Fatico sempre più a sopportare ansiosi e preoccupati di professione. Untori di paranoia che sembra non riescano a stare fermi senza infettare gli altri.
E se poi il treno ritarda di due ore?
E se poi piove?
E se poi finiscono i biglietti del concerto?
E se poi c’è sciopero?
E se poi, cosa? Troveremo il modo di ovviare o ce ne faremo una ragione. Ma placati, per cortesia.
Quando frequentavo l’università man mano che ci si avvicinava all’esame ricordo aumentavano anche le domande.
E se poi ti chiede proprio quella cosa che non ricordi?
E se poi gli parli di quell’argomento e lui fa altre domande?
E se poi quel giorno sta nervoso?
E se poi gli porti la tesina e a lui non piace?
La soluzione
Io rispondevo sempre con una scrollata di spalle e uno spensierato “sti cazzi”. Lo spensierato “sti cazzi” si differenzia dallo “sti cazzi” vero e proprio perché meno aggressivo. L’interlocutore si potrebbe offendere davanti a una risposta volgare. Mentre lo spensierato “sti cazzi” è più leggero e, inoltre, lascia l’ansiopata di turno interdetto, perché spiazzato dal trovarsi di fronte una persona che se ne frega.
Fortuna che i colloqui di lavoro sono cose personali e private di cui nessuno viene a sapere, altrimenti la tortura si ripeterebbe.
In ogni caso non ne posso più. Ogni conversazione così sono per me scatti di ansianità che maturo. Voglio la pensione.
Penso che la categoria degli ansiosi all’Università sia quella che riesce a irritarmi di più. Mi ricordo i tormenti della gente pre-esame: il rincorrere la gente e chiedere le domande che il prof ha fatto (tanto se le ha fatte a lui, non le farà a te), il rispondere più veloce dell’interrogato (bravo, ma vale la risposta sopra), l’essere impanicato/a perché non sai praticamente tutto il libro (se vogliono inchiappettarti, lo fanno comunque) e via dicendo.
Fra tutte le categorie, quella più balzana era la categoria “ragazza in attesa dell’esame”. Prevede, nell’ordine, ansia a catinelle, proclami di “non so niente”, “non ho studiato”, “mi mandano a casa”, una lacrimuccia.
Finale prevedibile: lei prende 30 e tu, nelle stesse condizioni (senza lacrima), prendi 21… e ti poni delle domande…
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Sì, scena tipica. È dal liceo che odio persone così.
Arrivavano fuori scuola abbracciando il libro (perché leggevano anche per strada), poi con lo sguardo smarrito cominciavano a scuotere la testa ancor prima di parlare. E poi partiva un “non so nienteeeee”
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Esatto!!! Lo sguardo disperso ed incominciano a belare… 😀 ahahahaha
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Lo so. Siamo insopportabili.
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Quello che non comprendo: l’ansia è forse come il raffreddore, va via attaccandola agli altri? 😀
Ah e io sono un ansioso: però sono un ansioso che introietta e non esterna
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Dipende. Io invece ultimamente, se non trovo sicurezza dagli altri, da sola riesco ben poco.
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“introietta e non esterna”… tu???
Maddai!
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Mostrare spensierato menefreghismo all’ansioso produce , in quest’ultimo,un effetto a catena di attacchi di panico causati da mancanza di autostima e desiderio, inattuabile, di emulazione del distacco.
L’ansioso ama essere ansioso. Diciamolo, ohhhhh!
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È un cane che si morde la coda, quindi?
Non lo so, questo mondo comincia ad affascinarmi. Da ansioso introspettivo vorrei provare a essere ansioso untore e spargere paranoia, onde testare gli effetti. A puro scopo scientifico
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Penso che l’ansioso ami inconsapevolmente tutto ciò che procura ansia. Perciò non poter vivere lo sticazzi diventa un nuovo, succoso motivo d’ansia.
Si pasce nel vittimismo verso le avversità della vita, da condividersi forzatamente coi malcapitati astanti.
L’introiettatore odia la propria ansia e la tiene per sè, tipo cicatrice. Una cosa un po’ giappa, non so se mi spiego.
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A regà però non confondiamo il cagacazzi con l’ansioso eddai.
L’ansia è nobile.
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Che ci sta di nobile nell’ansia? L’ansia è cagacazzo!
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Ma voi parlate di pivelli sfasciaminchia.
L’ansioso serio, quello coi controcazzi, partorisce cose straordinarie grazie e a causa della sua ansia, perchè quell’ansia è solo un riflesso di una lunga serie di “cose” interiori che ti costringono al pensiero.
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Ma non è l’ansia ad essere produttiva, confondi la manifestazione con la causa e il processo, come hai detto te è solo il riflesso di altre cose.
Esiste pure la possibilità di eliminare le ansie e mantenere una capacità di pensiero
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No no, non confondo, infatti l’ho specificato: è un riflesso.
“Eliminare le ansie e mantenere una capacità di pensiero”, i termini che hai usato indicano un processo a posteriori. A me interessa quello che viene prima.
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Eh, quello che viene prima è la propria storia personale, i sostegni che hai messo che hanno fatto sviluppare la pianta in un certo modo e non in un altro.
Non è che ci si sveglia la mattina con, non so, l’ansia di essere sottoposti al giudizio altrui: è che, probabilmente, crescendo si saranno sviluppate determinate cose. Però, ecco, a posteriori si può anche dire basta, diamoci un taglio, senza per questo sacrificare quella parte di sé che invece ha un’utilità produttiva
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Diciamo che la tua è una visione ottimistica (e dal mio punto di vista semplicistica), io preferisco pensare che si può “usare” l’ansia, anche quando l’ansia non si manifesta in modo esplicito.
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Ammmore, dipende dalla nobiltà dell’ansioso.
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Quindi mi devo controllare il pedigree per vedere se c’ho il blasone da nobile ansioso?
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Al contrario: qui si parla di rara nobiltà dell’animo, che si riverbera in ogni moto.
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Parliamoci chiaramente: per me finchè riesci ad uscire di casa e fare cose normali NON sei ansioso. Sei solo sfasciaminchia.
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La sfasciaminchiaggine è la deriva comune dell’ansia.
Una specie d’imitazione squallida dell’originale.
Si definisce ansia perché ci sono meno sillabe.
Ma hai ragione tu: la vera ansia ti inchioda e ti paralizza.
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La vera ansia ti costringe a pensare e pensarti per trovare una soluzione, un motivo, un’infinita di rotture di palle, altrimenti resti immobile e incapace. Non in senso figurato.
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Ed ecco che ti amo.
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Sì, ammetto che ci sono ansiosi professionisti che ci mettono parecchio tempo ad uscire da un certo pantano di autocommiserazione e immobilismo, spesso a causa anche di un background sociale e culturale del cazzo che spinge in direzione opposta.
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Solo una volta ho avuto un vero attacco di panico.
Ho creduto di morire: le gambe molli, senza la volontà di rialzarmi dal pavimento. Incapace di governare il mio corpo.
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Sì è un po’ una rottura di cazzo quella, ma poi ti ci abitui.
Mi è capitato di conoscere diversi giovani con problemi d’ansia seri che, trovandosi a vivere in piccoli contesti di provincia, con famiglie e amici di livello culturale primitivo, medici buzzurri, non sapevano nemmeno con chi parlare o di COSA parlare, perchè non capivano, perchè gli era stato detto che “non erano normali”, erano stati sbeffeggiati o allontanati, ghettizzati. Internet spesso è l’unico mezzo per capire.
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Secondo me invece il problema è proprio quel pensare e ripensare, può pensare porti alla soluzione ma secondo ma fa più del male che del bene, alla lunga.
Sarebbe più produttivo spegnere la testa, osservare i pensieri che passano e non rincorrerli.
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Per osservare i pensieri devi aver pensato che la cosa migliore sia osservare i pensieri e se non lo pensi prima, pensando e ripensando, non ci arrivi.
Cmq tu stai descrivendo il pipparolo mentale, non l’ansioso.
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Secondo me la differenza tra i due sta solo nelle conseguenze, su come si ripercuote sul proprio corpo e la propria vita.
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Ginto ci sono milioni di cose che succedono agli ansiosi che, prima di capire che dipendono dall’ansia e trovare una soluzione, ci vuole tempo e spesso medici non incapaci.
A me hanno diagnosticato un probabile tumore al colon, un fungo alle mani, oh una lunga lista… e invece era solo ansia. Probabilmente parliamo di cose diverse.
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No no ti spieghi benissimo, avendo tra l’altro avuto modo di farmi un’idea dei giappici. Ho visto più emozioni in un sasso che in un giapponese
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Come introiettano loro…ecco perché nei manga sono perfidi.
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Secondo me a loro non farebbe male contaminarsi con la nostra “italianità”, quell’essere chiassosi e caciaroni così come lo stereotipo ci vuole (che, tra l’altro, a loro piace) e, dal canto nostro, assimilare un po’ del loro contegno pubblico
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Credo siamo personalità difficilmente conciliabili. Osservazione corroborata dai racconti degli italiani che vivono in Giappone.
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Sono estremamente inconciliabili! Ma proprio lì sarebbe il bello di una sperimentazione, per vedere cosa ne esce fuori. Secondo me la metà italiana ucciderebbe quella giapponese, oppure prevarrebbero i difetti di entrambi invece dei pregi
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Basta che mantenga gli occhi a mandorla: ci tengo.
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Ier sera parlavo con una delle mie mandaLine che ha vissuto in Giappone e mi diceva che le case (e i giappa) sono lerci tanto quanto i cinesi. Ma è vero???
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Non lo so, ma hanno certi insettazzi grandi come pantegane, e questo mi insospettisce…
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Scusate se mi intrometto, ma mi sento involontariamente presa in causa. Io riconosco di essere un’ansiosa spaccamaroni, un’ansiosa di quelle che rasentano il patologico direi, consapevole di venir maledetta da tutti coloro che sono costretti a assimilare per osmosi parte della mia ansia. Ma non ditemi che la cosa mi piace, che amo l’ansia e essere ansiosa e venir odiata da tutti per il mio essere ansiosa. Non ditemi che mi cullo nel vittimismo verso le avversità della vita. C’è ansioso e ansioso. Per quanto mi riguarda, per come devo affrontare io la cosa, parlarne così è alquanto riduttivo e molto superficiale. E’ il mio parere poi eh. Però, vorrei farvi vivere un giorno dei miei giorni “ansiosi” per farvi capire come ci si sente.
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E ti stai curando?
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No, sto semplicemente lavorando su me stessa.
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Ti chiedo scusa se ti sei sentita presa per i fondelli.
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No tranquillo, non mi sono sentita assolutamente presa per i fondelli! 🙂 A parte che ognuno è libero di pensarla come vuole, ed è giusto che tu la pensi così, ci mancherebbe! Ho solo voluto esprimere il punto di vista di una che si auto-inserisce nella categoria “ansiosi”. 🙂
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No va be’, la discussione ha preso una piega seria e sono anche contento, forse non era il contesto adatto, il mio alla fine era un post scherzoso, non è che se uno c’ha l’ansia lo vedo come un appestato da mandare via! Anche perché, che siano seghe o ansie, sono cose che, in altre forme, si presentano anche su di me.
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Ma si, infatti io l ho letto in modo scherzoso! E mi è piaciuto tra l altro! Poi mi sono sentita di dire la mia, quando se ne parlava in modo serio ma dicendo cose su cui non mi trovavo d’accordo…tutto qua.
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🙂
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🙂
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Mitico… Anche se ho appena scoperto che non mi sopporti 😉
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Oddio, quindi anche tu diffondi panico negli altri?! No! 😀
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…immagina di ritrovarti poi un capo così, che non è sicuro di niente e disperde ansia a macchia d’olio, propongo il TSO!
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Una guida ideale! Ma, azzardo un’ipotesi: magari anche lui ha un capo e quest’ultimo gli incute timore e allora sente il bisogno di scaricarsi
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no no fa tutto da solo!
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Ok, rientra appieno nei casi umani, allora.
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Dopo anni di ansietà ossessivo-compulsiva ho capito una cosa: tanto se deve andare male,andrà male,quindi…perché preoccuparsi?!?!
Ci sono voluti anni e anni di bile e fegato spappolato (anche per esigenze lavorative) per arrivare a questa massima di vita! u_u
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Per la serie, se c’è rimedio perché ti preoccupi? Se non c’è rimedio, perché ti preoccupi? 😀
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Esattamente! Come per la questione “programmi a lungo termine”…ho un cv di tutto rispetto su programmi a lungo termine dettagliatissimi andati poi bellamente a quel paese (come sono fine di prima mattina!XD), biglietti per eventi comprati (speso un fottio di soldi anche) e poi lasciati lì…
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Io sono come te: ansiosa che introietta, che non sopporta gli ansiosi che esternano. E vivo con 2 ragazze che prima di ogni esame sono fiumi di lacrime per una settimana. La disperazione!
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Un inferno!
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Sì, assolutamente. Ma credo che il problema essenziale in ambiente universitario sia che gli esaminatori vengono visti come mostri assassini e quindi ci di perde in paranoie inutili. Le due ragazze di cui sopra si stupiscono del fatto che io saluti e chieda “come sta?” entrando agli esami. Mah…
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Sì, esiste anche un problema in tal senso di esagerazioni sui docenti con conseguente fiorire di leggende metropolitane, questo acuisce il clima di terrore.
Beninteso, esistono docenti che sono realmente dei casi umani di follia, ma su 30 esami che tutti siano così…beh, francamente mi sembra un po’ difficile
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Esatto. Anche perché dubito di essere tanto fortunata da averne incontrati pochi soltanto io…
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Pensa Gintobello che c’è persino qualcuno che, pur essendo ansioso a livello serio, seriamente patologico, seriamente invalidante, riesce ad essere la persona più rassicurante dell’universo. Una sorta di “appoggino” per anime in pena.
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Mh, questo è curioso e interessante
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Che è un modo per dire “e sticazzi?”.
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Non ho fatto spallucce, quindi no!
Ricorda che io sono un ragazzo gentile.
No, amenità a parte, è una cosa curiosa. È un modo per aiutare sé stessi sentendosi d’aiuto per gli altri?
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Ma figurati!
E’ l’indole del vero ansioso. Ripeto, non il pivello cagacazzi. Solo uno degli aspetti del delirio di onnipotenza che è una delle tante facce dell’ansia.
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Mia madre e mio fratello sono così. Il mio capo e una mia collega sono così. Considerato che invece il mio “sti cazzi” è piuttosto rilassato, nonostante oggettivamente la mia vita sia un incastro di molte cose, devo avere un equilibrio mentale piuttosto buono… 😀
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Hai la serenità di un monaco zen! Ti invidio 😀
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Riescono comunque ad agitarmi…
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Gli scatti di ansietà producono rughe, solchi profondi. Evitare accuratamente di collezionarli. Evitare chi li collezione: l’ansietà contagia anche te. Digli di smettere!
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Ma non smettono!
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io e te non andremo d’accordo. sono un’ansiopata cronica….. peccato che però le ansie spesso servano a qualcosa!
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Mh, servano a…tipo? 😀
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la mia variante a “sticazzi” è un aneddoto di un caro amico, nel pieno di un momento di ansia (o ansia da prestazione, la differenza è sottile) per un lavoro di taglio da ultimare su dei tessuti entro breve insieme alla sua responsabile che, con accento tedesco (essendo tedesca, non per sfottò), lo guardò con pacatezza negli occhi dicendo semplicemente: “XYZ, che proplema z’è? male che fa, zpaglieremo tutto, no?”.
(e comuqnue: clap, clap, ed ancora clap ad uno dei titoli più belli che io ricordi)
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Una responsabile tedesca che dice ciò?! Con pacatezza?!
No, scherzi a parte. È mondiale, veramente
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Sono ansiosa, me ne rendo conto e sto cercando di smettere… Probabilmente entrerò in una comunità di recupero per ansiadipendenti.
“Ciao sono Jelly e non butto ansia addosso aglia altri da 2 mesi”
Tutti in coro “Ciao Jelly!”
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Io per penitenza o solidarietà o entrambe andrò in quella degli insofferenti, allora!
Ciao, sono Gintoki. Non mi lamento degli altri da due settimane. 😀
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aho!
ma che ansia tutti ‘sti commenti!
Eccheccazzo!
ma da me…niente?
Basta.
So’ ansiosissima!
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Stop all’ansia!
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Pensare all’immagine di uno che mi risponde con lo ‘spensierato sti cazzi’ mi evita già una prossima eventuale ansia. Grazie.
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