Il Vocaboletano – #26 – Cofecchie

Una delle attività preferite dalle persone è quella di parlare e fare commenti alle spalle degli altri.

Questa pratica del far capannello e scambiarsi pettegolezzi sotto voce a Napoli è detta “Fa’ ‘e cufecchie”, fare le cofecchie. A volte più semplicemente si usa direttamente il verbo – derivato – cofecchiare come sinonimo di spettegolare, fare inciuci.

“Senti, sarà pure bravo a carte ma mi hanno detto che ce l’ha moscio”

Sembra un termine un po’ desueto e probabilmente lo è. Oggigiorno è più facile sentirlo utilizzato più nel centro di Napoli che in provincia.

La prima volta che lo sentii fu una decina di anni or sono. Una mia amica, indicando due nostri amici che avevano allungato il passo e parlottavano, disse “Stanno cofecchiando”.

Io annuii intuendo che si riferisse a qualcosa limitato a loro due, ma non conoscevo tale espressione. Pensavo fosse uno slang da bimbominchia.

Quando feci qualche ricerca e scoprii la mia ignoranza, mi emendai. Ma questa è un’altra storia.

Etimologia – Le origini sono incerte, ma sembrerebbero ricollegabili al greco antico κόβαλος, aggettivo che indicava il bugiardo, l’imbroglione, colui dedito a intrighi alle spalle degli altri.

A tal proposito, cofecchia vien talvolta ancora utilizzato per indicare una furbata, un inganno: non è inusitato sentir parlare di qualche manovra politica poco pulita riferendosi a essa come una “cofecchia”.

E, ancora, con riferimento all’agire all’insaputa del prossimo, fare le cofecchie ha anche un altro significato: è un’altra maniera per riferirsi al tradimento amoroso.

Alla prossima settimana e…non cofecchiate, con qualunque significato lo intendiate!