Non è che lo chef per sfidare a un duello lanci il guanto da forno

Organizzarsi per cambiare casa può essere una cosa impegnativa.


Sì, mi trasferisco. A 500 metri in linea d’aria da dove vivo ora, ma comunque mi trasferisco.


Per semplificarsi la vita – e risparmiare un bel po’ di cocuzze – uno prende un appartamento già arredato.

Semplificare. Illuso! Anche se già arredata ci sono comunque tutta una serie di annessi e connessi da considerare che non avevi considerato!

Va detto che io ho una mentalità, forse tipica di noi del cromosoma XY, un po’ limitata: degli oggetti mi limito a considerarne la funzionalità. Citando il film di Woody Allen, Basta che funzioni. Un tavolo deve fungere da tavolo. Una lampada deve fungere da lampada. Nei negozi di design c’è una mia foto con scritto IO NON POSSO ENTRARE.

Per le donne è diverso: loro hanno una visione a 360° gradi che riesce a cogliere tutti gli aspetti che tu non avevi preso in considerazione e di cui non te ne fregava niente.

Torniamo al trasloco: ad esempio la cucina c’è. Ma le presine? Come puoi vivere senza? Vorrai mica arrangiarti con lo straccio per toccare le pentole calde o tirar fuori la roba dal forno? Sei un cavernicolo, per caso?

Allora si comprano le presine.

Quali? Facile a dirsi.

Vuoi il guanto?
La normale presina quadrata?

La presina quadrata ma dentro la quale ci puoi infilare le dita e farci pure il ventriloquo simulando una bocca?

Di stoffa?
Di gomma?

Una simile valanga di opzioni – da moltiplicare per qualsiasi accessorio che serve in una casa, dal tagliere al portaombrelli – finisce per mandare il cervello del maschio in caricamento perpetuo come un video con la connessione scarsa.

E stiamo solo parlando degli accessori indispensabili, come dicevo.

Perché poi vuoi non prendere un vattelapesca componibile da ripiano che fa un po’ di arredo? È così carino e costa soltanto due spiccioli e 99 centesimi €.

Stranamente, quindi, ti ritrovi un carrello pieno di “accessori indispensabili” per solo diverse centinaia di euro.

E la teglia dal forno continuerai a prenderla con uno straccio. Lo stesso straccio che usi per pulire la bicicletta e per il bidet, magari.

Non è che il mattino abbia l’oro in bocca perché porta una protesi dentale

La ragazza seduta di fronte a me sul treno sembra avere un pezzo di cibo su un incisivo. Mi giro per non guardare e non sentirmi in imbarazzo per il farmi i fatti altrui. D’altro canto penso che forse dovrei avvertirla. Ma è il caso di farlo con una sconosciuta e metterla a disagio? Però poi quando tornerà a casa e si accorgerà della cosa si sentirà più a disagio per aver girato tutto il giorno con un pezzo di qualcosa su un dente.

Mentre sono immerso in queste riflessioni un raggio di sole entra dal finestrino. La sua bocca inizia a luccicare. O siamo in uno spot Mentadent e non me ne sono accorto o qui c’è qualcosa di strano. Mi giro e noto che quello che pensavo fosse cibo è in realtà un brillantino. Quindi la ragazza o ha l’abitudine di sgranocchiare Swarovski a pranzo o quella è semplicemente una decorazione odontoiatrica.

La morale della storia è che non è tutto oro quel che luccica: può essere pure un brillantino, ma di sicuro non è cibo.

In tema di quel che sembra oro luccicante, ieri di buon mattino ho fatto il trasloco nella nuova stanza. La proprietaria/coinquilina si è mostrata nuovamente ospitale è accogliente: mi ha offerto un caffè e dei cannoli siciliani.

Ho iniziato ad aver paura di cotanta gentilezza. Siamo così abituati a non avere fiducia del prossimo e a enfatizzare le notizie di merda che ora ci aspettiamo sempre che ci sia merda dappertutto e quando qualcosa non sembra merda ci chiediamo quest’ultima dove sia sotterrata.

E, purtroppo, devo constatare che avevo ragione. Qualcosa costei mi stava nascondendo: la sua casa picchia.

Avevo già parlato in passato delle case che maltrattano gli umani. Il mignolo contro la base del mobile? La testa contro una mensola? Un’anta che si stacca e ti finisce addosso? Non siete voi: è la vostra casa che vi picchia.

Ieri mentre sistemavo le mie cose prima la base del letto mi ha colpito un piede, poi un ginocchio è stato oggetto di violenza da parte di una porta. Infine, mentre provavo a spostare un bottiglione di vetro da un ripiano – che io mi domando perché uno come decorazione in casa debba avere delle bottiglie vuote, non siamo mica in una natura morta di Giorgio Morandi – in cima a un mobile per fare spazio salendo su un puff per arrivarci,


Attenzione: non provate a farlo a casa. Queste scene sono state girate da un professionista.


il suddetto puff mi ha fatto perdere l’equilibro facendomi cadere e causandomi anche un taglio al dito a causa del bottiglione che si è spaccato.

Direi un’aggressione in piena regola.

Ma se questa casa tenta di intimidirmi, si sbaglia di grosso. In serata, quando la coinquilina mi ha chiesto Ti sei sistemato? Tutto bene? io ho risposto di sì con un sorriso smagliante. Non se l’aspettava tanta serenità da parte mia, scommetto, dopo avermi lasciato da solo con il suo appartamento violento.

Ma ora so e non abbasserò più la guardia!