Non è che in Grecia si finisca tutti giù per Thera

Santorini è un’isola della Grecia, una di quelle molto note a livello turistico.


Quante cazzo di isolacce deve averci questa merda di una Grecia (citazione).


Circa 3500 anni fa non aveva la conformazione attuale (una mezzaluna): era di forma circolare, finché fu sventrata dall’eruzione del vulcano sommerso su cui poggia. Sembra che la violenza dell’eruzione dello tsunami che ne seguì sia all’origine del mito di Atlantide. Un libro che negli anni ’90 comprai da bambino in edicola per 5900 Lire – un tascabile Newton – si intitolava proprio La fine di Atlantide. L’autore, John Victor Luce – che mi ero immaginato avesse l’aspetto di Indiana Jones mentre invece era un distinto professore del Trinity College – ricollegava la storia di Atlantide all’evento catastrofico di Thera (Santorini), individuando nel declino della civiltà minoica a Creta, probabilmente proprio in seguito ai disastri causati dallo tsunami, l’altra componente del mito insieme all’inabissamento di un’isola: il crollo di una potente civiltà.

Non è un pensiero tanto peregrino che la mitologia antica si nutrisse di fondi di verità.

Anche il mito del Minotauro, del tributo di sangue dovuto da Atene, dell’impresa di Teseo, sembra attingesse dalla realtà storica di una sudditanza ateniese nei confronti di Creta e della sua successiva emancipazione.

È comprensibile il romanzare gli eventi così come, in un’epoca di circolazione delle informazioni molto dilatata e meno precisa e intensiva, affidare a spiegazioni fantasiose gli accadimenti passati.

Capisco meno che accada oggi, dove l’informazione è immediata e accessibile in qualunque momento. Eppure gli eventi vengono distorti e stravolti, fino a creare delle mitologie istantanee ed estemporanee.

Un battito di penna in California crea un uragano di polemiche nel resto del Mondo. Siamo ben oltre la mitologia e le eccentriche spiegazioni di Erodoto e di Plinio il Vecchio. Siamo alla completa distorsione della realtà.

Voglio essere comprensivo e accettare il fatto che alla base di tutto ciò possa esserci la paura. Mi immagino una mamma preoccupata per il destino del proprio figlio, minacciato da ogni dove da scambi di vestiti all’asilo per insegnare il gender (cit. di un esponente politico), dai vaccini che contengono piombo e feti (…no comment) e dall’abolizione delle favole perché non inclusive (lassamo perde…). L’ansia le farà credere di tutto.

In fondo è quel che succede a chiunque. La paura ci fa costruire scenari improbabili e assurdi, che ci sembrano verosimili perché, per quanto spaventosi, offrono delle spiegazioni a quel che ci è ignoto.

Mi ritengo un individuo privo di paure, ma in realtà non è così.

Paura della perdita, paura dell’abbandono, paura dell’inganno, mi espongono a una produzione mentale di miti e leggende sulle persone che mi circondano così arzigogolati e complessi che l’epica greca mi fa un baffo.

Delle volte mi sento così sciocco a credere alle fantasie che mi costruisco da chiedermi che problema io abbia per essere così bacato.

Poi ripenso ai tizi che credono ai microchip nel cervello e ai feti nei vaccini e mi sento meglio.