Ho sempre avuto paura di aprire i siti d’informazione e scoprire che qualcosa di brutto fosse accaduto a Napoli (inteso come stato in luogo, non nel senso che a Napoli in prima persona, pardon, in prima città, fosse accaduto qualcosa di brutto), perché poi mi sono sempre sentito in obbligo di dovermi giustificare col resto del mondo per ciò che succede da queste parti.
Attualmente ho invece paura di aprire i siti d’informazione e scoprire che qualcosa di brutto è accaduto a Napoli (sempre inteso come stato in luogo) per ritrovarmi poi un sermone di Roberto Saviano oppure un’apologia da parte di Luigi de Magistris. O peggio, LdM che attacca i sermoni di RS a colpi di apologie su cultura e lungomare.
Va bene che si tratta di opinioni, che, si sa, sono come il culo.
Bisogna aspettarsi che ne venga fuori una cagata.
Che poi se un proiettile vagante ti becca per strada non è colpa di Saviano.
È un po’ come continuare a puntare il dito contro Cavour e i Savoia per i mali del Mezzogiorno. Anche se l’unificazione della Penisola ha storie nere alle spalle o non è stata raccontata con oggettività, se oggi qualcuno gira in scooter nella Galleria Umberto non me la sento di andare a scoperchiare la tomba di Cavour per dirgli “Hai visto che cosa hai fatto?”.
D’altro canto, ha anche ragione il Sindaco a dire che Napoli non è solo delinquenza e violenza.
Eppure a volte ho l’impressione che solo questa sia l’immagine che all’esterno si ha della città. Ed è difficile farla cambiare. All’ultimo che la pensava così ho dovuto dare una coltellata nella gamba e a stento sono riuscito a convincerlo.
Il fatto è che è tutto un enorme fake quando si parla di posti che non si conosce.
Ho scattato questa foto il 28 dicembre scorso:
Questa foto è un esempio di fake, per chi non ne conosce il contesto.
Per cominciare, ne ho saturato i colori e aggiunto un filtro blu.
Il panorama è il medesimo ma non era così vivo e brillante, per quanto quel giorno fosse una splendida giornata.
Ma non è questo ritocco a falsificarla.
Ho scattato la foto sul Monte Echia (quartiere San Ferdinando). Lì c’è Villa Ebe di Lamont Young (1851-1929), un architetto e urbanista autore di progetti futuristici, come una metropolitana e un quartiere sul mare nella zona flegrea attraversato da canali in stile veneziano, per ridurre la densità abitativa del centro e fare di quell’area un polo attrattivo turistico.
Le rampe di accesso e la zona intorno la Villa versano in stato di degrado e abbandono. I lavori di recupero sono ancora in fase progettuale.
Nel punto dove ho scattato la foto, che sarebbe un belvedere fantastico, stavo in piedi su detriti e calcinacci, decorati da bottiglie di birra e preservativi.
Tutto questo nella foto non si vede.
Ed è per questo che secondo me è un fake.
D’altro canto se avessi fotografato il degrado circostante e non il panorama, sarebbe stato anche quello un fake, perché sarebbe bastato alzare lo sguardo e vedere che non era tutto lì, non era tutto marcio.
Inutile sarebbe stato a mio avviso mettere insieme panorama e detriti, perché i secondi si sarebbero comunque resi protagonisti dell’immagine. Come disse Platone, basta un cucchiaio di merda a rovinare la cioccolata.
E allora dove è la realtà e dove è l’opinione?
Forse è tutta una cagata. Però d’artista.