A settembre mi trasferisco a Milano.
La prima questione da risolvere sarà quella di trovare una casa. Un posto letto. Uno scatolo di cartone. L’esigenza di trovare una sistemazione è ovviamente quella primaria.
La seconda esigenza sarà quella di capire un po’ come funziona questa Milano.
La terza questione sarà quella di imparare a galleggiare. Un po’ come invitava a fare Pennywise alle sue vittime.
C’è una regola per nuotare che viene insegnata fin da subito ai principianti: per imparare a stare a galla, bisogna imparare ad affondare.
Mi sembra negli anni di essere molte volte giù. Non profondità abissali, s’intende: sono fortunato a non aver avuto una vita difficile. Ho avuto i miei momenti, comunque, in cui mi sono sentito toccare il fondo. Quello lì è proprio il momento per imparare a trovare l’equilibrio e stare a galla.
Ecco, partire per un’altra nuova città con un contratto che a gennaio scadrà – senza possibilità di proseguire – è una nuova ricerca di equilibrio idrodinamico.
È da sempre che faccio questo. Contratti, contrattini, contratticini. Incertezze. Bisogna galleggiare, non c’è altro da fare.