Regole del quieto vivere

1) Se una persona non frequenta parrocchie, associazioni politiche, circoli per la salvaguardia del triccaballacche, non vuol dire che è disponibile sul mercato per il miglior offerente. Forse è semplicemente non interessata e non ci tiene a subire tentativi di cooptazione.

2) Quando ti dico “Ti farò sapere” è perché ho bisogno di pensarci su. Non dare già per scontato che ti darò la risposta che vuoi sentirti dire, la prossima volta.

3) Se già sai che la tua risposta è negativa, non dire “Ti farò sapere” per prendere tempo o sperare che l’altro lo capisca da solo.

4) Se hai così voglia di salvare il mondo, alza il sedere dalla sedia ed esci fuori di casa: sicuramente ti imbatterai in qualcosa da fare. Non condividere link sui social network per far firmare improbabili petizioni online o mostrare immagini di repertorio al suon di “Incredibile! Scandaloso!” come un Sandro Piccinini del grottesco.

5) Al cinema, se non sei interessato a guardare il film, non è detto che tu non possa fare altre cose, come mangiare, limonare, costruire una Torre Eiffel col chewing-gum. A patto che tu lo faccia IN SILENZIO. E possibilmente non vicino ad altre persone.

6) Non è scritto da nessuna parte che i tuoi gusti facciano parte del canone universale delle preferenze, anzi è molto più probabile che siano opinabili. Quindi, non dire a qualcuno “come fai a guardare/ascoltare/leggere questa roba”.

7) Se sono fermo all’incrocio forse è perché devo dare la precedenza a un altro. Il tuo clacson non è collegato alle ruote motrici della mia auto, pertanto, suonarlo non farà muovere la vettura.

8) Se una persona inizia a raccontare qualcosa, non interromperla dopo 5 parole per dire “Sì, come è successo a me!”, anche perché è molto probabile che non sia andata affatto come accaduto a te.

9) Hai tutto il mio affetto e la mia gentilezza se soffri per i dolori mestruali. Ma, ti prego, non aggiornarmi sul numero quotidiano di lavaggi al bidet.

10) Non demolire le ambizioni altrui. Non sei un giudice di X Factor, non sei Gordon Ramsay e la vita altrui non è un reality a eliminazione. E no, non dire che lo fai perché temi che l’altro poi rimanga deluso se gli va male. Non ci crede nessuno.

Se ci sono proposte per altre regole, aggiornamenti, integrazioni, ben vengano!