Non è che per Don Chisciotte il resto fosse Mancia

Quella volta mi scrisse “Non vedo l’utilità di essere “amici”, “conoscenti””. Virgolette comprese intorno ad amici e conoscenti. E lì fu la pietra tombale sulla conversazione.

L’utilità.

Qual diamine persona gretta parla di utilità riferendosi agli altri individui? Non è una tariffa telefonica, non stai mica valutando cosa ti sia più utile tra 1000 minuti o 30 gb.

– Salve buongiorno, è il Sig. Gintoki? Sono Gonorrea della Voltafogne, la contatto per questa nuova offerta che le dà un conoscente in più al mese per sempre
– No grazie non ne vedo l’utilità

Non ho mai ragionato in questi termini e forse ho sbagliato. Mi sarò precluso tante occasioni nel valutare l’utile in questo o quel rapporto.

Ci ritorno su riflettendoci mentre mi allontano dalla cena per andare in bagno. Chiudo come sempre la porta tenendola tra la punta di due dita perché penso a tutta la gente che la tocca senza essersi lavata le mani.

La minzione sembra interminabile e io continuo nelle mie riflessioni. È molto bello eleggere a pensatoio un cesso delle dimensioni di un metro per un metro di una trattoria alla buona .

Torno e cominciano ad arrivare i piatti. Io volevo solo un primo: 120 grammi di ziti al ragù napoletano. Alle 23 è meglio star leggerini. Però mi attiravano anche le polpette, sempre al ragù. Ma non ce l’avrei fatta a finirle insieme al primo piatto. La mia vicina di posto pensando probabilmente la stessa cosa allora mi aveva guardato facendomi: “Ce le dividiamo?”. Così le avevamo ordinate.

Non posso dire sia una mia amica. Non mi invita manco ai suoi compleanni. Direi quindi che sia più una conoscente.

E, improvvisamente, col piatto davanti da poter dividere permettendomi di gustare le polpette nella giusta quantità, ne ho vista l’aura di utilità nell’averla come conoscente.

Forse allora è proprio vero. Le persone sono utili. Almeno quando si tratta di cibo.