Non è che se metti qualcuno da parte è perché ne hai imparato l’arte

Non ci si aspetta mai che certe cose capitino a sé stessi. Eppure, poi, quando accadono, ci si rende conto che, veramente, nessuno ne è immune.

Sono qui oggi a denunciare un caso di sessismo subìto.

Diciamo che io e M. stiamo mettendo in essere un’organizzazione di una cosa da organizzare. Un paio di mesi fa, abbiamo parlato con una persona che si occupa di organizzare per chi appunto vuole organizzare.


Sì, tutto ciò è successo due mesi fa. So già che qualcuno polemizzerà dicendo Ah e perché denunci solo ora?.


A quanto pare quella di costei è una presenza necessaria: a noi bastavano un tavolo e delle sedie, ma sembra esistano annessi e connessi vari e c’è una persona che si occupa di ciò.

La cosa non mi crea problemi, se non nella misura in cui la suddetta organizzatrice ho notato parlava rivolgendosi solo a M:
«Tu cosa avevi pensato? Tu cosa volevi? A te come piacerebbe?».

In pratica, alla sua presenza, io ero un semplice cartonato.

Un po’ deluso dal primo incontro, ho sperato che, magari, il secondo sarebbe andato meglio.

Invece si è ripetuto lo stesso copione. Al che, a un certo punto, non ne ho potuto più e ho chiesto:
– Mi scusi, ma perché parla rivolgendosi solo a lei?
L’organizzatrice, un po’ in imbarazzo, si è schermita:
– Ah no mi scusi, è che non sono molti gli uomini che si interessano…

Gli uomini. Quindi io vengo messo in disparte per il mio sesso. Io non esisto, non sono una vera persona. Sono una coppia di cromosomi XY col pene e null’altro.

A parte poi vorrei sapere chi gliel’ha detto a costei che io sia uomo? E se fossi io una donna e M. l’uomo? E se fossimo entrambe donne? E se fossimo entrambi uomini? È incredibile la superficialità con la quale si affrontano le cose.

Rimettete sempre al suo posto chi vi giudica solo per il vostro pene!

Non è che il chirurgo abbia bisogno della matematica per fare le operazioni

Per la rubrica “Una cosa divertente che non farò mai più” alla lista aggiungo un ricovero in clinica.

Il momento di svolta di questa esperienza è stata quando l’amicone del Ciao caro – vedasi puntata precedente – è stato rispedito a casa perché non c’erano abbastanza letti liberi.

A quanto ho saputo lui e la sua famiglia l’hanno presa con filosofia. La filosofia del martello, cioè quello che avrebbero voluto utilizzare su guardia, personale medico e chiunque altro gli capitasse a tiro.

Lì ho pensato che non mi sarebbe andata tanto male. Ritrovarsi in reparto con lui sarebbe stata un’esperienza dadaista.

Il reparto è piccolo e la gente non mormora
In tempi di emergenza sanitaria le visite sono escluse e l’unico contatto con il mondo resta il telefono. Dato che più sono lontane le persone più è necessario urlare (lo sapevate?), capita che tutti sentano tutto delle conversazioni altrui.  Ho apprezzato in particolare il racconto di una ragazza sui dettagli della sua occlusione intestinale, narrazione che ha goduto di diverse repliche perché parenti, amici e anche la professoressa dovevano avere ragguagli sulla quantità di feci ritrovata nel suo intestino.

Il mio compagno di stanza era un tipo simpatico e tranquillo. Pensavo avesse la mia età, poi ho scoperto era più giovane. Anche lui pensava avessi la sua età, poi ha scoperto che ero più vecchio. Entrambi quindi non mostriamo l’età che abbiamo.

Compagnodistanza fa il cuoco. Ho iniziato a dubitare delle sue competenze culinarie quando è arrivato il cibo della mensa – che come qualsiasi cibo ospedaliero non può essere considerato vero e saporito cibo – e lui ha detto che aveva un buon profumo. Voglio credere fosse il digiuno a farglielo trovare gradevole.

Ha detto che considera la mia città “la piccola Berlino”. Ho dubitato anche delle sue competenze geografiche.

Le pene del pene
Nella stanza di fianco c’era un ragazzo che ha avuto il mio stesso intervento. Un tipo un po’ ansioso. Lo dico io che sono un ansioso, quindi so di cosa parlo.

Quando è svanito l’effetto dell’anestesia spinale mi sono rimesso in piedi e sono passato nella sua stanza. Lui è stato operato dopo di me, quindi era ancora sotto anestesia. Era in angoscia perché tra le gambe non sentiva ancora niente.

Ha iniziato a chiedermi quando io avessi ripreso sensibilità lì. Poi cosa sentissi lì. Poi quando mi erano arrivati i primi segnali di ripresa lì. A un certo punto gli ho chiesto cortesemente di smetterla di farmi domande sul mio pene.

Se incontri il Buddha per la strada uccidilo
Quando giovedì sera era diventato chiaro non sarebbero riusciti ad operare noi in lista, mi sono rivolto sconsolato al primario chirurgo lamentando – non seriamente ma con ironia – il dover ripetere il digiuno il giorno dopo. Sai cosa dice il Dalai Lama, mi ha fatto, il miglior modo per purificarsi è astenersi dall’ingerire sostanze che possano avere effetti negativi sul tuo corpo. Quindi io ti sto purificando corpo e anima.

Non è certo se il Dalai Lama abbia mai detto ciò.

Priorità
L’infermiere arriva da me dicendomi che dobbiamo tagliare la barba.

Io lo guardo perplesso.

Lui mi guarda perplesso al mio essere perplesso.

Poi oso chiedere – con un certo ingenuo candore, riconosco – se davvero intendesse radermi l’onor del mento.

Lui si riferiva a una depilazione al basso ventre. Uno ci mette tanto a curarsi una barba, è normale che si preoccupi, mi giustifico io.

Musica maestro
In sala operatoria il capo anestesista mette in diffusione una cover di Umbrella di Rihanna cantata come fosse Despacito.
Gli chiedo cortesemente di mettere gli AC/DC se vuole mantenermi rilassato.

Ah, è medico!
Sempre della serie che tutti devono sentire tutto e al telefono si urla, una signora ricoverata mentre parlava col figlio all’altro capo vede passare il chirurgo e lo blocca al grido di Aspetta ora te lo faccio dire dal dottore. Si sente in modo distinto qualcuno all’altro capo chiedere Scusi lei è infermiere o è laureato dottore?. Il chirurgo risponde Sì, sono laureato in Dottore.

Non è che imposti dei programmi di allenamento per esercitare la libertà

Mi trovavo con un automobilista a discutere di terza corsia autostradale.

Convenivamo sul fatto che ci sono individui che invece di starsene sulla destra tendono a viaggiare in terza anche quando non sono in fase di sorpasso, rallentando chi sopraggiunge.

Lui però si sentiva legittimato, per metter loro pressione, a incollarvisi al sedere a una distanza minima senza attendere che si spostino. La sua libertà di sfrecciare in terza corsia gaio e gaudente come rondone in volo non può – secondo lui – venire limitata dal rondinello impacciato davanti.

Io constatavo che se è vero che costoro sbagliano a occupare la corsia, sbaglia anche lui a non rispettare una cosa molto semplice nel Codice della strada chiamata distanza di sicurezza. Inoltre, se lui invoca la pista libera in nome della libertà, anche il tizio che occupa la corsia sta molto probabilmente esercitando la propria di libertà di fare come gli pare in barba al Codice, magari perché il suo psicoterapeuta gli ha detto di lavorare sull’autostima e mettersi in terza invece che sulla destra gli giova all’ego. Non si può pretendere libertà soltanto per sé stessi.

La libertà è un concetto che viene spesso travisato. Lo si ritiene assoluto e insindacabile. Ci si dimentica che la propria di libertà finisce dove comincia quella degli altri.

Restando in tema automobilistico, ricordo che quando venne introdotto l’obbligo di allacciare le cinture di sicurezza ci furono molti mugugni. All’epoca sentivo dire da qualche adulto “Ma sarò libero di fare come mi pare, se non le allaccio e muoio saranno magari fatti miei?”.

No, purtroppo non sono soltanto fatti tuoi. Perché se voli via dal parabrezza a causa di un tamponamento e devono portarti all’ospedale perché ti sei rotto in tanti pezzetti, sei un problema per la Sanità che si ritroverà a occupare i Pronto Soccorso con gente come te che si ritiene libera di poter volare dal parabrezza perché ritiene appunto di non dover rendere conto delle cinture di sicurezza.

È un po’ lo stesso discorso che vale per i no vax. Non possono appellarsi alla libertà di morire come gli pare quando la loro libertà di morte investe la sfera pubblica.

A me, per parlar di libertà, piacerebbe poter andare in giro col pene all’aria, senza pantaloni né boxer. Innanzitutto ne gioverebbe la salute: una delle maggiori cause di infertilità maschile è la costrizione degli organi negli indumenti, accompagnata a un’innalzamento della temperatura di quella zona. C’è un motivo se le gonadi maschili non si trovano all’interno del corpo ma all’esterno: per stare al fresco perché il calore nuoce a ciò che contengono.

E poi, a prescindere dalla salute, sarò appunto libero di vestirmi o non vestirmi come mi pare? Perché devo esser costretto a foraggiare col mio danaro la lobby del pantalone? E questa cosa delle mutande, non sarà anche un po’ sessista? Mi devo coprire perché sennò mi si vede il sesso, quindi mi state dicendo che non vedete la persona ma solo il suo sesso e perciò devo nasconderlo? Ma questa è una dittatura, non è democrazia! Dov’è la libertà?

È chiaro che il mio esercizio di libertà cozzerebbe con la libertà delle altre persone di non vedere offeso il loro senso del pudore.

Allora così non se ne esce se ognuno, egoisticamente, vuole appellarsi al fare come gli pare.

La soluzione è trovare dei compromessi.

Ad esempio, che mi sia concesso di mostrare il pene ai no vax.

Non è che l’esploratore sozzo possa fondare una colonia di batteri

Il mondo non finisce mai di stupirmi.


ATTENZIONE. Da qui in poi il post potrebbe farvi schifo.


Ho scoperto oggi l’esistenza di questa etichetta di birra: https://orderyoni.com/beer/. Il prodotto biondo ha una particolarità molto particolare. Cito testualmente dal sito “The composition is enhanced with the use of lactic acid from vaginal bacteria”.

Anche chi non mastica l’inglese avrà intuito con cosa è prodotta la birra.

In effetti, avranno pensato costoro, se lì sotto ci sono, tra i vari batteri, anche quelli responsabili della fermentazione (lactobacillus) per gli alimenti, perché non usarli per farne birra?

L’idea non è nuova. Tempo fa lessi di una matta che ha pensato di raccogliere un campione delle proprie secrezioni vaginali per produrre uno yogurt. Inutile dire che non è proprio una grande idea: perché nella vagina non c’è solo il lactobacillus ma decine di altri batteri, alcuni dei quali possono rivelarsi dannosi. Quindi andarli a scomodare a cucchiaiate e farli crescere e fermentare per ingerirli non è forse qualcosa che consiglierebbe il tuo nutrizionista.

Ma non è questa cosa a destare in me dello stupore.

Quel che mi chiedo è perché nessuno pensi ai batteri penieni.

Non sarebbero degni di farci una birra? Uno yogurt? Un formaggio a pasta filante?

Cos’è questa, una discriminazione? Il fatto di essere nati e cresciuti in un posto meno blasonato di una vagina (diciamo pure che sono nati in un posto del cazzo) priva i batteri di dignità e diritti?

Credo che le sperimentazioni enogastronomiche non possano prescindere dalle possibilità offerte dalla flora batterica del pene, se non altro per garantire una parità di trattamento.

Non è che ti serva una siringa per una iniezione di fiducia

Chi mi segue sa che cerco sempre di proporre idee creative per migliorare la vita quotidiana. Provo a stare un passo avanti gli altri, anche se capita spesso che qualcuno mi superi.

Avrete sentito che The Donald ha proposto iniezioni di candeggina e disinfettante per mettere al riparto le persone dal contagio (poi la Casa Bianca ha detto non è stato capito, a me sembrava serio, va be’). Perché io non ci ho pensato? D’altronde, però, se lui è Presidente degli Stati Uniti (o POTUS) e io no ci sarà un motivo.

Prendendo però spunto dalla sua idea, mi sono chiesto se ne fosse possibile applicare il principio anche in altri ambiti.

E quindi:

  • Lo Svelto pulisce i piatti. C’è un modo per inserirlo dentro al cibo che prepariamo, in modo da avere pietanze che non sporcano, anzi lasciano i piatti brillanti?
  • La soda caustica spurga le tubature in 10 minuti. C’è un modo per fare qualcosa del genere con le persone costipate facendogliela ingerire?
  • I filtri dell’aria possono trattenere particelle nei sistemi di ventilazione. C’è un modo di installarli all’interno delle narici delle persone?
  • Il liquido refrigerante raffredda il motore. C’è un modo per iniettarlo nelle persone per proteggerle dalle alte temperature estive?
  • I lubrificanti intimi si utilizzano per diminuire la frizione durante i rapporti sessuali, in particolare quelli anali. C’è un modo per iniettarli direttamente nel pene o nel culo in modo che diventino autolubrificanti?

Se ci fossero altri spunti, mettiamoli insieme!

Non è che disinfetti un video solo perché è virale

Sono qui oggi in veste di chiarificatore per fare chiarezza su alcune cose su cui bisogna fare chiarezza.

Dovendo trattare di materie molto tecniche, mi sono questa volta avvalso della consulenza del mio vecchio docente di Chimica dello smegma sociale, il Prof Durbans dell’Università di Scarborough. Ciò che segue è frutto di un lungo scambio via chat iniziato quando la pandemia si chiamava solo epidemia, che pubblico oggi avendo finalmente potuto mettere insieme il materiale – spesso comunicavamo in differita, io lasciavo il messaggio e lui mi rispondeva – per adattarlo sotto forma di dialogo coerente e avere un quadro completo.

E poi il Prof è passato a miglior vita due giorni fa e quindi non posso più scrivergli.

Prof, il virus le risulta sia stato un progetto di laboratorio?
Affé mia nella maniera più categorica affermo sia una cialtronata. Nel virus non sono state trovate tracce di colla vinilica né di forbici dalla punta arrotondata né di carta igienica, qualunque strumento che facesse quindi pensare insomma a un attacco d’arte.
Mi sento di smentire anche che sia frutto di un progetto di Bill Gates: se così fosse, tra i sintomi avremmo di certo rilevato una schermata blu.
E le antenne 5G? Che ruolo hanno avuto in tutto ciò?
Anche qui, ci troviamo in presenza di una totale mancanza di informazione in materia. I popoli dell’Estremo Oriente non hanno gli enzimi necessari per digerire le antenne, quindi affermare che il virus si sia diffuso sulla base della credenza che loro mangino i ripetitori 5G vivi non corrisponde affatto al vero.
Il 5G va però detto che aiuta il virus nel daunlood più veloce di materiale pornografico in HD quindi io terrei monitorata la situazione ché non vorrei che ci possa ingolfare la banda.
Ma perché il virus ha circolato così tanto in Italia?
Perché gli hanno detto la feic niùs dei 35€ al giorno e degli alberghi gratis. Vede cosa succede a fare disinformescion?
I famosi alberghi che Cristiano Ronaldo ha messo a disposizione? 
No, quella è un’altra feic niùs. Gli alberghi servono a Ronaldo per alloggiare gli addominali.
Sto facendo molto esercizio fisico in casa in questo periodo, a proposito. Crunch, squat, elastici, trazioni.
Avevo letto i tuoi consigli di fitness, sei stato bravo ed esauriente. Però non trascurare l’onanismo, mi raccomando.
Quello mai anzi mi sa con l’isolamento toccherà abituarcisi.
Andremo incontro a un lungo periodo di ripiego dai contatti sociali. A tal proposito, vorrei far crollare un’altra feic niùs ancora. Non corrisponde al vero che aglio e cipolla curano l’infezione. È vero però che posso aiutare nella prevenzione del diffondersi del contagio: il loro potere distanziometrico è riconosciuto. Ieri mi sono cimentato nella preparazione di un piatto del vostro Nord Italia, la bagna cauda: come mi ha aiutato a tenere le distanze quando sono uscito, davvero lo consiglio. Ho anche trasmesso la preparazione in diretta da Instagram.
Non mi è comparsa la sua diretta nella home.
Il video mi è stato segnalato e bloccato perché mi si vedeva il pene.
Ah le è tornato quel problema di priapismo di cui soffriva?
No no, stavo proprio inquadrando il mio pene mentre cucinavo nudo. Pensavo fosse questo lo scopo delle dirette.
Ma tutti questi personaggi famosi che fanno dirette non hanno un po’ scocciato?
Non lo so, non le ho mai seguite queste dirette. Pensavo che fossero video per mostrare il pene per compiacimento personale e dato che ai peni non sono interessato non le guardavo mai. D’altronde non credo di essermi allontanato dalla realtà: l’esibizione di sé stessi tramite lo strumento socials non è altro che una manifestazione del pene, un’autoaffermazione di un popolo che soffre di impotenza sociale e che quindi cerca altre forme di piacere per avere erezioni.
Ma pure le donne vogliono avere erezioni?
Certo, allo stesso modo. D’altronde clitoridi e peni sono perfettamente uguali matrici erettili di tessuto sessuale senziente. Se ti interessa l’argomento ho da poco pubblicato un libro: Penologie Clitoridee-Un’analisi erettile del Novecento.
Sì, l’ho già scaricato in pdf. Tornando al virus, ma è vero che resta sull’asfalto?
Ne dubito, è così piccolo che è difficile investirlo con la macchina.
E invece c’è qualche altra avvertenza alimentare che potremmo seguire?
I bambini non sono immuni dal contagio, come qualcuno ha erroneamente detto. Quindi consiglierei di non mangiarli crudi.

 

[le conversazioni finiscono qua perché poi l’altro giorno ho trovato un messaggio in cui mi diceva che passava a miglior vita: è scappato su un’isoletta della Polinesia senza mezzi di comunicazione a godersi la pensione. Questo è un estratto del dialogo, tutto il resto della chat era fatta di foto di cazzi e adesivi buffi e cazzi buffi]

Non è che sui moduli alla voce ‘sesso’ tu scriva “No, io cerco amore”

Qualche tempo, con il supporto di ysingrinus, scrissi una lettera indirizzata a Valentina Nappi. Nella missiva si chiedeva alla professionista dell’intrattenimento sessuale di aiutare un giovane smarrito ad avere una prestazione deludente e fallimentare.

La lettera, purtroppo, rimase senza risposta.

Sapevo che comunque quella non sarebbe stata la soluzione ai miei problemi.

Il mio desiderio di fallire e deludere nasce da un disagio personale più profondo, causato dalla perdita della verginità dovuta a pratiche sconsiderate e all’utilizzo di strumenti non adatti a un giovane. La frustrazione mi porta a punirmi con coiti deludenti ma il piacere della delusione che via via ne traggo è sempre minore. Anzi, mi sembra di non riuscire più a fallire nell’accoppiamento.

Questa estate sono andato quindi da un androropata. Mi ha detto che ormai soffro di assuefazione alla deludenza. Il luminare mi ha però prospettato una soluzione: tornare vergine. La medicina moderna può infatti compiere questo miracolo.

Le strade possibili sono due. La prima prevede un cambio di sesso: il passaggio, infatti, azzera tutto e permettere di recuperare la verginità.


Anche se tecnicamente non si tratta di un ‘recupero’ essendo la verginità natia perduta per sempre; sarebbe più corretto parlare di ‘nuova partenza’ della verginità. Nel gergo colloquiale se ne parla come di un recupero ma la definizione resta impropria.


Volendo restare comunque maschio non è necessario fare altro che cambiare sesso (m->f) e poi ricambiarlo (f->m). Il doppio cambio permette di emendarsi doppiamente dai peccati carnali.

Gli interventi e la successiva riabilitazione richiedono molto tempo (almeno un paio di anni) e danaro (almeno alcune manciate).

La seconda strada, invece, è molto più semplice. Consiste nella rimozione del pene e la sua sostituzione con un altro, purché vergine, di qualsiasi tipo, umano, animale o vegetale.

A sentire questa possibilità la mia fantasia si era già accesa, ma il medico, intuendo forse i miei pensieri, ha all’istante smorzato il mio entusiasmo: «Ovviamente – ha sentenziato – il membro impiantato deve essere compatibile con le caratteristiche fisiche del soggetto ricevente onde evitare all’organismo uno stress e una sollecitazione muscolare non sostenibili a lungo». In parole povere, la mia debole costituzione mi impediva di essere compatibile con donatori equini.

Dopo averci pensato all’incirca un po’ e tre quarti, su suggerimento dell’androropata ho fatto la mia scelta: avrei avuto un pene di anatra.

Per chi non lo sapesse, le anatre hanno un organo particolare, arzigogolato come un cavatappi (articolo di approfondimento). Non credo di sbagliare se dico che l’idea per il tirabusciò sia venuta a qualcuno che deve aver visto un’anatra in azione.

Quando non serve, il membro è comodamente ripiegato all’interno del corpo. In un umano questo eviterebbe la scomodità di portarselo in giro, senza contare il potersi muovere in pubblico privo dell’ansia di compiere atti osceni in caso di caduta dei pantaloni. Anzi, avrei anche potuto pensare di andare in giro nudo: chi avrebbe potuto dirmi di destare scandalo se l’oggetto dello scandalo non c’è?

Le mie capacità natatorie sarebbero migliorate di molto, in termini di velocità e scivolamento nell’acqua, senza le turbolenze create dall’organo tra le gambe.

Infine, il pene d’anatra ha notevoli capacità elastiche e di allungamento, cosa che mi avrebbe garantito coiti più efficaci e soddisfacenti. A quest’ultimo aspetto non ero interessato, ma, secondo il medico, una volta liberato dall’istinto di autopunizione per la perdita della verginità avrei cercato di perderla nuovamente, stavolta in modo più accorto e razionale. Il pene d’anatra con la sua natura a elica avrebbe aiutato nel mio processo di accettazione dell’accoppiamento non vergine.


L’elica è il fondamento stesso della vita: il dna, come tutti sanno, ha una struttura simile. L’emissione di seme non è altro che una diffusione di dna e quindi di eliche: recenti studi dimostrano che una visione costante e progressiva dell’elica stimolerebbe tali emissioni perché attiverebbe degli ancestrali nervi para-simpatici.

 


Così ad agosto mi sono operato, a Reykjavík. Posso finalmente ora confessare che il motivo del mio viaggio in Islanda era per sottopormi all’intervento, visto che lì vive uno dei più grandi verginologi in circolazione, specializzato in xenotrapianti di pene: il Professor Gaudenzio Eiðurssön. Inoltre, lì vive e nidifica la Bucephala islandica, l’anatra più compatibile con gli esseri umani rispetto a tutti gli altri Anatidi.

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Un nido di Bucephala islandica che ho fortunosamente immortalato

Dopo mesi di riabilitazione, drenaggi e terapie di supporto, posso finalmente dire che tutto è andato bene e raccontare la mia soddisfazione per la riuscita completa dell’intervento.

Adesso, infatti, lavoro in un ristorante stellato come apribottiglie di vino.

Non è che il parlamentare ami per forza la musica da Camera

Come i più informati sapranno, nel 2018 si ripeterà l’antico rito apotropaico delle urnae electorialiae, in cui i cittadini, secondo la tradizione, saranno invitati a inserire dei foglietti di carta con dei simboli esoterici dentro delle scatole. Non è ben chiaro il motivo di questo gesto ma i miti vanno rispettati.

Dato che mi sono candidato anche io e, anzi, fonti di corridoio e sgabuzzino mi dicono che ho buone probabilità di vincere, ho deciso di presentare in anteprima agli italiani quello che sarà il riassetto che voglio dare all’esecutivo quando sarò Consigliente del Presidio.

Queste sono solo alcune delle mie proposte di riorganizzazione della struttura dei Ministeri:

Ministero dei lavori pubici
L’azione di questo dicastero seguirà due direttrici: la prima sarà quella di regolamentare e assicurare il corretto funzionamento dell’industria del lavoro col pube, che dà occupazione e intrattenimento a tanti italiani. La seconda sarà sovraintendere il settore dell’estetica per pube, per un pene sempre alla moda e per una vulva all’ultimo grido. Basta con l’improvvisazione e con l’abusivismo: il vostro pube sarà in buone mani.

Ministero dei Rapporti Sessuali con il Parlamento
Non mi si dica che in un Parlamento con 945 persone non ci sia mai qualche piccolo flirt, qualche tresca, qualche scappatella. Se prima ciò non poteva avvenire alla luce del sole, causa mancanza di regolamentazione, da quest’anno il Ministro dei Rapporti Sessuali con il Parlamento se ne farà carico della gestione onde evitare che tali attività interferiscano poi con il normale lavoro delle Camere.

Ministero delle Dispari Opportunità
Il vostro vicino di casa  ha vinto un concorso da vigile urbano a Fidel Castro Jonico con 100mila candidati ma caso strano lui era l’unico ammesso agli orali perché in possesso dei requisiti richiesti, requisiti che, sempre caso strano, richiedevano che l’identikit del candidato perfetto corrispondesse proprio al suo? Il vostro collega d’ufficio ha ottenuto una immeritata promozione? Siete plurilaureata, con un master, un dottorato e a 40 anni vivete ancora di stage perché le aziende preferiscono assumere uomini? Cazzi vostri! Il Ministero delle Dispari Opportunità si occupa di mantenere canali differenziati di successo per tutti, perché, già che ci sono, tanto vale istituzionalizzarli.

Ministero delle Infrabrutture
Un hotel mai terminato da 1000 stanze in cemento armato su una scogliera patrimonio dell’Unesco, del WWF e del Sacro Romano Impero. Un viadotto autostradale abbandonato in una riserva naturale. Una statua iconoclasta a forma di dildo in un centro storico. Opere che non hanno mai avuto una seria tutela. Ebbene, con il Ministero delle Infrabrutture, tutti gli orrori edilizi e artistici d’Italia avranno finalmente la loro voce in capitolo.

La frigida bellezza ecumenica e sabbipode di questo pontile abbandonato meriterebbe di esser valorizzata a beneficio del turismo

Ministero dei favori pubblici
Serve una spintarella per quella vostra graduatoria bloccata dal 1920? Una soffiata sulle tracce per il concorso da vice-usciere comunale? Uno scatto di carriera accelerato? I funzionari del ministero dei favori pubblici favoriranno l’incontro tra domanda e offerta.

Ministero della Difesa, del Centrocampo e dell’Attacco
In un Paese con 50 milioni di allenatori non può certo mancare. Serve altro da dire?

Ministero della Giustificazione
Basta con le scuse improvvisate! È ora che l’amministrazione si occupi di certificare le scusanti e assicurare un percorso di qualità per le giustificazioni migliori per scansare fatiche e impegni.

Ministero degli Interni
L’Italia è la patria del design d’autore ed è giusto che ci siano funzionari adeguati per gestire architettura e arredamento d’interni. Per quanto riguarda i colori di tende e tappezzeria, ci saranno due uffici preposti: quello maschile si occuperà dei colori primari (gli unici che è in grado di vedere), quello femminile di tutte le infinite varianti cromatiche originate da essi.

Ministero dei Peni Culturali
Non ci vuole un pene grande, ma un grande pene! E per la tutela del patrimonio penistico italiano, questo sarà il dicastero preposto.

Ministero delle Politiche Asociali
Questo Paese necessita di persone che rivendichino il diritto a staccare la suoneria del telefono, a starsene a casa un sabato sera, a disertare eventi giusto per far presenza di circostanza.

Ministero dell’Ambient
Per assicurare al Governo di lavorare in un clima di relax il Ministro dell’Ambient si occuperà della selezione musicale.

Se siete interessati a lavorare nel mio prossimo esecutivo, inviatemi i vostri CV. Ma affrettatevi: la squadra di Governo è quasi pronta!

Non è che serva un piromane per fare partenze brucianti

Una volta García Lorca scrisse: “Gli amori bruciano ma le frizioni ancor di più”.

Io mi ci rivedo molto in questa frase.

Ieri mattina, dopo due settimane di dis-onorato servizio, la macchina aziendale ha un buco nella gomma ha bruciato la frizione. Tenderei a escludere mie responsabilità, visto che qui giù ci inviano macchine sottratte all’eutanasia.

Ammetto sì di essere un tipo molto free alla guida, ma ho guidato anni e anni la mia auto personale su salite impervie, anche in retromarcia, senza bruciare nulla a parte i semafori.


Non fatelo a casa anche perché non so in che casa abitiate per avere dei semafori all’interno. Comunque è risaputo che il Giallo voglia dire “Accelera prima che scatti il rosso”.


La frizione aveva un vago odore di grigliata di costolette. Mi chiedo io che costolette abbia mangiato.

Dove scopro di aver sempre chiamato la frizione nel modo sbagliato e che in realtà è la frEzione.

Dato che ero in missione per conto di dio, che ho nominato spesso lungo la strada, ho proseguito con mezzi alternativi tra cui il baratto di prestazioni sessuali in cambio di un passaggio.

I centri commerciali sembrano posti orribili.

Le persone che lo frequentano sono nervose e stressate. Lo stolto si chiede (e io me lo sono chiesto): se devono stressarsi e innervosirsi in questa maniera, perché vi si recano? La risposta è che forse il non andarci li renderebbe ancor più stressati e nervosi. I centri commerciali sono il fusibile del sistema sociale. Proteggono dal sovraccarico di stress e nervosismo che il non andare al centro commerciale causerebbe alle persone.

Il centro commerciale esiste affinché il centro commerciale esista.

Dato che la popolazione mondiale aumenta a causa degli extraterrestri che sbarcano sul nostro Pianeta, c’è sempre bisogno di costruire nuovi e più grandi centri commerciali.

Hanno detto:

“L’unico modo per liberarsi di una tentazione è andare al centro commerciale” (Oscar Wilde)

La vita è troppo breve per non andare al centro commerciale” (Andy Warhol)

“+++ Si vede la patonza +++” (Libero online)

C’è un’umanità disparata e disperata all’interno dei negozi. Bambini, ragazzini, adulti, donne, uomini, uomini col borsello (alcuni in finto bue altri di vero budello) che adocchiano presunte – in quanto il loro stesso borsello li fa presumere che le donne siano interessate al loro borsello – ammiratrici dei loro borselli, famiglie con cani, donne con cani freudiani.

Il cane freudiano, molto banalmente, è il cosiddetto succedaneo fallico. La donna col cane esibisce con fierezza il proprio pseudo-pene laddove la donna col gatto non può.

La donna col gatto in realtà non ha bisogno di un pene. All’occorrenza infatti se lo procura.

La donna col gatto ha bisogno della figura dietro al pene e per questo prende un gatto. Affettuoso e coccolante ma anche scoglionato e indolente e distributore di peli ad libitum. Col vantaggio inoltre di non sgocciolare.


A meno di non avere un gatto come il mio che ha inventato la pisciata acrobatica ponendosi di volta in volta in equilibrio con le zampe sul bordo della lettiera. Ho posto una tavoletta di plastica contro il muro e delle volte disegna dei ghirigori ipnotici. Sto pensando di sostituirla con delle tele e venderle come “Piscio d’artista”.


Queste considerazioni peniene nascono da un pensiero che prendeva forma nella mia mente e rimbalzava tra l’osso frontale e quello occipitale del mio cranio.

“Ma io, qui, cosa cazzo ci faccio?”.

Essendo tipo molto free sono giunto a una conclusione produttiva: devo prendermi un cane come sostituto del mio di pene, da inviare poi in giro a lavorare al posto mio. A cazzo di cane.

Non è che se riduci il coffee break allora sei in meno-pausa

Io e il Sam Tarly che ho in ufficio cerchiamo ancora di trovare la giusta lunghezza d’onda. Credo lui stia profondendo sforzi in timidi tentativi di stabilire contatti con me.

Adesso la mattina, appena arrivati in ufficio, mi fa una piccola rassegna stampa.

Mi ha detto del ragazzino che ha vinto una fornitura di pollo fritto per un anno per aver ottenuto il record di retweet. Chissà poi quanti tweet otterrà per commemorare il suo fegato.

Stamattina mi ha chiesto se fossi a conoscenza della storia di Cicciolina che è stata morsa da un cane e ha chiesto un risarcimento ma si è scoperto fosse una truffa.

Insomma, come si può notare si interessa di grandi temi di attualità e geopolitica.

Ieri mi dice:
– Stavo seguendo i risultati delle elezioni francesi…
– Ah, bene – penso io –  allora si interessa di politica internazionale!
– …incredibile…il nuovo Presidente sta con una di 24 anni più…
– …più grande di lui, sì, lo so.

Mi ero illuso.

Va detto che, su Macron, questo è l’argomento di cui parlano tutti. È il solo argomento che sembra interessi a tutti: Sta con una vecchia.

A tal proposito devo contraddire il mio conterraneo fumettista Natangelo, l’argomento infatti non è al centro del dibattito solo in Italia. È arrivato perfino in Ungheria.

Da una parte lo capisco, il buon Sam Tarly. Non mi posso aspettare certo grandi analisi da parte sua.

Ha l’aria di uno che ha smesso di guardare il volley femminile quando le atlete hanno cessato di giocare in mutande per passare ai calzoncini.


Ah no, quello ero io.
Ma erano tempi difficili nella mia adolescenza, senza internet, senza Instagram, senza più Postalmarket. C’erano solo Studio Aperto e il volley, di giorno, per allietarsi. Ma io cercavo anche un po’ di approfondimento di attualità e cultura. E quindi guardavo il volley, non Studio Aperto.


Inoltre, in fondo si sa che alla gente interessa veramente un’unica cosa. Non importa chi tu sia o cosa tu faccia nella vita. Importa cosa fai del tuo pene e cosa fai della tua vagina.

Che non sono neanche veramente tuoi. Anche se ne sei il proprietario nominale e li porti in giro in modo gaudente, sono organi di dominio pubico, sempre sulla bocca di tutti.

Io credo, ad esempio, che il problema degli Adinolfi e di tutti quelli che pongono e si pongono tanti problemi riguardo l’omosessualità sia una semplice reazione di rifiuto legata al visualizzare mentalmente peni con peni e vagine con vagine. Io non visualizzo peni, talvolta vagine ma solo a tarda ora, ma altre persone invece hanno una fantasia molto più accentuata e impressionabile. Se fossimo tutti lisci come Ken e Barbie a nessuno importerebbe invece che Ken abbracci Ken e Barbie abbracci Barbie!

Quindi la soluzione è: togliamo il pene agli Adinolfi e staremo meglio.

Tornando a Sam Tarly, sono rimasto scioccato quando, sempre parlando di Macron, ha aggiunto:

– Io poi non capisco a volte come uno faccia…cioè lui sta con una in menopausa…I mean…He cannot have sex with her.

Ho riavvolto il nastro mentalmente per riascoltare ciò che aveva detto, perché forse avevo capito male.

HE CANNOT HAVE SEX WITH HER.

Sono rimasto un attimo in imbarazzo. Una goccia di sudore mi colava lungo la fronte. Non sapevo se dir qualcosa o tacere.

Pensavo di uscire dall’impaccio con una battutina, del tipo: Beh magari con del lubrificante…, ma mi sembrava alquanto sessista e anche presuntuoso. Che ne so io della Signora Brigitte Trogneux? Lei potrebbe benissimo rispondermi Ue pirletta, il lubrificante lo dai a tua sorella, io sono al top, t’è capì? Taac e farebbe anche bene.


La signora nella mia mente ha ascendenze meneghine.


Ho anche pensato di inviargli via Skype dei video didattici di YouPorn dove delle signore, coetanee di Brigitte Trogneux, mostrano in dettaglio ai giovani inesperti cosa sia il sesso. Però questi video mi sembravano un poco falsi e costruiti ad arte e poco adatti a supportare la mia tesi; la qualità video invece di quelli garantiti come artigianali (in che senso, poi? Saranno bio? Senza glifosato?) non sembrava eccelsa.

Alla fine però ho pensato di farmi i fatti miei.
Cosa posso mai saperne se non si tratti magari invece di una questione religiosa? Forse c’è un qualche principio che stabilisce che non si può più far niente in menopausa. Io lo ignoro in quanto non addentro alla materia teologica: figuriamoci, se fossi una donna concorrerei per il concorso di miss-credente.

Quindi alla fine ho taciuto evitando di offendere le convinzioni altrui.