Non è che ti sbagli ad Accra perché l’apparenza in Ghana

Il mio meccanico è un tipo particolare.

Potrei descriverlo così: una parola è troppo, due mi stai dando veramente fastidio.

Mi inquieta.

Ti guarda sempre come se pensasse Adesso ti meno.

Oh in realtà è una brava persona, solo che è grande come un grizzly e ingrugnito come un ippopotamo.

Una volta gli portai l’auto per una regolazione veloce. Finito, gli chiesi quanto gli dovessi. Lui si avvicinò torvo alzando il braccio verso di me: oddio ora mi piglia a schiaffi.

Niente, mi stava porgendo il gomito – la mano era cosparsa d’olio e non voleva sporcarmi – affinché glielo stringessi, come a dire Stiamo a posto così.

È solo una questione di apparenze.

Purtroppo nella società sono importanti.

Lo sono in vita e anche in post vita.

Leggevo una cosa curiosa riguardo il laboratorio che si occupava (presumo ne sia incaricato ancora oggi) della manutenzione della salma di Lenin. Alla caduta dell’Unione Sovietica negli anni Novanta l’istituto perse i finanziamenti pubblici. Stava rischiando la bancarotta, se non che poi avvenne qualcosa:

Nella seconda metà degli anni Novanta, quando le mafie moscovite e i banditi della città cominciarono ad accumulare ingenti patrimoni, le cose cambiarono repentinamente. Non furono i denari del mafiosi a dare speranza ai nostri medici, bensì le faide mortali che si scatenarono tra loro. Ogni settimana aveva luogo una resa dei conto e si sentiva dire che un’altra delle “autorità” della mafia locale era stata crivellata di proiettili. E, allora, al manager della squadra di medici venne un’idea salvatrice: perché non andare da uno di questi banditi e offrire i propri servigi? […] I banditi russi, noti per la loro crudeltà e i metodi barbari con cui sono soliti operare, hanno però un animo e una sensibilità particolari […] sono toccati profondamente da parole sacre come “madre” o “memoria dei compagni di banda”.
[…] i banditi continuavano a venire da loro, con un ordine molto semplice: “Fa’ che il nostro capo sembri vivo, proprio come Ilič”. In pochi anni il Paese si riempì di Ilič, il modello Lenin si moltiplicò all’infinito.
da Vasile Ernu – Gli ultimi eretici dell’Impero

Ecco, se esiste la possibilità di un ingentilimento delle apparenze anche per un mafioso russo bisognerebbe prevederne uno anche in vita per tutti quanti noi – il mio meccanico, io, noi tutti – che a volte veniamo travisati nelle nostre intenzioni perché non ci siamo presentiamo al prossimo seguendo un canone di apparenza prestabilito nei modi e/o nei costumi.