Non è che il musicista sia contento se suo figlio a scuola sia pieno di note

Avevo deciso di vendere la chitarra. Ce l’ho da 14 anni ma non ho mai imparato seriamente a suonarla, con costanza e regolarità. È come nuova in effetti.

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Dopo alcuni tentennamenti (“e se poi mi venisse di nuovo voglia di suonarla?”), l’ho messa in vendita su un sito specializzato. Poi però non ce l’ho fatta. L’ho tenuta. Ho ripreso a provare a suonare qualche giorno fa. Mi fanno male le dita e ho un polpastrello sbertucciato che sanguina.

Una cosa che sento mi manca al momento è la magia che infonde il musicista. Il suono, in breve, non è una semplice sequenza di note. Posso riprodurre tale sequenza ma non è detto che all’orecchio suoni come la suonerebbe – bene – un altro. E non è questione di ritmo o di effetti: è questione di metterci qualcosa in più per colorare quelle note. Altrimenti, saranno soltanto suoni in fila.

Nella vita stessa compiamo atti mettendo in sequenza un insieme di gesti. I risultati, però, non sono gli stessi per tutti né a volte li troviamo soddisfacenti.

A volte provo invidia per quelli che riescono a mettere sempre del colore in ciò che fanno.

Non che io sia abulico e grigio e amorfo. Anzi, credo a volte al contrario di essermi trovato in difficoltà pur essendomi spremuto molto il tubetto.


Non è un doppio senso, anche se spremersi troppo il tubetto fa diventare ciechi, don’t try this at home.


Indovinare la melodia (melodia? Selotenga) giusta nella vita non è semplice. Alla fine non è che uno abbia velleità da rockstar che riempie gli stadi: basta anche solo nel proprio piccolo riuscire ad avere le sonorità giuste.

Altrimenti si resta col tubetto moscio in mano.

41 Pensieri su &Idquo;Non è che il musicista sia contento se suo figlio a scuola sia pieno di note

  1. Forse la chitarra non è il tuo strumento. Bisogna trovare quello giusto e le note vengono da sé ( credo). Prova col tamburello o con il kazoo ( stai fermo! niente doppi sensi!!)
    Bel post, come sempre. Forse non è la musica che ti fa tirare fuori l’essenza dal tubetto …. mmmmerda anche questa si può leggere in svariati modi… addio.

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  2. Innanzitutto hai fatto bene a non dar via lo strumento. Vedo che la chitarra e’ elettrica, spero che tu la suoni in cuffia altrimenti non avrai molti estimatori tra i vicini. Consiglio la chitarra classica iniziando dall’intramontabile metodo Carulli, devi far crescere le unghie della mano destra ma per un 🐱 non dovrebbe essere un problema!

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  3. Quando ero una bimba pwr Natale ricevetti in regalo una piccola pianola. Iniziai a strimpellarla a orecchio. Qualche anno dopo un mio zio mi regalo la sua pianola, una yamaha seria. Continuai a strimpellare su quella, ma sentivo che mi mancava qualcosa. Al Natale dei 16 o 17 anni i miei regalarono a me e a mia sorella una chitarra. La pianola fu dimenticata e iniziai a strimpellare quella, sempre da autodidatta. Suonavo accordi, cantavo melodie, ma mancava qualcosa. Così dopo qualche anno abbandonai anche quella. I due strumenti finirono per essere regalati, senza rimpianti. Quest’anno ho realizzato perché mi mancava qualcosa: non erano gli strumenti giusti per me. Ho scoperto che ciò che desideravo davvero era imparare a suonare la batteria (le cose semplici non mi piacciono), ma volevo farlo bene, seriamente. Perciò mi sono iscritta ad una scuola di musica nella mia città. Faccio lezione individuale una volta alla settimana, ancora non ho la mia batteria ma sto mettendo da parte i soldi. Nel frattempo mi esercito sul pad con le mie bacchette. Sento che finalmente i miei gesti hanno un senso e non vedo l’ora di avere lo strumento che desidero per dar vita agli spartiti. La soddisfazione che provo a fare tutto questo non ha prezzo. Per tutto il resto c’è mastercard.

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Si accettano miagolii

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