Sono sceso giù questo fine settimana e mi è tornato il mal di stomaco. Forse è una cosa di origine nervosa. Oppure qui mangiamo veramente troppo. Ho trovato mio padre visibilmente molto ingrassato e la cosa mi ha fatto brutta impressione e dato pensiero, non lo vedevo giusto da tre settimane e mi chiedo come sia possibile aumentare così in tanto poco.
Sono sceso giù per fare un concorso, che ho smesso di preparare tre settimane fa. Pensavo di poter studiare la sera e al mattino presto come ho fatto qualche volta anni fa ma non ci sono riuscito. Forse lo trovavo troppo impegnativo o forse io non sono più quello di anni fa. Adesso dormire 4 ore una sola notte mi mette ko per le 48 ore successive. Ogni ora di sonno in meno rovina mezza giornata, è un utile calcolo da tenere in mente così so quando non devo prendere impegni.
Sono sceso giù prendendomi la giornata di lunedì dal lavoro, una cosa che avevo preannunciato questa estate alle risorse dis-umane – che mi avevano detto non ci fossero problemi – e che ho, con cortesia, rifatto presente il primo giorno e pare che io abbia chiesto un prestito di danaro per giocare le scommesse al Palio del papero (ho visto quest’estate dalle parti del Chianti lo striscione di una sagra paesana che preannunciava questo evento e mi è rimasto impresso). Dalla faccia che mi sono trovato di fronte sembra che io abbia chiesto una cosa sconveniente. Mi ricordo il mio insegnante di chitarra di fronte al mio imbarazzo quando mi chiedeva di improvvisare qualcosa di decente mi diceva “Gintoki, eddai, mica ti ho detto fammi vedere il pesce”. Ecco, idem, non ho mica chiesto di esibirmi i genitali. E avrei voluto aggiungere che io sono giusto un Co.co.co.dé, mi tenete qui per stare 5 mesi e poi bye e secondo voi non dovrei manco pensare al mio futuro più a lungo termine. Probabilmente non dovrei farlo in un giorno lavorativo, non c’è problema, io pago sempre i miei debiti, lo restituisco con gli interessi: prendetevi il mio tempo in cambio di quel giorno.
Poi ho visto che l’avevano già fatto, dando per scontata la mia presenza l’intero sabato successivo per un evento in cui dovrò lavorare (ma non facendo il lavoro indicato sul mio contratto). Non me l’hanno neanche chiesto, neanche per sondare se io avessi impegni: mettiamo io avessi avuto un appuntamento per lo sbiancamento anale proprio quel giorno. Però va bene così se è per essere di contributo e poi non devo fare sbiancamenti quindi mi ritengo libero.
Sono sceso giù, ho portato con me una borraccia con il logo dell’organizzazione, il ricavato aiuta anche qualcuno da qualche parte. Volevo farne un pensiero ma me l’hanno lasciata sul tappetino dell’auto. I tappetini hanno buoni pensieri. Volevo quindi gettarla in un fiume, tanto è di metallo quindi i pesci non inghiottiranno plastiche, al limite qualcuno un giorno mangerà pesce con più ferro che fa pure bene. Purtroppo qui non abbiamo fiumi, quindi ora la tengo e vorrei usarla per nascondermici, farmi piccolo come se io non mi ci sentissi già abbastanza e abitarla, come fossi un Genio. Il Genio della borraccia.
È un’idea proprio del cazzo. Quindi penso che sarò il Genio della sborraccia.