Non è che il l’amante dell’arte vada in palestra perché gli han detto che lì c’è un quadro svedese

La domanda più comune della scorsa settimana e anche di questa è: Ma posso uscire a fare jogging?. Io non pensavo ci fossero tanti corridori o aspiranti tali. Va detto che tenersi in forma dopo aver guardato programmi di cucina è l’imperativo di questi anni e milioni di persone staranno ora patendo per la chiusura delle palestre.

Io mi sono organizzato facendo degli esercizi a casa. Non è necessario avere attrezzi o altro, basta usare un po’ di inventiva.

Ho deciso quindi a beneficio di tutti di condividere un programma di allenamento che vi permetterà di arrivare alla prova tampone perfettamente in forma.

1-Salto (del pasto)
Mettetevi davanti una portata (che sia un primo, un secondo o un piatto unico, non importa) e scavalcatela – ventrale o alla Fosbury, come vi riesce meglio – facendo 8 serie da 2 salti avanti e ritorno, intervallando ogni serie con 20 secondi di recupero. Quando avrete finito, il cibo sarà freddo e poco gradevole da mangiare, perciò buttatelo. Dopo una settimana noterete già i primi benefici in termini di dimagrimento.

2-Piegamenti
Prendete un foglio di carta e piegatelo a metà. Poi piegatelo ancora a metà. E così via. Vi accorgerete che non potete piegarlo a metà più di 7 volte (fatto vero!), nonostante tutte la forza che impiegate. Non convinti, ripeterete l’esperimento con altri fogli di diversa grandezza.

3-Affondi
Praticabile solo se avete un giardino. Scavate una buca che sia profonda almeno mezzo metro in più della vostra altezza. Riempitela di sabbia e acqua, in proporzione tale che la densità non faccia risultare il composto né troppo solido né troppo liquido. Tuffatevi dentro e provate a non affondare giù e soffocare.

4-Spartani
Affacciati al balcone, urlate Questa è Sparta! di continuo. Allenatevi schivando gli oggetti che i vicini vi lanceranno per farvi smettere.

5-Push up
Prendete un reggiseno e usatelo come fionda per allenarvi con il tiro al bersaglio.

6-Crunch
Prendete un pezzo di legno – le gambe del tavolo vanno benissimo – e cominciate a rosicchiarlo. Fate 3 serie da 8 ripetizioni di rosicchiate, intervallate da 30 secondi di pausa tra una e l’altra.

7-Crunch inverso
Come sopra ma dovete rosicchiare a testa in giù.

8-Ponte
Prendete un calendario, cerchiate una festività che si agganci a un weekend e fissate il ponte individuato per 30′ secondi.

9-Allunghi
Da fare almeno in due. Seduti a tavola, l’altra persona vi chiederà di allungarle il sale, il pane, il coltello, eccetera. Inspirate prima dell’allungamento e ritornate in posizione sospirando scoglionati.

10-Burpees
Mangiate una teglia di lasagne, una di parmigiana di melenzane con contorno di peperoni grigliati, il tutto innaffiato da 1 litro di Pepsi. Fate una serie da 8 eruttazioni cercando di far durare ognuna almeno 10 secondi.

11-Rotazioni
Pensate a tutte le cose che vi danno più fastidio e alle situazioni in cui le persone vi hanno fatto veramente scocciare. Una serie di giramenti di balle può bastare.

Risultati garantiti in due settimane!

L’ossessione alimentare ci renderà lottatori di consumo

Durante l’adolescenza credevo il mondo ruotasse intorno al sesso.
O forse ero io a crederlo, avendo tutti i giorni davanti i fondoschiena delle mie compagne di classe che finivano col monopolizzare la mia attenzione anche quando non erano davanti a me.

Comunque mi sbagliavo.
Il mondo – quello occidentale – ruota intorno al cibo. Ho l’impressione che ne siamo invasi e ne consumiamo troppo.

O forse la summa è il cibo + sesso. O anche il sesso col cibo, dipende dai gusti di alcuni.

Non accendo mai la tv eppure finisco indirettamente per essere invaso da programmi di cucina di cui non comprendo più l’utilità, la funzione e la credibilità.


Anche se confesso che Chef Rubio, l’ex rugbista divenuto cuoco, mi è simpatico.


Non comprendo come sia possibile che in giro ci siano programmi come quello di quel tale che va in giro a cercare i posti dove il cibo viene servito a metro: panini di dieci piani con venti tipi diversi di formaggio fuso e pizze con strati geologici di ingredienti che per esplorarli tutti servirebbe Alberto Angela.

Spegnere la televisione e uscire con altre persone significa molto spesso stare intorno a un tavolo. E stare intorno a un tavolo vuol dire mangiare. Anche solo arachidi e patatine San Carlo, ma bisogna mangiare perché si deve ingannare il tempo – che non si sa cosa di male abbia fatto ma va preso per il culo in ogni caso.


A proposito, mi chiedo sempre se le ciotole di arachidi salate non terminate dai clienti vengano svuotate, oppure vengano riproposte ad altri tavoli. Pensate, la prossima volta che infilate la mano dentro, alle mani altrui nella medesima ciotola.

Apprezzo in questo senso il pub dove vado sempre, che ti butta a tavola manciate di arachidi ancora nel guscio.

Probabilmente il gestore ruba i sacchi per gli elefanti allo zoo.


Una volta uscendo la sera per strada ciò che sentivo era puzza di ascella e scie di profumo lasciate da qualcuno a cui si era evidentemente rotto lo spruzzatore. Oggi ogni afrore è coperto da kebab, patate fritte, olii vari bruciati e generici odori di cose cucinate (spesso male). Anche se per quanto riguarda l’ascella come si suol dire l’odore vince sull’olio.

Salumerie e pescherie di sera diventano pub e sfizioserie.
Che è come se un nightclub di giorno fosse un ambulatorio ginecologico.

E poi la gente fa foto al cibo.
Sono stato con una persona che prima di mangiare doveva fare una foto al piatto. Questa doveva essere la prova che non fosse sana di mente, eppure ho ignorato il segnale di pericolo e ne ho pagato le conseguenze.


La persona in questione potrebbe dire di me che non sono sano di mente e potrebbe anche addurre delle motivazioni.
Ma io non faccio foto al cibo e ciò mi pone in vantaggio.


Infine, credo che quelli che si credono esperti di diete abbiano portato a una progressiva riduzione dell’integrità del sacco scrotale. Quelli che “sapete che non bisogna mangiare questo? Sapete quanto fa male quest’altro? Sapete cosa mettono qui dentro?”. Una volta quelli alimentari erano consigli da rivista da parrucchiere, oggigiorno grazie a internet sono diventati tutti quanti esperti da parrucchiere e mi chiedo se ciò abbia portato a una crisi delle riviste da parrucchiere.

Per carità, anche io predico bene e Ruzzle male: seguo anch’io una dieta, quella macroidiotica.

La dieta macroidiotica si basa sul fatto che fino a quando qualcosa non ti fa male, si può mangiare. Ci vogliono anni di prove per sviluppare tale consapevolezza. Ad esempio, prima di giungere alla conclusione, durante l’adolescenza, che litri di bevande gassate mi facessero male, ho passato lunghe notti a meditare sul grande trono di ceramica.

E ancora imparo cose nuove.

È difficile essere macroidiotico oggigiorno, in quanto le multinazionali, le nazionali e pure le regionali cercano sempre e comunque di contrastarti.

La dieta macroidiotica ha un limite: dovendo testare ciò che mangi prima di sapere se e quanto puoi mangiarlo, rischi di ingerire qualcosa che ti faccia molto molto male.
In quel caso, principio della macroidiotica sui cibi sconosciuti è quello di far provare prima qualcun altro.

Perché, ricordate, il macroidiota è colui che può essere pericoloso per sé stesso me anche per gli altri.