Non è che ti serva un croupier per mischiare le carte in tavola

Avevo delle cose da sistemare in banca.

L’impiegata, colei che ci ha dato un appuntamento, un appuntamento in cui si presume che, per essere stato fornito dopo circa un anno di attesa, le cose sono a posto.

Invece arriviamo e parla di intoppi, procedure, cose da fare e da non fare. Intanto smista carte. Sono tutti i documenti che le sono stati forniti.

Lo fa di continuo. Dice una mezza frase e poi prende in mano tutto il pacchetto di documenti e lo mischia come un croupier.

A volte fa come il giornalista che dà le notizie al telegiornale: prende un foglio e lo gira a faccia sotto mettendolo di lato.

A un certo punto nella mia mente inizia un bombardamento di sensazioni diverse. Ho un déjà vu, per iniziare: mi sembra di aver già vissuto questo momento in cui di fronte ho qualcuno che blatera e mischia i documenti, senza logica alcuna.

Poi mi si apre una finestra sui ricordi: ricordi scolastici, di quando all’interrogazione non sapevi cosa rispondere e intanto allora sfogliavi il quaderno, il libro, cercando qualcosa che non avresti mai trovato ma tanto quel gesto serviva per darti sicurezza, per non affrontare lo sguardo inquisitore dell’insegnante.

E allora realizzo: costei, qui, davanti a me, che gira e rigira fogli in realtà non sa un cazzo.

Mi lascio andare appoggiando la schiena sulla sedia. Non pongo domande, non oppongo obiezioni, non faccio niente. La mia presenza, muta, gelida, basterà a farle capire che ho svelato il suo gioco e non potrà più continuarlo. Ché risolva orsù la situazione e non mi faccia perdere tempo menando i fogli per l’aia.


La situazione si è risolta ma lei comunque per tutto il tempo ha continuato a girare fogli, a dire “Ma qui manca il…” per due-tre volte, costringendo ogni volta a farle notare che il documento mancante era ovviamente tra i fogli che lei mischiava e metteva in disordine.


Non usate l’arte di mischiare i fogli per prendere tempo, se non sapete realmente padroneggiarla.