Non è che il gattaro pensi solo ai gatti propri

Tra gli incontri che trovo più sgradevoli, più di quelli con una volante o con dei predicatori religiosi, c’è quello con gli inquisitori. E non mi riferisco a membri del clero dediti al contrasto all’eresia con metodi ‘discutibili’.

Penso a persone che ti mettono all’angolo ponendo domande e che non vengono placati dalle risposte ricevute. Sono mossi da un bisogno compulsivo di venire a conoscenza dei fatti altrui.

Sono anni che conosco un individuo del genere. Quando gli salta l’uzzolo seguita a incalzare l’interlocutore, lo scruta stringendo un occhio e inclinando il capo di lato. “Confessa! Confessa!” sembra dire il suo sguardo. Il tutto gli conferisce un aspetto vagamente gufesco.


Qualcuno non sarà d’accordo e replicherà che i gufi sono animali simpatici. Sono d’accordo, ma se un gufo mi tempestasse di domande non lo troverei più simpatico per il solo fatto di esser un gufo, passerebbe in secondo piano rispetto al suo esser rompicoglioni.


Ricordo una volta, vari anni fa, in cui mi fece

– Ma la tua ragazza dov’è?
– Eh no ci siam lasciati…
– Come mai?
– Eh le cose non andavano più bene
– Cioè?
– Beh si arriva a un certo punto in cui tendono a ripetersi delle dinamiche e non c’è più una crescita
– Perché?
– Perché quando non si ricevono più stimoli in entrambi i sensi non c’è più uno scambio, il rapporto di coppia si inaridisce
– E quindi?

A quel punto intervenne un terzo
– Non te lo vuole dire, basta

Che mi salvò dal dirgli Hai rotto il cazzo.

Quando mi capita di incrociarlo per strada mi attengo sul formale e il generale, in ogni modo non credo di rientrare più tra i suoi interessi. Mi chiede a volte di terzi in comune. Io glisso sempre con un Non so niente.

Oggi mi ha scritto all’improvviso

– Lo sai ho incontrato Tizio. Te lo ricordi?
– Sì, a volte lo incrocio per strada
– L’ho visto strano. Gli ho chiesto Tutto bene? e lui mi sembrava nervoso ma ha detto Sì tutto bene
È sempre stato un po’ schivo [E tu gli facevi schivo mi sa]
– Ma sta lavorando?
– Non lo so [Perché non l’hai chiesto a lui?]
– Ma sta sempre col cellulare in mano, ma una donna ce l’ha?
– Non lo so [Magari scrive a una donna, che ne sai. Dubito rincorra i Pokémon a quarant’anni]
– Anche dalle sue foto, zero. Capirai, comunque, parla poco e niente come se poi a noi interessasse qualcosa
– [Infatti, uno che gli va a spulciare pure le foto su facebook è un tipo discreto] Ma sai, è schivo…
– Secondo me ha qualcosa da nascondere e non lo vuole far sapere
– Scusa devo andare a dare le pillole al gatto


NOTA STORICO-ANTROPOLOGICA
Un individuo del genere da queste parti si può qualificare come capéra. In origine, nell’Ottocento, la capera era la parrucchiera a domicilio, che sistemava le teste (le cape) delle donne. È noto che tale mestiere porta a entrar in confidenza con i propri clienti, ancor oggi è così. La capera veniva così a conoscenza di tutti i fatti altrui e, per avere argomenti di conversazione, riportava confidenze e pettegolezzi da una cliente alle altre, creando un giro di gossip di quartiere. Oggigiorno essere una capera equival a esser quindi pettegoli e ficcanaso.


Non è che un’amministrazione pubblica non possa essere fuori dal Comune

Per la seconda estate consecutiva, il mio Comune è invaso dalle blatte.
L’amministrazione ha però rassicurato la cittadinanza: quelle si vedono aggirarsi tra i marciapiedi, non sono blatte. Sono Pokémon.

Sono visibili anche senza smartphone: effetto della nuova tecnologia a realtà aumentatissima.
La stessa che fa apparire lauree a Renzo Bossi o attici a Bertone.

Nonostante le rassicurazioni, non mi sento molto tranquillo nel mangiare fuori. Ogni volta che sotto i denti scatta un crunch temo di aver masticato qualcosa di vivo finito nel piatto.

Vero è che dicono sia il cibo del futuro. Io però ho sempre preferito altri tempi verbali.

Al limite suggerirei di affrontare l’argomento a Vice News Italia. Vedo già il titolo: Abbiamo provato a mangiare blatte per una settimana. Vi raccontiamo come è andata.


Per chi non è avvezzo: gli articoli di Vice sono quasi tutti così. Leggere per credere.


Oppure potrei contattare quei simpaticoni de Il Post: Abbiamo assaggiato le blatte (No, non è andata benissimo).
Più pragmatici quelli di Libernazione: Le blatte hanno rotto il cazzo, mentre Il Giornale titolerebbe semplicemente INVASIONE.

Ho un gatto a casa che invece cattura scarafaggi e poi ce li lascia trovare, osservandoci con occhi fiduciosi aspettando chissà che.
Una volta ho dovuto fingere di mangiare “la preda”: Mmmh che buono! Chomp Chomp e lui è sembrato contento, prima di vomitare una palla di pelo. Ho dovuto mangiare anche quella.

Il Comune potrebbe quindi addestrare una squadra di gatti acchiappa-insetti (If there’s something strange in your neighborhood: who you gonna call? Nessuno, perché i gatti se li chiami ti guardano e non vengono) e fare economia sulle spese. Del resto non ci sono fondi neanche per sistemare i condizionatori nell’asilo nido comunale.

E dire che una neomamma ha chiesto se in tale asilo adottino il Metodo Montessori e se venga praticato il bilinguismo, perché test clinici dimostrano che se un bambino impara una lingua straniera già da piccolo, da adolescente potrà mandarvi a quel paese in due lingue diverse.

Quando l’ho sentito mi son fatto una risata. È come dormire in tenda e chiedere se ci sono gli annessi e connessi di una suite d’hotel.

Da quel che so, lì dentro praticano il metodo Montenegro (c’è una inserviente che adora i cicchetti) e parlano due lingue. Italiano e napoletano.

Non è che ieri stavo ‘npiedi perché l’otto m’arzo


cit. Andrea Pazienza:


Ogni otto marzo ascolto le polemiche di quelli che dicono che è una festa consumista; di quelli che dicono sia una scusa per dare sfogo a istinti ancestrali repressi; di quelli che ci tengono a erudire il prossimo spiegando l’arcinota verità che è solo una favola la storia delle operaie chiuse nella fabbrica incendiata con l’albero di mimosa accanto e io ogni anno ascolto la stessa lezione dalle stesse persone, che non so se mi ritengano vittima di una lesione nell’area della memoria che mi porta a dimenticare gli eventi oltre i 364 giorni e quindi sentano il bisogno di ripetermi la spiegazione oppure siano loro a essere mentalmente lesionati.

E poi c’è chi ripete che dovrebbe essere 8 marzo tutto l’anno e chi invece dice che non ci dovrebbe essere un 8 marzo perché dovrebbe essere un fatto normale e non eccezionale.

Io, molto confuso da tutto ciò e non sapendo come comportarmi, tento di tenermi fuori dai guai semplicemente rivolgendo un cordiale Auguri alle persone (persone di sesso femminile s’intende, anche se vige ancora quella goliardata che vuole che un maschio spiritoso ti dica auguri e allora pure tu gli dici auguri e tutti e due insieme perpetuate l’universo parallelo da scuola media in cui spesso i maschi entrano) che incontro e mantenendo un atteggiamento di onore e rispetto per tutto l’anno, ben conscio di dover migliorare giorno per giorno perché nella mia vita ho purtroppo mancato di rispetto e, data la mia natura fallibile e fallata, temo possa ancora accadere.


A mia discolpa tengo a precisare che non è una questione di contrapposizione uomo-donna: io manco di rispetto in maniera indistinta, spesso pecco e faccio gaffe in buona fede, ma in generale ho una cattiveria che si esplicita in senso democratico. Segue, in parole povere, un principio di maggioranza – mi piace mettermi sempre contro la moltitudine perché sono masochista (50 sfumature di micio) – ma temperato dalla garanzia della tutela della minoranza¹, quindi, per non far sentire escluso nessuno, offendo anche tutti gli altri.


¹ Tra parentesi la gente, chissà perché, tende però a dimenticare questa seconda parte, ritenendo che democrazia = la maggioranza vince e tutti gli altri restano zitti.


Quella di fare gli auguri è un’usanza che seguono tutti.

Io però, ad esempio, non faccio gli auguri di compleanno a chi mi sta sulle palle, per coerenza. Alcuni ci riescono lo stesso. Assumendo che la logica giusta sia quella di avere un atteggiamento lineare, credo che allo stesso modo dei compleanni non a tutte le donne vadano rivolti gli auguri l’otto marzo in virtù dell’idiosincrasia espressa nei loro confronti in altri frangenti.


È come vedere tanti ergersi a difesa dei bambini¹, salvo poi avere un atteggiamento di indifferenza quando poco lontano dalle nostre coste quegli stessi bambini finiscono a fondo con una barca. Se va bene è indifferenza, altrimenti è un vivo compiacimento perché secondo costoro è un problema in meno per noialtri. I più pietosi invece plaudono a un annegamento salvifico che li preserva da una vita di stenti.


¹ Credo che prima gli adulti dovrebbero pensare a difendere loro stessi da sé stessi.


Per suffragare la tesi testé enunciata mi rifaccio ad affermazioni che ho udito con gli occhi di questa faccia o che ho letto con le orecchie della medesima, procedendo a sottrarre dal novero delle donne meritevoli dell’Auguri alcune categorie:

– Innanzitutto quelle vittime di strupri o percosse o omicidi che, diciamocelo, un po’ se la vanno a cercare, dai.
– Quelle che, seppur non vittime di violenza, in ogni caso lo fanno apposta a provocare.
– Quelle che tu gli dici “Mi piaci” e loro ti rispondono che “Mi dispiace, mi sei simpatico ma…” che è proprio da stronze. Ti butto fiori e tu mi rispondi picche?
– Quelle che tu le guardi o ne richiami l’attenzione per strada e non ti filano o sembrano addirittura infastidite: ma chi si credono di essere? Ringraziassero di essere guardate.
– Quelle che sono acide, isteriche, nervose e volubili durante quella rottura di palle che noi uomini dobbiamo sopportare ogni mese che si chiama mestruazioni.
– Quelle che sono acide, isteriche, nervose e volubili perché di sicuro hanno le mestruazioni.
– Quelle che sono acide, isteriche, nervose e volubili perché non fanno sesso abbastanza.
– Quelle cui piace il sesso e quindi son troie.
– Quelle che non dicono che a loro piace il sesso ma tanto, eh? – Gomitatina, occhiolino, risatina – Lo sappiamo che sotto sotto – eh? – son troie.
– Quelle che stanno causando una decadenza della società perché non assolvono più al compito di donna che accudisce la casa: oggi tutte fissate con la carriera.
– Quelle che di sicuro han fatto carriera con chissà quali mezzi…eh? – Gomitatina, occhiolino, risatina.

Procedendo per sottrazione, direi che a questo punto rimanga solo mia Madre: su di lei posso garantire personalmente, altri casi non so. A chi ha qualcosa da ridire, citando Ferenc Pápa (come lo chiamano in Ungheria), tiro un cazzotto.

Quindi volevo far sapere che mia Madre ringrazia tutti per gli auguri.


Questo post che avevo in mente da un paio di giorni giunge tardivo: oggi Saverio Tommasi ha scritto su Facebook un post da cui io, una volta letto, ho pensato di attingere per rimpolpare il mio elenco. Quindi è doverosa la citazione per onestà:

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Anche se Saverio Tommasi mi infastidisce per questa sua velleità da supereroe della morale, che ne fa un aspirante santone – cioè un Roberto Saviano – che non ce l’ha fatta¹.


¹ L’evoluzione stile Pokémon dovrebbe essere: supereroe della morale -> santone. Io mi rendo conto a questo punto di essere un aspirante Saverio Tommasi che non ce l’ha fatta, purtroppo.


² Su Roberto Saviano ho una opinione né positiva né negativa che sarebbe troppo lungo sviscerare qui: diciamo che tendo a scindere il giornalista dall’uomo della predica.


A 14 anni poche pretese, poche mone o Pokémon? (contiene una nuova lista!)

Non ho mai scritto alle 7 del mattino, ma violenti attacchi di tosse nel mezzo del sonno mi hanno fatto prima alzare e poi precipitare nell’amletico dubbio “torno a letto e dormo oppure no”?.

Poi ho pensato di aver già dormito abbastanza nella mia vita e quindi forse è meglio stare svegli. E ho pensato anche che avrei potuto intitolare il post precedente così: Il sonno della Regione genera gli ecomostri. Ma forse ci ha già pensato qualcuno.

So che in questo momento c’è invece un’Italia che lavora e che produce già in piedi da un pezzo e che mi starà mandando giustamente a quel Paese, ma la mia vita lavorativa invece è tutta spostata in avanti. Stamattina grazie al risveglio forzato ho scoperto di avere ancora dei genitori, non ci incontriamo mai durante la settimana.

Mi son chiesto chissà che fanno tutti gli altri che conosco mentre io dormo, mangio, lavoro. Ritmi de-sincronizzati.

Yo, Squirtle

Lei a quest’ora invece si starà lisciando con un po’ di moine qualcun altro.
È come per i Pokémon, collezionali tutti!.

Che poi da ragazzino era divertente storpiarne i nomi: Ficachu (Pikachu), Vulvasaur (Bulbasaur), Squirting (Squirtle). No, l’ultimo l’ho inventato ora. A 14 anni già era tanto avere una vaga e confusa idea dell’anatomia femminile, figuriamoci conoscere cose più specifiche.

Dato che questo è un post inutile (più inutile degli altri), ho deciso di buttar giù una lista di cose che trovo sostanzialmente inutili.

  • Il mese di Novembre
  • Il martedì
  • Il Molise
  • Il bollino SIAE piazzato in modo incauto sulla facciata del disco
  • I sequel di Matrix
  • La recitazione di Monica Bellucci
  • Gli estremizzati attacchi isterici femminili nei film italiani
  • I comici che fanno finta di interagire col pubblico, per la serie “aspetta aspetta, mò viene il bello!”
  • Suonare il clacson nel traffico
  • Lo spremiagrumi elettrico, il tagliapeli del naso elettrico, il grattaschiena elettrico, tutti quegli oggetti elettrici che ti regalano o che ti compri (e se li compri tu è ancor più grave!) che userai una volta sola se va bene e poi mai più. Però un grattaschiena elettrico secondo me sarebbe utile.
  • Il set per la fonduta. Adesso salterà fuori qualcuno che dirà Ma come! Io tutte le sere a casa con gli amici lo uso! Non lo metto in dubbio. Invece conosco gente che si è scordata pure di avercelo. Sarà perché siam terroni.
  • I controlli sul peso dei bagagli all’aeroporto. A cosa serve che mi contestino mezzo kg in più al banco check-in (o anche solo un etto sul bagaglio a mano) se poi al Duty Free posso comprare il mio equivalente in peso di cose varie?
  • I dischi dei Metallica dopo il 1991
  • La colonna destra di la Repubblica
  • La domanda dell’immancabile signora al banco salumeria che chiede se il prosciutto che sta per comprare sia buono. Io sogno uno che le risponda: Guardi signora, è proprio una merda, sto cercando di sbolognarlo a qualcuna come lei. Ce ne è sempre una che fa una domanda simile.
"Hanno detto che faranno altri 2 film" "Sì e ci sarai tu, Smith" "No, cazzo"

Hanno detto che faranno altri 2 film” “Sì e ci sarai tu, Smith” “No, cazzo”

Se avete delle cose inutili, tiratele fuori!