«In una casa piccola i bambini crescono poco».
Ho sentito questa affermazione da uno psicologo, buttata lì mentre cenavamo a base di pizze fatte in casa.
Non so se sia vero o meno. Casa dove son cresciuto non era piccolissima. Però non è definibile come grande. Manco media. Forse avrei potuto crescere di qualche centimetro in più se avessi avuto maggiori metri quadri a disposizione.
Quando ho iniziato ad andar via di casa per studiare/lavorare altrove mi sono reso conto di aver ripreso a crescere.
I miei temo invece abbiano smesso di crescere da tempo. Delle volte mi sembra di vederli, piccoli, costretti dalle quattro pareti in cui si sono confinati.
Essere genitori è la cosa più complicata del mondo, l’ho già scritto altre volte. E comunque vada alleverai qualcuno che avrà sicuramente qualcosa da rimproverarti.
Se c’è una cosa per la quale mi sento di riprendere i miei genitori è quella di non essere mai riusciti a guardare oltre il loro modo di pensare. Il che ci può stare, se non fosse che, da figlio, avrei gradito anche delle manifestazioni di interesse nei miei confronti.
Puoi non essere d’accordo e palesarmi la tua contrarietà ma almeno potresti ascoltare cosa ho da dire o quantomeno cercare di comprendere perché questa cosa di cui ti parlo mi interessa.
Accadeva quando ero piccolo, e lì abbozzavi perché riconoscevi, in fondo, di essere ingenuo e impreparato al mondo, accade ancor oggi che sono adulto e mi vedo sempre davanti porre un muro.
Ad esempio i miei sono venuti a conoscenza dove fossi andato ad abitare con M. un bel po’ dopo, credo dopo essermi operato quando ero a casa convalescente. All’epoca, quando gli dissi che avevamo trovato un appartamento che ci piaceva, mi risposero che non piaceva loro che dessi via soldi a fondo perduto in un affitto.
No, ora che ci penso usarono l’espressione buttare.
Sono d’accordo che un affitto non sia un investimento e che dopo 4, 8, xx anni ti trovi che non hai acquistato nulla. Ma tralasciando che era ciò che volevamo in quel momento e, comunque, si trattava di un investimento relazionale, avrei apprezzato, oltre alla manifestazione di contrarietà come legittima espressione di opinione anche qualche domanda come legittima manifestazione di approfondimento, del tipo:
«E dov’è?»
«È grande/piccola?»
«È arredata?»
«Vi serve qualcosa?»
Essendo però stati sempre così nel loro atteggiamento – riconosco una coerenza – ho pensato che non ho mai trovato plausibile che cambiassero col tempo, anche perché non hanno mai cambiato pareti.
Avendo da anni preso atto di non avere io più le pareti intorno a me, sono cresciuto per la mia strada.
Forse lo psicologo pizzaiolo ha ragione.