Non è che il telelavoro sia quello che fa Pippo Baudo

Non posso lamentarmi del mio lavoro per quanto riguarda la libertà organizzativa e di orari che mi concede; non essendo vincolato a una presenza fissa in sede posso anche usufruire della possibilità di lavorare a distanza.

Se mi reco in ufficio tutti i giorni è per una sorta di auto-disciplina che mi sono dato non suicidarmi.

Lavorare da casa può essere interessante per un giorno. Due, al massimo. Poi quando ti rendi conto che passi in modo immediato dal letto al lavoro e dal lavoro al letto oppure che quando hai finito di fare ciò che devi fare stacchi per aprire Netflix (o YouPorn…) senza alzarti dalla sedia, non ti senti molto bene con te stesso.

Anzi ti senti un po’ coglione, se mi è consentito.

Stare a casa poi ti porta ad assumere alcune abitudini tipicamente casalinghe. Ad esempio quella di avere telefonate importanti in ciabatte e boxer.


Quando ti sei ricordato di indossare i boxer.


Diventa problematico, una volta avvezzi a tali comodità, rinunciarvi quanto non sei più a casa tua.

Come fai a convincere gli altri che in ufficio ti deve essere concesso ogni tot di tempo di “cercare qualcosa profondamente nelle tasche” in totale libertà per scaricare la tensione?


Si dibatte molto, tra le donne, sul perché gli uomini abbiano questa triviale abitudine di cercare cose profondamente nelle tasche, quando non si tratta di rituali apotropaici – beninteso volgari in ugual maniera ma giustificabili in qualche modo. Le ragioni posson essere diverse, come la necessità di ricollocare le truppe spostatesi fuori territorio o la ricerca di sollievo da un tessuto scomodo o dermatologicamente aggressivo; in generale comunque va detto che lo sfregamento dell’anguinaia, come di altre parti del corpo, stimola la produzione di endorfine come fosse una sorta di ricompensa dell’atto. L’abitudine, per l’essere maschile, ad avere molta confidenza con le proprie zone private sembra spinga quindi a cercare ricompensa più spesso proprio lì che da altre parti.


Per questo resto a casa solo in caso di malattia o necessità tipo visite dal medico (mie o di altri) o dal veterinario.

Coincidenza o Legge di Murphy vuole che quando sono impegnato in queste situazioni e non presente in sede, mi cerchi al telefono, puntuale come la pioggia di Pasquetta, l’intero mondo – un mondo tra l’altro che non è a conoscenza che io non son presente in sede, dato che chiamano da altre parti d’Italia – e per conversazioni ovviamente non brevi.

Dato che non riesco a ignorare un telefono che squilla, a meno che io non sia alla guida, mi sono spesso dovuto esibire in equilibrismi vari: una volta con una mano mi sono trovato a reggere il telefono, con l’altra la gabbietta del gatto, mentre con il piede aprivo la porta, con il naso accendevo la luce e non so come ma nello stesso tempo mi sono anche cercato qualcosa molto profondamente nelle tasche.

Considerazioni a margine di un ambulatorio veterinario, tra nanette e castrazioni

20141107_113300[1]E ieri siamo finiti di nuovo dal veterinario, io e Baron. Siamo ancora alle prese con una tenia da debellare.

Aspettando il mio turno in sala d’attesa, sono giunto alla conclusione che, superati i 35, una donna amante dei gatti sia una vera stramboide. Non vi offendete se rientrate nel profilo, è detto con simpatia.

Una signora che attendeva insieme a me ha tenuto a condividere le sue congetture sulle possibili erezioni del suo gatto castrato. Ha aggiunto che, pur avendo subìto l’intervento, il tigrotto non ha perso l’istinto, tant’é che ha l’abitudine di accoppiarsi con una coperta. E mi ha anche descritto il come. Il micio ha un suo plaid preferito, si stende sopra, lo afferra con la bocca e poi mima le spinte. E lei ha accennato il movimento! Non solo, ha poi aggiunto: eppure non l’ha mai visto fare, guarda com’è l’istinto a volte… 

Peccato che poi Dottoressa Nana Bionda mi abbia convocato, avrei conversato ancora a lungo.

Nana Bionda ha un evidente problema a trovare un camice della propria misura. Sembra che sia vestita hip hop. E ogni volta che si china in avanti debbo essere più veloce di lei ad anticiparla e guardare altrove per rispettare la privacy della sua scollatura.

Secondo lei, dato che va in giro in giardino, Baron ha ripreso la tenia. Secondo me non l’ha mai persa, invece, dato che ha sempre la pancia gonfia. E comincio a dubitare dell’efficacia delle pipette che m’ha dato. Mah, riproviamo un altro giro di trattamento.
Nana Bionda comunque è fantastica: per chi non avesse seguito la puntata precedente, è quella che ci teneva a spiegarmi come hanno i genitali i maschi. E l’ha rifatto anche stavolta. Mi ha detto che, finché non ci liberiamo del vermone,a Baron non tocchiamo i gioielli. Appena è libero lo operiamo, tanto è un intervento che non richiede molto, si interviene esternamente, con i maschi.

Qualcuno dirà: per forza, è bionda!
No.
È ora di piantarla, perché io sono contro il razzismo sulle bionde e non sto facendo ironia.

Il vero problema è un altro.
È una nanerottola.
Sono giunto a un’altra conclusione, ieri. Le nane sono tutte delle svampite. Esperienza di trent’anni di vita, quindi lo affermo con sicurezza e pure sicumera.

Dottoressa Giganta invece m’ha tradito. Ha un anellone di fidanzamento che costerà quanto un’automobile.

Le mirabolanti avventure di Monsieur Baron Le Chat

Di gatti, réclame e cioccolata calda.

Oggi ho portato Palletta di Pelo dal veterinario. Non l’ho presentato, è questo tipetto qui (qualcuno l’avrà visto quando l’ho pubblicato su fb)

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Si è presentato a casa da qualche settimana. Le gatte che gironzolano nella strada ogni tanto figliano, i gatti in genere arrivano sotto casa mia che sono già adulti, questo invece si è emancipato già quando era solo un soldo di cacio. Ho deciso di prendermene cura, in casa non posso tenerlo avendo già 2 belve, però vorrei assicurargli un tenore di vita dignitoso.

Ho notato che aveva i vermi, così lunedì l’ho portato all’ambulatorio veterinario. Mi hanno chiesto un campione. E non parlo di Cristiano Ronaldo (ricordarsi del promemoria: lavorare sulla simpatia da settembre).

Sorvoliamo sull’operazione di recupero dei reperti. Immaginatela tipo pubblicità dell’Amaro Montenegro:
I preziosi campioni andavano recuperati
(scorrono immagini con tonalità arancio-caldo-sole negli occhi-uomini sconosciuti che si abbracciano e si danno il 5)
La dottoressa non poteva aspettarmi a lungo.
Sembrava impossibile.
Ma lui l’ha fatta.

Tra parentesi, mi dovrebbero spiegare perché il mondo del Montenegro è a cromosoma XY, cameratismo, barba e sudore. Ci avete fatto caso? Niente donne. Qualcuno dirà che non è il target del prodotto, le donne non bevono amaro!
Bubbole. Ho amiche ubriacone che bevono pure il gasolio. Fatelo fare a loro lo spot.

Comunque ho deciso che Palletta di Pelo si chiamerà Baron. Per 3 motivi:
1) Ho rivisto di recente La ricompensa del gatto, dello Studio Ghibli. E il gatto protagonista si chiama Baron.
2) Lui mi sembra abbigliato come un nobile. È tutto rosso ma ha questa macchia bianca in petto come un foulard settecentesco e tutte e 4 le zampe bianche come se indossasse stivaletti e guanti.
3) Ho scritto un racconto con dentro un gatto che si chiama Baron. Tra parentesi, a settembre forse vi chiederò di votarlo online per darmi una mano. Se sarà di vostro gradimento, s’intende.

Tornando al vermoso affare, la diagnosi è tenia. Mi sono informato anche su vaccinazioni e quando poterlo sterilizzare. La specializzanda che l’ha visitato mi ha detto dopo l’estate per la seconda cosa. E poi ci ha tenuto a precisare:
Tanto è una cosa che si fa in giornata, non è che bisogna aprire la pancia o altro. I maschi hanno lo scroto esterno.

Ah. Ma non mi dire.

E comunque mi sono innamorato della dottoressa dell’ambulatorio (non Capitan Ovvio, un’altra). È una gigantA. Sarà almeno 1.85, ma dal basso del mio 1.75 è una trampoliera, per me. Ma non è per questo che mi piace, è un nonsocché. È stato un colpo di fulmine, penso sia il settorcidesimo dall’inizio dell’anno. Sì perché io c’ho l’infatuazione istantanea, tipo agita e gusta, mescola e bevi e così via.

Che poi, a proposito di mescolare e di spot tv: quante volte avete provato a far venire il Ciobar denso come nella pubblicità? (lasciando stare che nello spot è finto, come la schiuma della birra che è fatta di sapone e così via). Io ci ho messo anni prima di arrivare a ottenere qualcosa di simile.

Ecco, ora vorrei una cioccolata calda. Dovevo approfittarne la settimana scorsa, quando sembrava novembre!

Il vostro amichevole Gintoki di quartieretimthumb