Noi e quella gran bella troika

Era il 1994 e giocavo a Tetris su una copia cinese del Nintendo 8 bit, di quelle che dichiarano sulla confezione di avere 8000 giochi precaricati. In realtà di titoli ne avranno avuti si e no una 15ina, il resto erano tutti livelli e scenari appartenenti agli stessi giochi.

Per anni troika per ma ha voluto dire questa musica

A quel tempo a scuola le maestre ci facevano scrivere temi sulla guerra in Jugoslavia, le carte geografiche appese ai muri dell’aula riportavano ancora l’Unione Sovietica e le due Germanie, Roberto Baggio era il più forte calciatore del mondo ma per alcuni lo è stato fino al giorno prima di un calcio di rigore a Pasadena, Berlusconi dava inizio al proprio personale ventennio, Ilaria Alpi e don Peppe Diana morivano in due zone di guerra diverse. Moriva anche Kurt Cobain ma io all’epoca non lo conoscevo.

Avevo un quadernone giallo che nella quarta di copertina ricordava che in quell’anno si sarebbero tenute le elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo. Ancora oggi mi domando il perché e il percome di quella pubblicità istituzionale su di un quaderno.

In quell’anno, da marzo fino a fine maggio fummo costretti a frequentare un altro plesso scolastico nel turno pomeridiano, perché la nostra scuola era preda di un’invasione di zecche.

Sotto accusa finirono, nell’ordine: il circo coi suoi animali che stazionava proprio dietro lo stabile; il campo incolto e abbandonato sempre dietro l’area della scuola, terreno ideale per la riproduzione di insetti e acari; la custode che faceva dormire i propri cani nel sottoscala.

La custode si chiamava Italia. Era una signora sulla cinquantina dal volto arcigno e l’aria perennemente infastidita. O forse era il monociglio dell’arcata sopraccigliare a incattivirle il volto. Aveva qualcosa di somigliante a Nixon, ovviamente questo l’avrei realizzato anni dopo. Le mie conoscenze politiche, a quel tempo, si limitavano a Cossiga e Andreotti, di cui io e il mio migliore amico ci eravamo specializzati nell’imitazione.

Sarà stato il mio scarso senso patriottico, ma con Italia non andavo molto d’accordo.

Europa invece era un qualcosa di vago e indefinito, di cui però si parlava molto. Credo di averne letto anche su Topolino, che un tempo era molto attento all’attualità, basti pensare a quando nel 1992 fu pubblicata una storia a puntate intitolata “Ciao Minnotchka” che era una non tanto velata riproposizione della perestrojka in salsa topolinese.

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Io da adulto pensavo che sarei diventato un cittadino europeo, con tanto di documento d’identità blu a stelle dorate.

La maestra una volta durante l’ora di musica (un’ora a periodicità sporadica) ci fece ascoltare la nona sinfonia, o meglio, il quarto movimento con l’Ode alla gioia. Le parole (che non fanno parte dell’inno europeo) le ho imparate anni e anni dopo. A volte mi capita di canticchiarle al mattino mentre sono intento nelle mie abluzioni. O questo o le sigle dei cartoni animati.

“Alle Menschen werden Brüder” recita il testo a un certo punto, tutti gli uomini diventano fratelli. Vallo a spiegare Comune per Comune, dove ancora ci si guarda in cagnesco dal Medioevo e spesso non si è ben capito perché. Dalle mie parti, ma come credo in qualsiasi altra cittadina, si usa dire degli abitanti vicini che “sono diversi da noi”. Diversi in negativo, ovviamente. Perché sono
– ladri
– brutti
– cafoni
– traditori

in generale gente malamént o “brutta razza”, che dir si voglia.

Nel 1994 ricordo mancò poco che i nostri genitori non venissero alle mani con i genitori degli alunni della scuola che ci ospitava durante l’emergenza zecche. Perché “quelli di Fratelli Bandiera” erano “brutta gente”. Vorrei sottolineare che le due scuole erano distanti al massimo 200 metri in linea d’aria, separate da una statale che immagino fungesse quindi da Linea Gotica.

Una frontiera.
De Gasperi, Adenauer, Schuman: i padri fondatori dell’Europa erano uomini originari di terre di frontiera o di zone contese che hanno vissuto in prima linea la guerra. Dal locale al generale, all’internazionale. Come se io e un tale di quella scuola di Fratelli Bandiera stipulassimo un’alleanza sovrascolastica perché non vogliamo che i nostri figli si incontrino per strada e si prendano a sassate.

Oggi la troika non suona più ma le suona. Per gli extraterrestri che stessero in vacanza sulla Terra, per troika si intende il triumvirato finanziario composto da Commissione Europea, Fondo Monetario Internazionale e Banca Centrale Europea. Quest’ultima dirige le zecche nazionali.

Quindi abbiamo scoperto chi c’era dietro all’invasione del 1994 nella mia scuola.

Nessuna Merkel è stata maltrattata se non a parole per questo post.
Per la produzione di queste righe sono stati macellati dei Draghi provenienti da allevamenti certificati delle terre d’Hollande.

16 Pensieri su &Idquo;Noi e quella gran bella troika

  1. Leggerti mi ha fatto ripercorrere il passato, i suoi colori, i profumi, la tecnologia “povera” che però regalava una felicità che ricordo ancora. Ha sfogliato pensieri mai tramontati e desideri che rincorro ancora. Grazie, grazie per avermi fatta sentire ancora una ragazzina. ☺️

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  2. Bella cosa. All’epoca (1994) facevo beneficenza a favore delle vittime della guerra in Jugoslavia. La scuola aveva invitato i ragazzini a raccogliere cibo da inviare nelle zone dell’est Europa. Avevamo raccolto olio, pasta, cibi per neonati… E l’iniziativa, se non sbaglio, si diffuse in tutta la Calabria.

    Peccato che poi, a distanza di 20 anni, furono scoperti i container presso non so dove a Reggio, la roba era scaduta e in Jugoslavia non arrivò nulla.

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    • Successe anni dopo la stessa cosa per la missione arcobaleno in Kosovo: container dimenticati al porto in Puglia!

      Anche da noi a scuola organizzavano raccolte fondi. O per la guerra o per l’Africa, per i bambini affamati.

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      • Ricordo anche che una volta la maestra raccolse i soldi per comprare le uova di pasqua della solidarietà, per la ricerca del Neuroblastoma.
        Raccolse i soldi e comprò non ricordo quante uova. Poi le stesse andò in un istituto per anziani e le regalò. Fece doppia beneficenza (ovviamente con i soldi nostri, mica con i suoi) e ricordo che noi bimbi ci rimanemmo molto male.

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Si accettano miagolii

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