Non è che sei un DJ solo perché sai rallentare la cassa

Oggi, dopo il cinema, dove ho visto un film su cui sorvolerei (con un aereo spargi-napalm), mi ero fermato al supermercato per fare un “rabbocco” della dispensa.
La mia spesa consisteva in ben quattro mele, una scatola di cereali, un vasetto di marmellata e un cespo di lattuga.

Alla cassa davanti a me c’era una giovane coppia di una tacca sotto la trentina.
Lei metteva la spesa sul nastro, lui intanto le dispensava baci un po’ dovunque sul viso rallentandole i gesti. Quando lei ha terminato, con lentezza nauseante, di disporre i prodotti, lui l’ha abbracciata in modo teatrale.

Lo capivo. Anche io mi ero commosso vedendo che finalmente aveva finito.

Intanto attendevo che prendessero il divisorio che era a loro portata, poi alla fine ho deciso di usare il mio braccio estensibile – l’ho installato per prendere le cose sui ripiani alti, per aiutare vecchiette e fare il galante con le signorine però gli effetti spesso si invertono – e far da me.

Mentre la cassiera passava i prodotti, lei li metteva nella busta e lui le zampettava intorno come un passerotto, con un sorriso beato e continuando a intralciarla con baci e abbracci senza dare una mano.

Lei non aveva ancora finito di liberare il banco che la cassiera era già passata alla mia spesa.

Distratta dal suo cavaliere, la ragazza stava portandosi via la mia scatola di cereali: avevamo preso la stessa marca, soltanto che i miei erano alla frutta e i suoi allo yogurt.


Scoprire al risveglio di aver cereali diversi da quelli desiderati può anche far svoltare in peggio una giornata.


In quel momento ho deciso che lui, con la sua leggera e serafica espressione e la faccia simile a quella di una persona che visceralmente odio, fosse un idiota. Mi ha ricordato quel libro: L’insostenibile leggerezza dell’ebete.


Potrei sembrare un Ebenezer Scrooge di fronte all’amoreggiamento altrui, ma non è così: sono per l’amore pubblico libero, perfino osceno (purché in questo caso non davanti a minori e Giovanardi).

Basta non mi rallenti una fila.


Non è che puoi leggere il futuro negli agrumi solo perché son tarocchi

A volte guardo la cartella spam della mia posta elettronica perché è esilarante leggere i titoli delle email. Un tempo mi arrivavano messaggi da sedicenti ragazze dell’Est Europa che cercavano “ragazzo di vero amore”.

Oggi mi arrivano proposte di prestiti e assicurazioni, pubblicità di automobili e, addirittura, promozioni su caldaie e tosaerba automatici.

Tosaerba automatici.

Io neanche ce l’ho un prato da tosare.
E poi comunque a me piace curato ma non rasato.

Questo avviene sul mio indirizzo di posta serio. È quello che utilizzo per cose professionali, è un po’ come il vestito buono della domenica, mentre per le amenità ho quello che, tra l’altro, uso per gestire il blog.

Da quand’è che la mia vita adulta è diventata triste tanto da propormi prestiti e caldaie?

E poi, anche quando mi scrivevano, chi ha detto a queste signorine che io sia ragazzo da vero amore?
Ho alle spalle soltanto relazioni fallimentari. Forse al massimo potrei offrire amore taroccato, imitazioni che poi si rompono subito o ti esplodono in faccia.

Con le relazioni mordi & fuggi neanche mi è andata bene. Alla fine fuggivano dopo avermi preso a morsi.

E la cosa mi piaceva anche, il che mi ha fatto preoccupare su alcune mie tendenze masochistiche che ho preferito non approfondire.
Avrei dovuto accorgermene da molto tempo: mi eccitavo perfino coi morsi della fame all’ora di pranzo.

Tosaerba automatici.


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La cosa che prendano decisioni autonome è inquietante.


È il genere di prodotto inutile che recensivo anni fa per un sito.

E non era neanche il peggiore: mi capitarono penne gommate e computer 486, che, per la cronaca, erano fuori produzione da 4 anni.

Suppongo sia una vendetta del karma informatico. Dopo aver contribuito a produrre spazzatura nel web, mi ritorna indietro. Un po’ la metafora della nostra civiltà: un giorno, neanche tanto lontano nel futuro, prevedo che tutta la nostra monnezza ci ritornerà a valanga.

Anche a livello personale è così. Percepisco odor di pattume.
Poi mi annuso e scopro che sono io che vado a male.