Oggi finalmente ho tolto i punti di sutura e ho chiuso con questa Cosa divertente che non farò mai più.
La dottoressa che mi ha tolto i punti è la stessa che me li aveva messi. Quando ha sollevato la garza è rimasta lì a rimirare il lavoro fatto, con non celato compiacimento.
Ha disinfettato la zona, preso un’altra garza e poi di nuovo si è fermata lì a compiacersi del lavoro di taglio e cucito. Ho alzato in modo timido la mano chiedendo se potessimo per cortesia andare avanti perché mi sentivo in imbarazzo o volesse fare una foto Instagram.
Fuori ho reincontrato il mio compagno di sventure, quello che dopo l’intervento insisteva a farmi domande sul pene (vedasi sempre il post di cui sopra).
Io non so se mi abbia scambiato per un sessuologo, comunque mi ha di nuovo chiesto secondo me quando si sarebbe potuta riprendere l’attività sessuale.
Sarà stata soltanto la decima volta. Questa domanda mi è stata posta da parte sua:
– Alle visite pre-ricovero
– Alla visita per il tampone
– Prima del ricovero
– Durante il ricovero (una la mattina, un’altra la sera)
– Prima dell’intervento
– Dopo l’intervento
– Prima del cambio medicazione
– Dopo il cambio medicazione
– Alla rimozione dei punti
Poi mi ha detto che lui questa settimana ha avuto delle erezioni.
«Sono contento per te», ho replicato.
Però – ha precisato – si è sempre fermato prima di. Perché ha letto su internet che va bene andare avanti fino alla pre-eiaculazione e poi fermarsi. Io allora ho finto di dover seguire su Teams una lezione universitaria e mi sono allontanato da lui al grido di Non posso assentarmi scusami.
In sala d’attesa ho incrociato quello che invece si è dovuto sottoporre a una circoncisione per motivi di salute.
Ho chiesto «Come va?», per educazione.
Mi ha parlato anche lui delle sue erezioni.
Promemoria: non bisogna essere educati.
Immagino che questa esperienza che ho acquisito mio malgrado sul campo, con tutte queste informazioni, per l’università della vita possa contare come una laurea in andrologia&sessuologia. Scriverò anche una tesi, dal titolo Le pene del pene. Sarà un testo dal contenuto fortemente educativo, visto che del pene se ne parla troppo ma male e questo comporta incertezza&smarrimento e fa sì che la gente venga a pormi domande sul pene, in cerca smaniosa di risposte.
Ho avuto poi nel pomeriggio una conversazione di argomento genitale con M.. A un certo punto del nostro discorso mi ha detto Non puoi capire non avendo una clitoride.
Premesso che dissento, giacché, in termini di sviluppo embrionale, pene e clitoride hanno la medesima struttura. Potremmo parlare di peni clitoridei fallici (da qui in poi penefallici) e di clitoridi penieni clitoridei (da qui in poi clitoridi clitoridei). Poi i due prendono strade diverse crescendo, ovviamente, come fratello e sorella di cui uno si iscrive a ingegneria e l’altra ad architettura.
Il pene è palesemente un ingegnere, perché si preoccupa semplicemente della funzionalità a discapito di qualsiasi altro aspetto. La clitoride invece è architetto, le piace l’estetica anche se arzigogolata e anche se per completare il suo progetto ci vuole una costruzione lunga e impegnativa.
La nota di sopra non ha alcun fondamento medico, scientifico, ingegneristico e architettonico, quindi se cercate informazioni mediche, scientifiche, ingegneristiche, architettoniche, leggendo post come questi avete un problema.
In ogni caso, se ne capisco poco – e ne capirò poco – è solo perché incontro gente penefallica che mi parla di peni-falli, mentre non mi capita di incontrare molta gente clitoridea-clitoridea che mi parla di clitoridi clitoridei e ciò me ne dispiace.
Questo però non l’ho detto a M. perché credo sarei dovuto poi ritornare in clinica a farmi rimettere i punti.