Non è che diffidi dai termosifoni perché hanno pessimi elementi tra di loro

Posso riportare il bue e l’asinello nel presepe.

Per chi si fosse perso la puntata precedente, a casa eravamo rimasti senza riscaldamento.

Nella diatriba tra amministratrice di condominio e proprietaria, che facevano a scarico di colpe tra una che sosteneva di aver avvertito tutti i proprietari e l’altra che ribadiva di non aver avuto notifiche, è arrivato l’elemento risolutore. Il marito della proprietaria.

Il quale mi chiama per prendere appuntamento con la squadra di idraulici che avrebbero fatto la conversione dell’impianto e confessarmi che, in verità, è un po’ colpa sua.
In che senso “un po’ colpa”?
Eh sì, perché a ottobre l’amministratrice “gli aveva detto qualcosa”.
In che senso “aveva detto qualcosa”?.

Lui però non pensava che realmente avrebbe staccato l’impianto e non attivato il riscaldamento.
Mi sembra giusto. Ti chiamano per dirti che la caldaia non entrerà in funzione, non pensi possa essere vero. Era per parlarne così, in via astratta.

«E che mi racconti? Hai intenzione di staccare la caldaia?»
«Sì, ma niente di serio».

È così che deve essere andata.

Una nota a margine, che inserisco qui per finalità narrative: lo Sveglione, così lo chiameremo, è architetto. Io non so, ma così, a pelle, non gli affiderei manco il restauro di una casa per bambole.

Adesso, comunque, i riscaldamenti in funzione li abbiamo. Manca un termostato. È una settimana, circa, che lo Sveglione attende informazioni e preventivi dall’elettricista.

Perché immagino non avesse pensato, nel momento in cui convocava gli idraulici, di allertare anche il tecnico per fargli mettere il termostato.

Siamo in attesa, quindi, del responso: perché poi non è così semplice trovare uno strumento simile. Non esiste una grande scelta, soltanto un ventaglio ampio da quelli giocattolo da 10€ a quelli sui quali ci vedi pure le partite di Serie A meglio di DAZN.

È davvero difficile essere svegli, oggi. Fortuna che io son stupido, quanti problemi in meno cui pensare.

Non è che si paga la bolletta per aver calore umano

Devo reperire un bue e un asinello. Per il presepe? No no, intendo reali per mettere in piedi un sistema di riscaldamento a bestiame.

Il fatto è che a casa stiamo senza riscaldamenti. Notando che non partivano, pur trascorsa la data in cui nella nostra città si poteva cominciare ad accenderli, abbiamo chiesto all’amministratrice di condominio chiarimenti.

Lei, sorpresa dalla nostra sorpresa, ci informa che la caldaia quest’anno non entrerà in funzione: è vecchia e malandata (la caldaia, non l’amministratrice) e il condominio è pieno di debiti e quindi non verrà riparata. A maggio di quest’anno, all’incirca, si è deciso per lasciar ogni condomino libero di scaldarsi come gli pare. La nostra proprietaria di casa non era presente all’assemblea e nega di aver ricevuto comunicazione alcuna di questa decisione. L’amministratrice afferma di aver telefonato a tutti i proprietari.

Poco mi interessa, converrete, di chi sia la colpa della mancanza di comunicazione: questa non alimenta sistemi di riscaldamento ma soltanto batterie di imprecazioni.

In questa settimana, quindi, il mio indice di nervoso è salito ben sopra la soglia critica; poi per fortuna riesco a non permettere alla mia serenità di andarsene a fare un giro abbandonandomi a tempo indefinito. Va bene il dar sfogo al fastidio e all’indignazione, ma poi, ecco, deve ritornar sempre un po’ di solarità. Già viviamo in un’epoca di indignati: come diceva il filosofo? Se guardi troppo a lungo gli indignati, gli indignati guarderanno dentro di te e tu ti indignerai di ciò.