Non è che ti serva l’inchiostro per impostare il timbro della voce

Un paio di anni fa non riuscivo più a trovare la mia tessera elettorale. Alla fine rinunciai alla ricerca e decisi di fare richiesta per una nuova.

Andai a fare la denuncia di smarrimento alla Municipale, che è proprio di fronte il Municipio.

Trovai un agente smarrito che, alla mia richiesta di fare denuncia di smarrimento, si smarrì ancor di più:

«Eh ma io qua mi hanno lasciato solo non saprei non c’è neanche il Comandante…no no vada dai Carabinieri».

Andai dai Carabinieri:

«Eh, deve andare dalla Municipale» Mi risposero.
«Sto venendo da lì e mi hanno mandato qua».

Alla fine comunque riuscii ad avere la tessera nuova.

Qualche giorno fa ho ritrovato la vecchia. Incredibile il fastidio che mi ha dato lo scoprire che mancavano 4 timbri per completarla. Adesso avrò con me una cosa incompleta che non potrà mai più finire.


La cosa divertente è che non sono un seguace affatto invece delle tessere punti. Ho decine e decine di pezzi di carta di posti in cui sono andato una sola volta e non ho alcun interesse a ritornarci solo per accumulare timbri perché poi “Ogni 10 kebab dei falafel omaggio”.


Ci sono altre cose che mi generano un senso di “cose fuori posto/fuori contesto”.

Ad esempio quelli che lavorano al pc senza la luce accesa. Che per me quando fuori non c’è sole perché è nuvoloso o piovoso stanno in pratica al buio. Li vedo e provo un senso di disagio.

Un tempo quando passavo davanti una stanza con la luce spenta chiedevo:

«Vi accendo la luce? Vi vedo al buio»

Poi ho smesso. Insomma, non avrei voluto passare per il Tizio della luce. Anzi, il Cagacazzi della luce*.


Dato che poi mi dicevano sempre di accenderla mi chiedevo: allora ne avevano bisogno della luce e non si alzavano per pigrizia?


* E poi comunque non sono mica Grace Kelly


Tra le altre cose che trovo fuori posto c’è poi il tenere il condizionatore acceso e la finestra aperta.

Praticamente l’effetto è quello di avere un cono di aria fredda a 18° che si scontra con un muro di aria calda a 35°. Una volta in una stanza ho visto crearsi un uragano così.

Un’altra cosa che fanno le persone che mi fa pensare No, perché proprio ora? è quando iniziano a parlarti nel momento in cui hai messo su le cuffie per ascoltare musica. Magari siete lì uno di fronte all’altro, in viaggio su un mezzo o alla scrivania al lavoro o in qualsivoglia contesto e non vi state dando alcuna attenzione.

Ma quando decidi di mettere le cuffie nelle orecchie la persona di fronte a te deciderà che dovrà rivolgerti la parola.

Al che ho preso delle volte a mettere le cuffie quando voglio fare due chiacchiere ma non so con che discorso iniziare, per stimolare la parlantina nell’altro.

Chissà quali cose faccio io che danno fastidio agli altri.

Quando me ne renderò conto mi sentirò fuori posto.

Non è che non hai un gatto delle nevi perché sei allergico al pelo

Di sicuro, forse, sarà giunto all’orecchio altrui di nevicate al Sud, eventi eccezionali che non si ripetevano da quando l’uomo inventò il cavallo.

C’è da riconoscere che non siamo preparati a simili accadimenti, quando ho visto dalla finestra tutto imbiancato ho pensato Oddio e ora che si fa, devo spalare il vialetto? Andrà bene la paletta della scopa o meglio quella della lettiera?.

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Fortuna ha voluto che in tarda mattinata iniziasse a sciogliersi il tutto permettendomi di uscire. Non avevo mai realizzato che il rumore della neve che si scioglie è come lo sgocciolio sul finire di una minzione. Ci ho messo un po’ per ignorare questo pensiero: mi sembrava di camminare in un enorme bagno di un Autogrill.

Ho smarrito la mia tessera elettorale. Sono andato dalla Municipale per la denuncia, ma all’interno sembrava non esserci nessuno.

– È permesso?
– Prego, prego

Da dietro al bancone è emerso un omino smarrito. Forse stava dormendo.

– Dovrei denunciare lo smarrimento della tessera elettorale
– Ehr…Deve chiedere al Comune
– In verità, in verità le dico che al Comune dicono che io debba fare prima la denuncia e poi andare da loro per la richiesta di una nuova tessera
– Ah. E allora deve andare dai Carabinieri…io qui non so…non credo di potere…
– Va bene.

Ho evitato di polemizzare perché l’omino mi sembrava già molto in polemica col suo cervello e non volevo aggiungergli altre difficoltà.

Per strada la gente non parlava d’altro che della neve. Molti non sono andati al lavoro. Volti sorridenti. Addirittura. Una commessa fuori dal suo negozio dava forma a un pupazzo di neve. Scuole chiuse e bambini che raccolgono la neve superstite dalle auto in sosta per lanciarsela contro.

Incredibile, non avevo mai visto la mia città così. Devo dire che mi siete quasi simpatici. Adesso basta, smettetela, vi prego, che devo tornare a odiarvi.

Al Comune:

– Devo fare richiesta per la tessera…
– Serve la denun-
– Eccola
– Ah già ce l’hai. Non potevi venire direttamente sabato, l’ufficio è aperto è c’è la Municipale presente, facevi direttamente?
– Non so se sabato posso (e non mi va poi di fare la fila con tutti quelli che si sono ricordati soltanto il giorno prima di cercare la tessera)
– Eh ma ora non so vedi se te la fa la collega…

Mentre sono lì passa Padre con la sua solita falcata alla John Wayne. L’impiegata lo saluta, poi mi fa

– Ah ma tu sei il figlio di Padre? Non t’avevo riconosciuto proprio. Entra, dai, facciamo la tessera.

Ora potrebbe sembrare che Padre sia chissà quale personalità, Sua Eccellenza, Monsignore, o che altro. Nulla di tutto ciò, posso garantire.

Da questa esperienza ho capito che io in situazioni normali devo aver l’aria di chi porta lavoro da scansare e quindi vada rimbalzato all’ingresso.

Mi verrà un esaurimento nevoso.