C’è un medico in sala? Ok, è pregato di andarsene perché voglio crepare in pace

Negli anni ho assistito a tante tragedie di grande impatto emotivo sull’opinione pubblica. Tragedie che si vanno a sommare ad altre accadute nel passato.

La costante, in questi casi, è che tutti diventano esperti di medicina legale, di armi e balistica,  di geopolitica internazionale, di fisica, di chimica, di giroscopi a pressione e via dicendo.

Un po’ come quando si dice che siamo tutti allenatori quando si segue un incontro di calcio, allo stesso modo siamo tutti dietrologi quando si assiste a fatti sconcertanti.

Tale tendenza credo abbia subìto un’accelerata con le nuove tecnologie e i social network. Un quarto d’ora dopo gli avvenimenti, coi cadaveri ancora caldi, c’è già chi ha pronte le analisi del caso sull’accaduto. Analisi che smontano o mettono in discussione la “versione ufficiale”.

L’esperto di turno è quello che analizza la traiettoria del proiettile e stabilisce che o è arrivato Magneto a guidarla o c’è qualcosa che di sicuro non quadra! Tutto ciò dall’alto della sua esperienza, che probabilmente deriva dall’aver studiato su Wikipedia e visto tutto CSI, sia Las Vegas che Miami che New York anche se New York è alquanto bruttino e insignificante e mi spiace per chi non è d’accordo, ma forse questo è un complotto per non far guardare CSI New York e non far venire a galla verità scomode.

Queste persone affette da tuttologia mi danno sui nervi e vorrei prenderle a calci. Possibilmente calzando degli anfibi con la punta rinforzata, perché non vorrei rischiare un trauma all’alluce.

Ma non per qualcosa, perché la curiosità di sapere è una bella cosa e va invece sempre coltivata.

La morbosità, invece, è rivoltante.

Sparite.
Tutti.