Non è che a Natale il dietologo addobbi il di-abete natalizio

Quest’anno Natale cade il 25 Dicembre, lo sapevate? È una coincidenza che si verifica solo una volta all’anno. Avrete però notato che il clima natalizio si avverte già da molto prima, il che fa sorgere un dubbio: si può ancora dire che il Natale sia il solo giorno di Natale? Quella giornata potrebbe essere soltanto l’atto conclusivo di tutto il periodo di Natale.

Gli scienziati dell’Università di Baden-Baden (Germania-Germania) hanno calcolato che in realtà Natale inizia con il primo “Se non ci vediamo, auguri”.

Sembra che la prima volta che fu usata questa frase fu nell’Antica Grecia, nei confronti dell’indovino Tiresia che, essendo cieco, ci rimase molto male.

Esistono tante altre curiosità intorno al Natale: sapevate ad esempio che da anni esiste una proposta di legge, sepolta nel cassetto, per dichiarare perseguibili i messaggi copia-incolla del tipo “Che la scia della slitta possa indicarti il cammino verso la pace e la serenità eccetera eccetera”? Se non lo sapevate, sappiatelo, perché i poteri forti ce lo nascondono.

I maglioni kitsch di Natale sono legali solo in questo periodo. Pochi sanno che dopo il 25 sfoggiarli può portare all’arresto immediato da parte della buoncostume.

Da anni si combatte una battaglia tra il partito del panettone e quello del pandoro. Pochi però parlano del partito del pandorettone, cioè quelli che va bene tutto purché se magna.

Il presepe è uno dei simboli natalizi. Ognuno lo interpreta come gli pare ma sarebbero d’uopo alcune avvertenze:

  • Va bene arricchire di statuine di arti&mestieri, ma con moderazione: sì al fornaio, il pescivendolo, il macellaio, il fruttivendolo, l’arrotino e pure il pizzaiolo se è un presepe napoletano; no allo youtuber, all’influencer, al personal trainer
  • È vero che tradizione vuole che Gesù nasca il 25, ma se fate già il presepe a Novembre non mi sembra bello tenere San Giuseppe, la Madonna e i zampognari a fissare il nulla per un mese
  • Va bene decorare con la neve finta ma senza esagerare che sarebbe pur sempre Palestina, mica Courmayeur
  • Le pecore che hanno zampe zoppe vanno abbattute e sepolte nella scatola: è per il loro bene, per risparmiare la tristezza ogni volta di trovarle stese sul muschio perché non si reggono in piedi
  • I Magi arrivano il 6 gennaio, se uno vuol essere rigoroso li posiziona all’inizio lontani dalla Natività per sistemarli davanti l’evento all’Epifania; non smontate però il presepe subito dopo, è un mese che ‘sti poracci camminano, fateli almeno prendere fiato.

Il fatto che i Magi siano tre è un fattoide, ovvero una credenza che tutti ritengono vera ma che non è fondata. La tradizione parla soltanto dei Magi, senza specificare il numero. Il numero 3 è legato al numero dei regali: oro, incenso, mirra. Probabilmente i Magi erano di più e avevano fatto un po’ ciascuno per tre grossi regali collettivi come alla festa delle medie.

In Polonia, fatto vero (come tutti quelli che ho detto sinora, diamine!), il pranzo di Natale per tradizione è composto da 12 portate, 12 come gli apostoli; sempre per tradizione, una delle 12 portate ti si riproporrà tre volte fino all’alba del giorno dopo, mentre un’altra sarà proprio cattiva.

L’origine dell’albero di Natale non è certa; già Celti, Germani e Norreni usavano decorare gli alberi; l’abete decorato invece si farebbe risalire al Medioevo, in Estonia secondo alcuni, Germania secondo altri. Purtroppo non ci sono molte tracce storiche, dato che gli abeti decorati furono immediatamente distrutti da dei gatti.

Spero di avervi dato spunti in più per stupire parenti e amici con i vostri aneddoti durante il pranzo di Natale!

Non è che il motto del notaio sia “Rogito, ergo sum”

Ogni individuo di questo Pianeta sente di appartenere a un qualcosa di più grande e significativo, per dare un senso alla propria esistenza. Nel caso appartenga invece a un qualcosa di non-significativo, il fatto stesso di caratterizzarlo come tale è una autoesaltazione del sé: guardatemi, sono il primo tra gli ultimi, quindi sono degno di nota.

La mia, ad esempio, è una non-generazione.
Noi nati negli Ottanta siamo compres(s)i tra la Generazione X che ha posato i bomber e i jeans a vita alta e probabilmente oggi vi sta negando un prestito in banca, e i cosiddetti nativi digitali, gente che non ha fatto neanche in tempo a nascere e già era degna di nota perché vomitava la pappa su un tablet. Probabilmente mentre adesso scrivo sul blog c’è una youtuber quindicenne in diretta video che fa centomila visualizzazioni parlando di assorbenti di Hello Kitty.

In teoria siamo ancora noi non-significativi quelli che dovrebbero avere in eredità il mondo da chi li ha preceduti. Un mondo fatto di linee di comunicazione, anticrittogamici, prodotti per la calvizie, cialde per il caffè e agenzie interinali.


Ho tralasciato l’olio di palma perché adesso stanno tutti facendo in modo di farlo scomparire e non lasciare niente alle generazioni future. Se questo non si chiama egoismo, non so.


Ma come si eredita il Mondo? Esiste un notaio che convoca l’interessato e gli comunica che una generazione gli ha lasciato il Mondo o una porzione di esso? E come fa tale notaio a rintracciarti? Usa la geolocalizzazione di Google?

Ho scoperto che Google adesso sa dove sono stato anche se ho cercato di evitare di farglielo sapere. In pratica è una versione 3.0 di una madre.
L’assistente di Google Foto (e non sapevo di avere un assistente) ha organizzato le mie foto senza che glielo avessi chiesto e ha identificato dove mi trovassi in base a ciò che avevo fotografato.

Ma va’? Non lo sapevi? Ma dove vivi?

Ecco, appunto, non lo so più dove vivo.
Ho tre vite separate al momento. Ho il lavoro all’estero, la famiglia al Sud e una Trallallà al Nord. Comincio a sentirmi sfasato. E sono anche preoccupato: se mi cercasse il notaio per consegnarmi il Mondo, riuscirebbe a trovarmi?


Mi sono accorto che avevo già utilizzato la battuta sul rogito, ma mi sento troppo stanco per cambiare titolo.


Insalata mista di nulla

Oggi è stata una giornata in cui non mi è successo nulla di particolare ma in cui ho raccolto tante piccole cose che messe insieme possono costituire il tipico miscuglio che realizzi quando non hai l’occorrente per un vero pasto e allora sbatti un uovo e ci butti dentro degli avanzi vegetali o animali per una frittata, oppure hai mezza salsiccia nel congelatore e mezza cipolla sul tavolo e le metti insieme coi borlotti per un leggero e fresco piatto estivo.

Gli ingredienti di oggi sono:

  • L’autobus in cui sono tornato puzzava di alito a fine giornata. Avrete presente l’alito da fine giornata di lavoro, ebbene, l’autobus aveva quell’afrore lì. Ed era vuoto. Il che, considerando che era fine giornata, potrebbe significare che anche gli autobus sviluppino l’alito da fine giornata. Oppure che in precedenza un gruppo di persone con l’alito da fine giornata era salito respirando a bocca aperta.

  • Il karma può colpire non solo vendicandosi ma anche facendoti venire i sensi di colpa. Al supermercato mentre ero in coda alla cassa ho finto di ignorare una signora, con in mano soltanto una bottiglia di latte, posizionata quasi di fianco a me, come a farsi vedere sperando di passare avanti. Dato che in precedenza ero stato vittima di un torto (una signora mi aveva spinto senza manco chiedere scusa) volevo vendicarmi dell’universo non usando cortesia. Se non che nel posare il carrellino vicino la cassa stavo per far cadere gli altri carrellini perché non riuscivo a incastrare il mio e la signora che non avevo fatto passare avanti mi ha aiutato. E mi sono sentito in colpa.
  • Ho visto una ragazza con in mano una rosa che aveva strappato da un’aiuola e ho provato disprezzo per lei.
  • Ho visto una signora vestita stile loli.

    DIDASCALIA D’ABBIGLIAMENTO
    Lo stile lolita è una moda nata in Giappone e che trae spunto dall’abbigliamento vittoriano: gonne ampie e lunghe, calze, sottovesti, corsetti, cappellini. Nel tempo poi sono nati vari stili e quindi dal lolita classico si possono trovare poi varie interpretazioni. La signora che ho visto non so a che corrente appartenesse, dalle scarpe al cappellino era tutta in bianco quindi forse sarà stata – invento – una white loli.


  • Non riesco più a seguire W. e il suo inglese. Ho il terrore di trovarmi da solo con lui perché attacca a parlare col suo americano Yo man ‘cuz I don’t give a fuck of this shit it was totally crazy e io vado in difficoltà perché invece comprendo uno se mi parla come il Doctor Who o come Ian McKellen o come la Regina Elisabetta (in ordine di importanza). Sono vittima di un equivoco che io stesso ho contribuito a creare perché in 4 mesi ho sempre dato l’impressione di capirlo perfettamente, del resto mi basta afferrare una parola e io mi attacco a quella per dare una risposta pertinente col discorso in una percentuale tra il 50 e il 75% (perché piuttosto che scendere sotto il 50% di pertinenza preferisco tacere).
  • Guardando su fb delle immagini riguardanti l’ennesima fiera del fumetto in corso in non so che posto d’Italia ho riflettuto sul fatto che le fiere del fumetto negli ultimi due anni mi stanno venendo molto a noia. Ma non per il fumetto in sé né per l’animazione, anzi lunga vita, ma per tutto il carrozzone che di solito le accompagna. A cominciare dai videogiochi, che poco c’entrano col fumetto anche se possiamo dire che ci sono videogiochi tratti da fumetti: devono però spiegarmi perché poi al Comicon trovo uno stand su FIFA o su PES che attira uno stuolo di tamarri vogliosi di farsi una partita gratis? Ma posso anche comprendere che rientri tutto nell’insieme del nerdismo, quindi lunga vita anche ai videogiochi. Sono quelli che fanno i video su youtube e che la gente chiama youtuber che mi stanno proprio sui coglioni e che non ne posso più di sentire nominare, figuriamoci di vederli a una fiera del fumetto.