la gente mi stia fissando anche se quello realmente mi stava fissando.

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  4. Io ho una lotta che dura anni con i distributori Montebovi: la nota marca dolciaria è riuscita a farmi passare ai wafers Selex. Ed io faccio spese anche solo di wafers e succo d’ananas. Il succo d’ananas è un altro problema. Risolto sempre con Selex.
    Noto che il problema della Cappadocia affligge l’Ungheria ed il comune dove vivo dunque.
    Almeno da te ci sono atti di bullismo alimentate contro i vegani.

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  5. Te hai gusti italiani, mangi bene, abbiano una terra generosa (che maltrattiano) e che da noi regala un sacco di cose buone.
    Il sapore è un’abitutudine, loro semplicemente non son abituati alla “roba” (che detta così sembra droga) buona.

    PS: vuoi davverso sapere perchè mettono millanta insaporitori nella carne? Sicuro? (ci sarà un motivo, oltre quello etico principale, per cui non mangio carne)

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    • Non sono del tutto d`accordo, credo che ogni Paese abbia qualcosa di buono, chi più chi meno. Certo qualcuno non ne ha proprio, tipo chiesi a un inglese come facessero a mangiare cibo inglese e lui mi disse: ma in realtà non mangiamo inglese, mangiamo italiano, arabo, indiano, francese e così via. In effetti, tolti bastoncini di pesce e il puding non so cosa altro abbiano.

      Di certo la qualità e la varietà mediterranea se le sognano, peccato noi stessi abbiamo dimenticato cosa significhi tant`é che stiamo diventando un Paese di colesteroli a mille.

      ps: non sono certo di voler sapere la verità.

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      • In siberia avranno anche UNO cibo buono, non metto indubbio 😛

        Sull’inghilterra è vero è così, se escludi due piatti della domencia di loro tradizione, tra cui il tortino di carne e patate, loro mangiano il cibo degli altri (da secoli dovrei dire… colonialisti per disperazione loro)

        Noi non è che abbiano dimenticato, noi non vogliamo “faticare”…. cucinare richiede tempo, voglia, spazio.

        Meglio un bel concentrato di cibo preparato/surgelato/liofilizzato all’80% di puri e veri additivi/addensanti/aromatizzanti (tra cui alcuni cancerogeni) pronti in cinque minuti, che star lì a scegliere i cibi genuini, lavarli, preparali e dargli il tempo di cucinarsi…
        (poi però non meravigliamoci che, negli ultimi tre anni, le morti in occidente per malattie legate all’alimentazione, abbiano superato le morti per fame del “terzo mondo”)

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        • Io da quando vivo solo mi sono accorto di passare sempre in cucina! E non preparo chissà cosa di complicato, giusto un sugo alle melenzane o un pesce (scongelato purtroppo, qui pesce fresco giusto salmone o pesce spada) al forno!
          Ho deciso avrò un cuoco personale, da grande.

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            • Il donno delle pulizie XD

              A me piace lavare i piatti (so che sembra strano ma è l`unica faccenda che non mi scoccia anzi è un piacevole intrattenimento perché pensi ad altro mentre lo fai) e poi scopare per terra (niente doppi sensi) (solo la scopa, lavare mi scoccia anche perché finisco sempre per chiudermi in un angolo). Posso venire a dare una mano?!

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  6. io mi perdo, sempre!
    a volte ricordo di fare la lista della spesa ( in genere in base al supermercato dove vado così so la strada… come pollicino)poi la dimentico a casa… al supermercato vado in confusione, torno a casa e ho dimenticato qualcosa… ogni volta, dannazione!

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  7. Un po’ di disorganizzazione espositiva post comunista ci può stare, tuttavia da quel che racconti emergono tre fatti: hai gusti parecchio diversi dall’ungherese quadratico medio per cui alcuni dei prodotti che scegli sono decisamente di nicchia; in Europa centrale il pane è buono e dura più giorni basta scaldarlo per cui il mercato delle fette biscottate è ridotto; e non ultimo… Ginto se vuoi hamburger decenti ti tocca spendere, anche in Italia in quelli da supermarket c’è una lunga lista di ingredienti diversi dalla carne😊

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    • Il pane cerco di comprarne poco altrimenti me lo sbafo e mangio solo quello,sugli hamburger ti dò ragione ma dipende, nei supermercati tipo Conad (il Barbaro) trovi anche quelli normali, dove per normale intendo che c`é roba dentro ma sanno di carne bovina almeno, ma comunque ammetto di essere viziato, sono abituato a quelli del macellaio di fiducia!

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  8. Quando mi sono trasferita qui, la prima volta che ho fatto la spesa sono rimasta 10 minuti a cercare un modo per pesare la verdura. Mi depistava il fatto che ci fosse una mega bilanciona, di quelle con le catene che tengono un piatto in acciaio appeso sotto, presente? Ma essendo analogica non poteva emettere alcuno scontrino! Quindi mi chiedevo come si facesse ad ottenere il dannato peso col relativo costo. Alla fine mi sono arresa, e ho supposto che la bilanciona fosse lì solo per permetterti di darti una regolata con i pesi e avere così un’idea di quanto avresti poi speso. Avevo ragione a quanto pare.

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    • Mi riporta ricordi di infanzia! Il verduraio (si potrà dire verduraio?) ambulante che venva sotto casa aveva una bilancia di quel tipo, di rame (credo o forse ottone), coi piatti e le catene e i pesi.
      In effetti è una buona idea, se tu vuoi mezzo chilo di pomodori come fai a sapere quanti siano a meno che non ci sia la confezione già pronta coi 500 gr? E se io invece sono single e non voglio la confezione da mezzo kg di pomodori perché magari si fanno troppo maturi visto che non li finisco tutti insieme, come faccio? È giusto.

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Si accettano miagolii

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