Madre da quando ha iniziato a utilizzare Whatsapp ha sviluppato una modalità di scrittura dei messaggi direi a livello di haiku.
Chiariamo, gli haiku hanno una struttura fissa e definita e in realtà le frasi che scrive lei non rispondono a questo schema, diciamo che è una sua via interpretativa della poetica breve.
Ad esempio prendiamo questo messaggio di una settimana fa, che potremmo intitolare Siccità:
Da stamattina c’è acqua
fin ora non è andata via
Domani non sappiamo
speriamo bene.
In quest’opera si coglie tutta l’inquietudine dettata dalla crisi climatica in atto e le conseguenze sulla distribuzione idrica.
La questione climatica è tema ricorrente. Nel messaggio che segue sotto però l’incertezza non lascia spazio allo scoramento ma si apre, come reazione, a un momento bucolico dedicato alla contemplazione del verde:
Buon giorno
Tempo incerto.
Oggi passo per vedere le piante.
Un’altra questione di attualità trattata in un haiku è legata all’utilizzo esasperato degli smartphone e alla tendenza a non viversi più un momento perché bisogna affrettarsi a fotografarlo o registrarlo. Ho allora pensato di dare a questo messaggio proprio il titolo Presenza:
Video molto suggestivo.
Ma eravate lì
Parafrasi: il video è bello, ma voi siete sicuri di aver vissuto al di fuori di quel video? Eravate presenti lì e in quel momento? La domanda sospesa senza punto interrogativo fa eco come una voce in una stanza vuota. Un invito a riflettere.
C’è spazio anche per la psicologia: questo messaggio potremmo chiamarlo Rorschach:
Hanno la stessa macchia nera sul collo
Danno proprio un senso di tranquillità.
Infine chiuderei con un elogio della semplicità e della modestia, caratteristiche però in grado però di rivestire i gesti di una grande importanza:
Ho preparato dei sacchettini per i confetti
molto semplici
È il mio regalo.
Sto pensando di farne una raccolta di “poetica nell’era della messaggistica istantanea”.