Non è che il cannibale al ristorante chieda che gli mandino un cameriere. Ben cotto.

Credo che io e M. siamo i clienti migliori per i posti dove si mangia e/o dove si beve. Non perché facciamo qualcosa di particolare. Semplicemente applichiamo le buone regole del vivere civile. Salutiamo, ringraziamo, trattiamo con rispetto e cortesia il personale. Se ci chiedono se vogliamo far servire portate diverse tutte insieme, rispondiamo sempre che preferiamo ciò che causa meno disagio in cucina. Per me è un atteggiamento normale. Soltanto che poi noto diventiamo per i camerieri delle perle rare. Li vediamo raggianti quando parlano con noi, scambiamo qualche battutina, insomma sembra che quando ce ne andiamo li lasciamo col piacere di far il mestiere che svolgono. Delle volte ce l’hanno proprio detto che siamo brave e belle persone.

Beninteso, non capita sempre di trovare personale affabile: mi ricordo una volta un cameriere che ci lanciò, tipo frisbee, il piatto sul tavolo, così, mentre era di passaggio. O quello che provò a far finta di nulla nel portare una bottiglia di prosecco calda, lasciandola sul tavolo e scappando via. Ci saranno di sicuro poi camerieri che cercano di essere molto gentili semplicemente per ingraziarsi una mancia, magari. Ma la maggior parte mi accorgo che è sinceramente molto contenta di aver a che fare con noi due; me ne rendo conto vedendo come invece deve essere difficoltoso gestire, ai tavoli di fianco, clienti che sono tutto fuorché che cortesi o quantomeno memori del fatto che di fronte hanno pur sempre un essere umano.

Cosicché, per ciò che ho avuto modo di vedere, ho messo insieme una piccola lista di clienti a mio avviso insopportabili per i quali io finirei licenziato se fossi un cameriere, aggiungendo per qual motivo anche:

IL/LA VIP
Che sia da sola o in compagnia questa persona mantiene lo stesso copione: atteggiamento scocciato, infastidito, forse è l’atto proprio di dover mangiare a essere noioso, forse è il ritrovarsi insieme a dei plebei, non so. Mocassino e caviglia in vista, capello appena uscito dal parrucchiere che ogni due per tre scioglie al vento – anche se vento non ce ne è – passandosi la mano dietro l’orecchio, barbetta rada e occhiale da sole, borsetta da millemila euro, zainetto di pelle col porta tablet, questi i connotati per lui e per lei. Controlla in modo compulsivo il telefono, si fa degli autoscatti, siede magari di sbieco a gambe accavallate. Guarda dall’alto in basso il personale, a volte trattandolo proprio come un servitore, a cui rivolge dei veri e propri ordini del tipo “Sì però sbrigati”, oppure “Non mi piace, me lo rifai?”, e via così.
Motivo di licenziamento: un secchio di letame rovesciato in testa, arrivando alle spalle.

LEI NON SA CHI SONO IO
Arriva, magari con una comitiva degna di una squadra di calcio (più panchinari), senza avere prenotato e pretende di accomodarsi. Il cameriere magari si prodiga nel trovargli una soluzione: magari aspettare, oppure accomodarsi a un tavolo più defilato. Com’è ovvio, non solo non apprezzerà l’intenzione, ma se ne andrà via con visibile scocciatura perché è inaudito che un posto non faccia largo alla sua nobile persona.
Motivo di licenziamento: porgere una ciotola di avanzi dicendo di accomodarsi fuori e farsi bastare quelli. E prenotare, la prossima volta.

IL PADRONE DI TUTTO
Sovente sempre un uomo, spesso dalla classe di un cinghiale, sempre molesto e fastidioso. Entra e si siede senza chiedere se e dove può accomodarsi, tratta il personale con confidenza eccessiva, se è una cameriera a servirlo ci scappa anche qualche battuta molesta, ride e urla come se ci fosse soltanto lui nel locale e stesse a casa propria.
Motivo di licenziamento: una chiamata alla Guardia di Finanza per farlo perquisire perché sicuramente uno così sovraeccitato è in possesso di una dose di bamba. E se non ce l’ha troverei il modo di fargliela trovare addosso.

LA DISCOTECA
Guarda video YouTube e storie Instagram col volume dello smartphone al massimo, perché tanto di sicuro i vicini apprezzano.
Motivo di licenziamento: una tromba da stadio suonata all’improvviso alle sue spalle.

LA FAMIGLIA CON PROLE
La famiglia con prole vede il ristorante come un momento di pace personale: dato che i gentili pargoli, evidentemente, a casa rompono e tediano, portarli fuori vuol dire lasciarli razzolare liberamente in uno spazio delimitato mentre i genitori possono mangiare tranquilli. Certo, fa niente se corrono tra i tavoli, disturbano, tirano fuori un Super Santos che fanno volare sopra le teste altrui: son ragazzi, dai.
Motivo di licenziamento: monterei una recinzione elettrificata intorno al loro tavolo.

GUSTI DIFFICILI
A tutti può capitare di chiedere una variazione: metti che un ingrediente non sia gradito o non si possa mangiare ma che a quel piatto non si voglia proprio rinunciare, si chiede la cortesia di non inserirlo. La mia filosofia è: se è qualcosa che si aggiunge ma non entra nella preparazione, allora chiedo la variazione. Se invece è un ingrediente che entra a far parte del processo produttivo, desisto. Esempio: un tuorlo su una tartare si può non mettere. Ma dalla crema pasticcera di certo non puoi toglierlo né chiedere una torta alla crema senza crema! Però ci sono quelli che invece chiedono rivisitazioni così puntuali e complete che, a un certo punto, diventa un altro piatto. Come chiedere una carbonara senza uovo e senza guanciale. Praticamente la cacio e pepe, chiedi quella, no?!
Motivo di licenziamento: se si tratta solo di gusti e non di allergie/intolleranze, servirei tutto ciò che ha chiesto di non mettere e obbligherei a mangiarlo.

E ci sarebbero tanti altri begli esemplari da descrivere ancora!

Non è che il sacerdote abbia preso i voti delle recensioni

Ordino un paio di pizze tramite un’applicazione di consegne a domicilio. Scopro che ha implementato un sistema di valutazione del corriere. O forse già c’era ed è stato reso più visibile.

Ho dimenticato quale sia l’ultima cosa che NON mi hanno chiesto di valutare. Addirittura per prenotare un esame all’università dove sono iscritto è necessario prima completare il questionario di valutazione del corso. Altrimenti non è possibile procedere avanti.

Beninteso, non sono contro il votare o recensire esperienze, prodotti, attività. E, a parte il mio caso dell’università, non si è  quasi mai obbligati a farlo. Né temo che finiremo come in un episodio di Black Mirror (terza stagione, Caduta libera) dove in un ipotetico futuro l’intera società si basava sul dare un punteggio alle persone. E, in base a quel punteggio, era possibile accedere o meno a servizi e benefici.

Sono però un filo stanco di vedere tutto così parametrizzato, dimensionato, da stelline, palline, numeretti. Sono stanco di chi recensisce. Per quanto mi sia utile: prima di andare in un ristorante nuovo io ne controllo le recensioni.

Una sera ho passato un’intera cena con uno che attualmente (dico attualmente perché a quanto ho capito ha delle fissazioni periodiche) ha la fissa di fare delle storie su Instagram mentre mangia. Non si limita a fare una foto o un video al piatto, ma si registra mentre osserva il cibo e poi lo mastica, commenta poi il boccone: Mmmh divino ragazzi, spettacolare.

Sostiene di farlo un po’ per divertimento un po’ per parodia del mondo degli influenzatori. Intanto però in quell’occasione ha trascorso l’intera serata al telefono rivolgendosi a un ipotetico pubblico e alla fine ha difeso l’utilità del suo hobby, in quanto, sostiene, la sua valutazione può essere utile ad altri.

Io vorrei invece rivalutare il valore del non giudizio. Il disimpegno. La dichiarazione di non competenza: «Salve, sono un cazzaro. Qualunque opinione, giudizio, voto che darò in questo frangente, non va preso sul serio».

Nell’epoca in cui tutti sono impegnati a dire la loro su qualunque cosa, la desistenza potrebbe essere un atto rivoluzionario. E non è, attenzione, un atto di ignavia. Non si tratta di non schierarsi per viltà o di essere passivi rispetto a tutto. È la scelta consapevole di dire: «Ho mangiato, bevuto, guardato, esplorato, vissuto e non sento l’esigenza di far sapere agli altri cosa ne penso al riguardo».

Non è che disinfetti un video solo perché è virale

Sono qui oggi in veste di chiarificatore per fare chiarezza su alcune cose su cui bisogna fare chiarezza.

Dovendo trattare di materie molto tecniche, mi sono questa volta avvalso della consulenza del mio vecchio docente di Chimica dello smegma sociale, il Prof Durbans dell’Università di Scarborough. Ciò che segue è frutto di un lungo scambio via chat iniziato quando la pandemia si chiamava solo epidemia, che pubblico oggi avendo finalmente potuto mettere insieme il materiale – spesso comunicavamo in differita, io lasciavo il messaggio e lui mi rispondeva – per adattarlo sotto forma di dialogo coerente e avere un quadro completo.

E poi il Prof è passato a miglior vita due giorni fa e quindi non posso più scrivergli.

Prof, il virus le risulta sia stato un progetto di laboratorio?
Affé mia nella maniera più categorica affermo sia una cialtronata. Nel virus non sono state trovate tracce di colla vinilica né di forbici dalla punta arrotondata né di carta igienica, qualunque strumento che facesse quindi pensare insomma a un attacco d’arte.
Mi sento di smentire anche che sia frutto di un progetto di Bill Gates: se così fosse, tra i sintomi avremmo di certo rilevato una schermata blu.
E le antenne 5G? Che ruolo hanno avuto in tutto ciò?
Anche qui, ci troviamo in presenza di una totale mancanza di informazione in materia. I popoli dell’Estremo Oriente non hanno gli enzimi necessari per digerire le antenne, quindi affermare che il virus si sia diffuso sulla base della credenza che loro mangino i ripetitori 5G vivi non corrisponde affatto al vero.
Il 5G va però detto che aiuta il virus nel daunlood più veloce di materiale pornografico in HD quindi io terrei monitorata la situazione ché non vorrei che ci possa ingolfare la banda.
Ma perché il virus ha circolato così tanto in Italia?
Perché gli hanno detto la feic niùs dei 35€ al giorno e degli alberghi gratis. Vede cosa succede a fare disinformescion?
I famosi alberghi che Cristiano Ronaldo ha messo a disposizione? 
No, quella è un’altra feic niùs. Gli alberghi servono a Ronaldo per alloggiare gli addominali.
Sto facendo molto esercizio fisico in casa in questo periodo, a proposito. Crunch, squat, elastici, trazioni.
Avevo letto i tuoi consigli di fitness, sei stato bravo ed esauriente. Però non trascurare l’onanismo, mi raccomando.
Quello mai anzi mi sa con l’isolamento toccherà abituarcisi.
Andremo incontro a un lungo periodo di ripiego dai contatti sociali. A tal proposito, vorrei far crollare un’altra feic niùs ancora. Non corrisponde al vero che aglio e cipolla curano l’infezione. È vero però che posso aiutare nella prevenzione del diffondersi del contagio: il loro potere distanziometrico è riconosciuto. Ieri mi sono cimentato nella preparazione di un piatto del vostro Nord Italia, la bagna cauda: come mi ha aiutato a tenere le distanze quando sono uscito, davvero lo consiglio. Ho anche trasmesso la preparazione in diretta da Instagram.
Non mi è comparsa la sua diretta nella home.
Il video mi è stato segnalato e bloccato perché mi si vedeva il pene.
Ah le è tornato quel problema di priapismo di cui soffriva?
No no, stavo proprio inquadrando il mio pene mentre cucinavo nudo. Pensavo fosse questo lo scopo delle dirette.
Ma tutti questi personaggi famosi che fanno dirette non hanno un po’ scocciato?
Non lo so, non le ho mai seguite queste dirette. Pensavo che fossero video per mostrare il pene per compiacimento personale e dato che ai peni non sono interessato non le guardavo mai. D’altronde non credo di essermi allontanato dalla realtà: l’esibizione di sé stessi tramite lo strumento socials non è altro che una manifestazione del pene, un’autoaffermazione di un popolo che soffre di impotenza sociale e che quindi cerca altre forme di piacere per avere erezioni.
Ma pure le donne vogliono avere erezioni?
Certo, allo stesso modo. D’altronde clitoridi e peni sono perfettamente uguali matrici erettili di tessuto sessuale senziente. Se ti interessa l’argomento ho da poco pubblicato un libro: Penologie Clitoridee-Un’analisi erettile del Novecento.
Sì, l’ho già scaricato in pdf. Tornando al virus, ma è vero che resta sull’asfalto?
Ne dubito, è così piccolo che è difficile investirlo con la macchina.
E invece c’è qualche altra avvertenza alimentare che potremmo seguire?
I bambini non sono immuni dal contagio, come qualcuno ha erroneamente detto. Quindi consiglierei di non mangiarli crudi.

 

[le conversazioni finiscono qua perché poi l’altro giorno ho trovato un messaggio in cui mi diceva che passava a miglior vita: è scappato su un’isoletta della Polinesia senza mezzi di comunicazione a godersi la pensione. Questo è un estratto del dialogo, tutto il resto della chat era fatta di foto di cazzi e adesivi buffi e cazzi buffi]

Non è che il virologo si fidi solo del latte vaccino

Una mia amica ha dato un tema da scrivere ai ragazzi del liceo dove insegna. L’argomento era la stretta attualità: il Coronavirus. I risultati l’hanno lasciata un po’ perplessa.

Il migliore è uno che ha detto che la Cina vuole dominare l’economia globale e quindi ha creato il virus in laboratorio, per diffonderlo tra i cinesi perché il Paese è sovrappopolato.

Non ho ancora capito: la Cina vuole dominare il mondo quindi elimina la propria popolazione?

Un altro ha detto che finora il virus ha contagiato 77mila persone: la metà della popolazione cinese.

Praticamente la Cina potrebbe quindi star tutta contenuta in un quartiere di Roma.

Più di uno ha scritto che moriremo tutti.

Non rido dei ragazzi ma del bombardamento di notizie e di opinioni confuso cui siamo tutti sottoposti e che genera inquietudine e disinformazione. Forse sarebbe il caso di abbassare un po’ il volume del Mondo e riposare le orecchie.

Il Sindaco di Milano ha consigliato di “ridurre la socialità”: sono pronto, datemi libri, birre e serie tv e vi riduco a zero la mia socialità.

Ovviamente si esagera, ho bisogno come tutti del contatto umano. Ma di alcuni contatti farei a meno.

Ad esempio ho fatto un colloquio. Il selezionatore mi ha chiesto, a un certo punto, Come è stato il cambiamento di città, venendo da Napoli, l’approccio a Milano?”.

E io l’ho guardato indeciso se rispondergli Eh guardi non ho avuto ancora il tempo di vedere questo famoso Colosseo (semicit.) o di dirgli che, in effetti, non è la stessa cosa senza il sole il mare e la pizza. Solo che quest’ultima cosa non ha senso: le pizzerie storiche – e anche le meno storiche – di Napoli ormai hanno tutte una succursale a Milano, il mare invece sappiamo tutti che Ce Melàne tenève u màre avèv’a ièsse na piccola Bbare (e quindi non sarebbe mica Napoli!),  e per quanto riguarda il sole, forse qualche giorno di pioggia in più invece non avrebbe guastato per ripulire l’aria.

Ecco, avrei fatto a meno di venire a contatto con costui.

Oppure forse il Sindaco per socialità intende “l’essere social”: anche in questo caso avrei un esempio.

Ero a un concerto. Poco prima dell’inizio due tizie dietro di me si scattano una foto per pubblicarla su Instagram, con l’hashtag concertosegreto.


Era infatti un evento cui ti prenotavi ma senza conoscere il luogo dove si sarebbe tenuto, rivelato in un secondo momento via mail.


Fatta questa operazione, il senso della serata per loro era esaurito lì: appena iniziato il concerto hanno iniziato a farsi i fatti loro, chiacchierando e ridendo ad alta voce.

A un certo punto mi sono rotto le scatole, mi sono alzato e ho detto loro Scusate, io avrei pagato per sentire lui, non voi. Mi hanno guardato basite/terrorizzate.

Le capisco. Sarò sembrato affetto da rompicoglionivirus.

Non è ascolti barzellette durante il prelievo perché il riso fa buon sangue

Negli ultimi giorni mi sono fatto delle analisi perché sospettavano avessi un’appendicite (SPOILER: non ce l’ho). È un po’ inusuale e buffo farsela venire da adulti ma è la conferma di quanto io sia giovane dentro. Il giorno che esteriormente mi vedrò vecchio mi rivolterò il dentro in fuori come con una vecchia giacca.

Durante il prelievo per l’emocromo sono svenuto. Mai successo in vita mia. Né ai prelievi, né quando da ragazzino mi ruppi il braccio e l’ortopedico mi rimise in sede l’osso. C’è sempre una prima volta.

L’infermiere infila l’ago, apre la farfalla, il sangue scorre nel tubicino ma non entra nella provetta. Toglie l’ago, lo rimette, scuote il tubicino. Niente, la provetta resta vuota. Muove. Idem come sopra.

«Fa’ niente, facciamo coi vecchi metodi» e tira fuori la siringa tradizionale.

Infila nell’altro braccio la siringa, comincia a tirare, il sangue fluisce e…e poi mi sveglio a terra con l’infermiere che sta tentando di rubarmi le scarpe. Lo guardo malissimo.

«Non si ricorda…» esclama.

Poi realizzo di esser svenuto e che mi stava tirando su le gambe.

In effetti non ricordo cosa sia successo. Mentre ero privo di sensi, però, ricordo di aver sognato. O forse erano delle visioni, non so. Fatto sta che ho visto delle cose.

Ho guardato un telegiornale del 2030. I titoli erano questi:

– Il Presidente della Repubblica Casaleggio Jr ha firmato il decreto che istituisce la pranoterapia di occupazione: inoccupati e disoccupati troveranno lavoro grazie alla semplice imposizione delle mani nei Centri per l’Impiego Mago Otelma. La leader di Bomberismo e Libertà, Diletta Leotta, critica verso il provvedimento, annuncia per domani uno sciopero Instagram dalle 17 alle 17:10.
– Berlusconi pronto a una nuova discesa in campo a 94 anni «Per il bene del Paese», ha dichiarato dopo una barzelletta spinta. L’ISIS rivendica.
– Dramma della gelosia nel Quadriveneto Indipendente: uomo uccide a pugni e calci la propria amante straniera e la moglie tenta il suicidio per la disperazione. «Una volta picchiava sempre me per prima», ha detto in lacrime prima di gettarsi da un marciapiede. Dura condanna dal Ministro per la Famiglia Jerry Calà. Matteo Salvini ha mostrato la diretta del suo intervento di bendaggio gastrico commentando con «Prima le italiane» e poi ha ingerito il suo ultimo Mac Burger.
– Scoperto un nuovo vaccino contro l’Alzheimer. Sconcerto nel Consiglio Superiore di Sanità: «Pensavamo di aver debellato la piaga dei vaccini». L’ISIS ha rivendicato.
– Arriva dal Giappone la nuova pericolosa tendenza virale che non piace ai genitori: adolescenti si filmano in streaming mentre si amputano il pene. Commenteremo con un esperto dell’ISIS in studio.
– Vasco Rossi annuncia un nuovo tour e prepara delle novità: proverà a utilizzare altre vocali. L’ISIS ha rivendicato.
– In arrivo nei cinema Rocky X-Funerale di un vecchio campione. I critici commentano «Un finale imprevedibile». Non ci sono al momento dichiarazioni dell’ISIS.
– Sport: la Juventus festeggia con 5 mesi di anticipo il 46° scudetto, il 19° consecutivo. L’ISIS giura di non averci a che fare.

Poi non ricordo altro. Non so se il mio fosse solo un delirio onirico, la percezione che ho avuto è che questa visione fosse esterna a me, come se qualcuno volesse comunicarmi qualcosa. Ma non voglio autoconvincermi, quindi lascio ai lettori ogni giudizio.

Non è che il lettore alpinista legga un passo di montagna

Dovevano essere padre e figlio, secondo me. A occhio, direi l’uno 75enne e l’altro 55enne. Dimostravano 30 anni a testa in più.

Dev’essere la vita rocciosa dell’entroterra. Ti scolpisce e indurisce le fattezze rendendole come un costone su cui qualcuno si arrampica per farsi un’autoscatto, l’ultimo prima di precipitare giù perché la foto non puoi fartela due metri più indietro, cosa ne penserebbero i tuoi seguitori di Instagram?

Hanno preso antipasto, bis di primi, secondo, una bottiglia di vino rosso che hanno consumato per intero.

E poi subito dopo sono usciti a passeggiare. Sotto al sole.

Io li guardavo e mi dicevo Ma dove si avviano, questi?.

Ah, mancansa d’ignoransa la mia, direbbe Marco Paolini!

Col passo della tartaruga si sono inerpicati fino in cima alla montagna, superando anche svariate decine di gradini scavati nella roccia.

Io invece m’ero fermato a metà strada: in fondo il panorama è bello anche da qui, mi dicevo.

Sono ridiscesi e più tardi me li sono ritrovati, sempre a passeggio, due chilometri più avanti. Io giravo con l’auto.

Mancansa d’ignoransa!

Li ho guardati stavolta meglio e ho notato gli indizi rivelatori della loro vera natura: il polpaccio e l’andatura. Il passo dello scalatore di montagna non mente: costoro erano avvezzi alla vita dura.

Da questo episodio ne ho tratto una lezione: mai giudicare le persone senza prima averne guardato i polpacci.

E i tuoi polpacci, cosa dicono?

Non è che non puoi perderti nei pregiudizi solo perché sono luoghi comuni

Ci sono una serie di aneddoti o curiosità che tutti ritengono veri ma che in realtà non lo sono. Pochi sanno che nel non-vero c’è in realtà del vero ma non ve l’hanno mai raccontato bene.

Con questo post spero quindi di far luce una volta per tutto su quel che i poteri forti non vogliono sappiate.

– Usiamo soltanto il 10% del nostro cervello perché il restante 90% non serve: è design.

– In Giappone gli insegnanti non si inchinano all’Imperatore perché sono gli unici ad aver capito che lui è un gran burlone e ama fare lo scherzo della saponetta a chi si piega.

– I tori sono innervositi dal rosso perché sono automobilisti indisciplinati e vanno sempre di fretta.

– Non tutti i girasoli seguono il percorso del Sole nel cielo. Alcuni hanno scoperto le lampade abbronzanti.

– Le unghie continuano a crescere dopo morti perché ancora non ci sono estetisti che offrono servizio funebre.

– Svegliare un sonnambulo è pericoloso per la salute. Di chi lo sveglia.

– Il pesce fa bene alla memoria perché con quel che costa è difficile scordarsene.

– La memoria dei pesci rossi dura tre secondi, perciò non prestategli denaro.

– I pipistrelli sono ciechi ma solo per truffare l’INPS.

– Il camaleonte cambia colore per farsi gli autoscatti da mettere su Instagram coi filtri anticati.

– Buddha non era grasso ma un falso magro.

– Lady Godiva girò nuda a cavallo. Il cavallo non ne fu felice perché lei aveva le mestruazioni.

– Che nel Medioevo si indossassero cinture di castità e un’invenzione dei secoli successivi. In realtà si utilizzavano le bretelle di castità.

– Maria Antonietta invitò il popolo a mangiare brioche perché aveva un’industria dolciaria. Questo i politici non lo dicono???????

– D’Annunzio non si fece asportare due costole per praticare l’autofellatio ma per avere più spazio per il pranzo di Natale.

– Einstein andava male in matematica. In particolare quando doveva pagare la sua parte di conto al ristorante.

– La birra fa ingrassare. Le tasche dei birrai.

Non è che se riduci il coffee break allora sei in meno-pausa

Io e il Sam Tarly che ho in ufficio cerchiamo ancora di trovare la giusta lunghezza d’onda. Credo lui stia profondendo sforzi in timidi tentativi di stabilire contatti con me.

Adesso la mattina, appena arrivati in ufficio, mi fa una piccola rassegna stampa.

Mi ha detto del ragazzino che ha vinto una fornitura di pollo fritto per un anno per aver ottenuto il record di retweet. Chissà poi quanti tweet otterrà per commemorare il suo fegato.

Stamattina mi ha chiesto se fossi a conoscenza della storia di Cicciolina che è stata morsa da un cane e ha chiesto un risarcimento ma si è scoperto fosse una truffa.

Insomma, come si può notare si interessa di grandi temi di attualità e geopolitica.

Ieri mi dice:
– Stavo seguendo i risultati delle elezioni francesi…
– Ah, bene – penso io –  allora si interessa di politica internazionale!
– …incredibile…il nuovo Presidente sta con una di 24 anni più…
– …più grande di lui, sì, lo so.

Mi ero illuso.

Va detto che, su Macron, questo è l’argomento di cui parlano tutti. È il solo argomento che sembra interessi a tutti: Sta con una vecchia.

A tal proposito devo contraddire il mio conterraneo fumettista Natangelo, l’argomento infatti non è al centro del dibattito solo in Italia. È arrivato perfino in Ungheria.

Da una parte lo capisco, il buon Sam Tarly. Non mi posso aspettare certo grandi analisi da parte sua.

Ha l’aria di uno che ha smesso di guardare il volley femminile quando le atlete hanno cessato di giocare in mutande per passare ai calzoncini.


Ah no, quello ero io.
Ma erano tempi difficili nella mia adolescenza, senza internet, senza Instagram, senza più Postalmarket. C’erano solo Studio Aperto e il volley, di giorno, per allietarsi. Ma io cercavo anche un po’ di approfondimento di attualità e cultura. E quindi guardavo il volley, non Studio Aperto.


Inoltre, in fondo si sa che alla gente interessa veramente un’unica cosa. Non importa chi tu sia o cosa tu faccia nella vita. Importa cosa fai del tuo pene e cosa fai della tua vagina.

Che non sono neanche veramente tuoi. Anche se ne sei il proprietario nominale e li porti in giro in modo gaudente, sono organi di dominio pubico, sempre sulla bocca di tutti.

Io credo, ad esempio, che il problema degli Adinolfi e di tutti quelli che pongono e si pongono tanti problemi riguardo l’omosessualità sia una semplice reazione di rifiuto legata al visualizzare mentalmente peni con peni e vagine con vagine. Io non visualizzo peni, talvolta vagine ma solo a tarda ora, ma altre persone invece hanno una fantasia molto più accentuata e impressionabile. Se fossimo tutti lisci come Ken e Barbie a nessuno importerebbe invece che Ken abbracci Ken e Barbie abbracci Barbie!

Quindi la soluzione è: togliamo il pene agli Adinolfi e staremo meglio.

Tornando a Sam Tarly, sono rimasto scioccato quando, sempre parlando di Macron, ha aggiunto:

– Io poi non capisco a volte come uno faccia…cioè lui sta con una in menopausa…I mean…He cannot have sex with her.

Ho riavvolto il nastro mentalmente per riascoltare ciò che aveva detto, perché forse avevo capito male.

HE CANNOT HAVE SEX WITH HER.

Sono rimasto un attimo in imbarazzo. Una goccia di sudore mi colava lungo la fronte. Non sapevo se dir qualcosa o tacere.

Pensavo di uscire dall’impaccio con una battutina, del tipo: Beh magari con del lubrificante…, ma mi sembrava alquanto sessista e anche presuntuoso. Che ne so io della Signora Brigitte Trogneux? Lei potrebbe benissimo rispondermi Ue pirletta, il lubrificante lo dai a tua sorella, io sono al top, t’è capì? Taac e farebbe anche bene.


La signora nella mia mente ha ascendenze meneghine.


Ho anche pensato di inviargli via Skype dei video didattici di YouPorn dove delle signore, coetanee di Brigitte Trogneux, mostrano in dettaglio ai giovani inesperti cosa sia il sesso. Però questi video mi sembravano un poco falsi e costruiti ad arte e poco adatti a supportare la mia tesi; la qualità video invece di quelli garantiti come artigianali (in che senso, poi? Saranno bio? Senza glifosato?) non sembrava eccelsa.

Alla fine però ho pensato di farmi i fatti miei.
Cosa posso mai saperne se non si tratti magari invece di una questione religiosa? Forse c’è un qualche principio che stabilisce che non si può più far niente in menopausa. Io lo ignoro in quanto non addentro alla materia teologica: figuriamoci, se fossi una donna concorrerei per il concorso di miss-credente.

Quindi alla fine ho taciuto evitando di offendere le convinzioni altrui.

Non è che in Polonia uno si debba sentire invadente, specialmente nei corridoi


Questo titolo di sicuro da CC non verrebbe compreso, viste le sue lacune in materia di Seconda Guerra Mondiale


Speravo, dopo i primi resoconti, di poter mettere su una sit-com sotto forma di blog sulla mia esperienza Budappestata con la CC, ma questa sera mi ha detto che a gennaio se ne andrà.

Sono giorni che si lamenta che è insoddisfatta del proprio stage e oggi mi ha detto che l’hanno selezionata per un altro internship in Polonia.

Confesso che mi sono sentito un po’ dispiaciuto, per tre ordini di motivi.

Il primo è che mi ci stavo affezionando, come persona. Sarà perché sembra un po’ stramba pure lei.

Non ho ancora raccontato, infatti, che dopo aver cenato lei si alza e passeggia e poi saltella e poi marcia come un soldato nel corridoio (giuro non invento: alza la gamba come uno dell’Armata Rossa), per digerire.

Poi quando ascolta musica con le cuffie, tiene il tempo dandosi pugni sulle ginocchia. Capisco seguire la melodia dandosi pacche sulle gambe, ma prendersi a pugni mi sembra un po’ eccessivo.

Riesce a lavarsi i denti andando in giro per casa senza far cadere neanche una goccia di dentifricio, che non fuoriesce nemmeno un po’ fuori dalla bocca.
Questa in realtà non è una stramberia ma un’abilità che hanno alcune persone, di cui sono invidioso. Quando io mi lavo i denti sembra un film porno gay, invece.


Lo so è una o-scena (scena oscena) ma non riuscivo a pensare ad altro paragone.


Ieri sera invece l’ho trovata che si faceva un pediluvio in cucina.
E intanto ruttava.

Forse è un bene che se ne vada.
Al confronto sembro io la coinquilinA.

Il secondo motivo per cui mi sento contrariato, è che ho sempre difficoltà con i cambiamenti. Cambiamenti in me o nell’ambiente che mi circonda.

Come i gatti: provate a spostare la ciotola dell’acqua al micio di casa. Si metterà a fissare il posto in cui era prima e, se potesse parlare, secondo me farebbe come Dustin Hoffman in Rain Man: voglio la mia ciotola voglio la mia ciotola voglio la mia ciotola.

Il terzo motivo, è che ora mi chiedo chi prenderà il posto di CC. E se arrivasse una tedesca che non si lava e nasconde bottiglie di vodka nel ripostiglio?


Come quella che abitava in un appartamento che sono andato a vedere prima di prendere questo.


Non è per la vodka, ma sul fatto che non ci si lavi. Almeno a casa deve esserci un buon odore. A quel punto la butterei fuori e mi terrei gli alcolici.


Sono molto preoccupato riguardo quest’ultimo punto.

Questa sera, forse per addolcirmi la notizia, ha insistito perché provassi una zuppa brodaglia tisana non so bene cosa fosse preparata da lei.

È una zuppa con un fungo dalla consistenza gelatinosa e trasparente come una medusa, delle giuggiole cinesi e delle bacche di goji. E una pastiglia al miele sciolta poi insieme.

Confesso di averla trovata stucchevole, infatti la mia faccia mentre la mangiavo-bevevo credo tradisse la sensazione. Però lei, sadica, insisteva dicendo “Ne vuoi ancora? Prendine ancora! Aiutami a finirla, ne ho fatta troppa!”.

Quest’oggi non ho avuto proprio fortuna con le donne, comunque.

Al lavoro sono andati tutti via per le 16:30 e siamo rimasti soli io e Aranka Mekkanica. A quel punto lei mi fa: “Ehi drugo, non ti fa male il Gulliver a lavorare? Quando stacchi e vai a casa a fare spatchka?”.

Io in realtà già mi crogiolavo nella nullafacenza facendo trascorrere il tempo in attesa delle 17:30. Avevo inviato mail tutto il giorno dopo aver cercato dei maledetti consulenti con le specifiche richieste e non avevo voglia di mandarne altre, quindi, a meno che non fosse arrivata qualche risposta urgente, non avrei più fatto nulla.

Non potendo dirlo apertamente, rispondo che forse debbo controllare qualche altra mail, ma, volendo, possiamo andarcene via anche subito. Speravo che raccogliesse il mio invito.

Lei, capito il mio gioco, mi incastra.
“Ok fratellino, facciamo che leviamo le tende alle 5”.

Dannazione. A quel punto ho dovuto fingere di lavorare sul serio per mezz’ora.

Ma non è finita lì.

Aranka Mekkanica mi ha chiesto dove abitassi e, constatato che praticamente facciamo la stessa strada, mi ha chiesto di aiutarla a portare i pacchi che ieri ha incartato.

Mi prende in giro, mi impedisce di oziare e poi mi fa fare anche il facchino: ditemi voi se vi sembra buona e tranquilla. E poi su Instagram fa invece le foto ai fiorellini di campo!


Parentesi seria: i pacchi li abbiamo portati a un centro di raccolta che si occupa poi di spedirli ai bambini orfani (o almeno dicono: io spero sia così). È usanza della compagnia ogni anno partecipare a tale raccolta.


A questo fine di giornata difetta quindi solo un tocco del gran Ludovico Van.

Non è che il macellaio, per imprecare, urli “Mannaia la miseria”

Ho finalmente internet in CdB (casa di Budapest). Posso smettere quindi di andare da Starbucks o di approfittare a volte della connessione al lavoro. E posso quindi ritornare finalmente a leggere altri blog.

A proposito del lavoro, credo sia il momento di dire qualcosa in più. Ecco, in sostanza io faccio altro. Non qualcos’altro, attenzione: quello è il lavoro del sommo ysingrinus. Io faccio altro. Semplice, no?

Ho parlato del capo che sembra un Doctor Who. Altro dettaglio, calza Dr. Martens. Avete mai visto un boss con le Dr. Martens? Io no.

La mia collega-responsabile, ama condividere ciarle con me. Oggi mi ha mostrato le foto su fb della nuova fiamma del suo ex fidanzato, chiedendomi uno spassionato parere estetico. Io ho provato a essere diplomatico, ma non per evitare leccaculismi, ma perché non amo dare della “brutta” a una donna. La responsabile insisteva, chiedendomi più volte “È o non è un sanitario da bagno?”. Sembrava la famosa scena del film 32 dicembre: “È o non è un imbecille?”.


Se non avete presente, allego la scena

Se non l’avete mai visto, vi prego di correre a recuperare. È questa la vera comicità napoletana, non i saltimbanco odierni che scimmiottano pulcinellate per strappare risate con rutti e petardi.


Degli altri colleghi ancora non ho individuato caratteristiche peculiari. Colpa anche della mia riservatezza che mi spinge poco a fare conoscenza.

C’è comunque una collega che si chiama Aranka.

Da quando l’ho saputo non faccio altro che immaginarla in un film intitolato “Aranka Mekkanica”.

Il che è ironico perché contrasta con la sua immagine, pacata e sorridente, di ragazza che condivide su Instagram coniglietti pupazzo e fiori.

Ma la gente non sa che di notte va in giro a spaccare suppellettili nelle case altrui con dei pupazzi giganti.

A casa direi che le cose vanno bene. La CC sembra tranquilla, anche troppo.
Non mangia.
Mi lamentavo di una coinquilina cinese a Roma che impuzzolentiva la cucina alle 8 di mattina con curry e peperoni, questa qui invece pare nutrirsi di aria. Stasera mi ha detto “Ah bravo te che cucini, io in ‘sti giorni sto scojonata e nun me va”.


Come ho anticipato, per scelta stilistica la nuova coinquilina cinese parlerà romanesco.


La mia “cucina” consisteva in 5 bastoncini della Findus (che qui si chiama “Igloo”) riscaldati e delle bruschette non tostate al pomodoro.


Sembra meno diffidente nei miei confronti. Conversiamo amabilmente.
Anche se l’esordio ieri è stato un po’ inquietante: mentre sta tirando fuori da una busta alcuni attrezzi da cucina, si gira di scatto verso di me brandendo una mannaia da macellaio e, mostrandomela sotto il naso, mi dice “Aò questa mò dove aaa metto?”.
Dove vuoi, le ho detto.

E la piazza giusto sul marmo (finto) color falena esausta della cucina tra lavabo e forno, dicendo “Che teee pare qua, così sta a portata de mano. È utile”.

E se la mettessimo qui, dico mentre apro un’anta del mobiletto e indico un ripiano.
“Sì dai, quanno serve poi se vede”.

Secondo voi era un modo per dirmi “Occhio a quello che fai che sono armata?”.

Non state a guardare il pelo nell’uomo

Ho da poco realizzato di aver evitato un bel pericolo: di recente ho letto che Bologna sarebbe la città più hipster d’Italia. La notizia in realtà è vecchiotta, ma è tornata in voga ultimamente.

E cosa c’entro io con Bologna? E con gli hipster a maggior ragione?

Il fatto è questo: durante l’anno oramai trascorso, meditavo, per questo 2015, di trasferirmi proprio nella città delle torri e dei porticati. Poi, per ragioni non dipendenti da me, questa cosa non si è più potuta realizzare. Ne ero rammaricato, anche perché essendo io uno che detesta gli ombrelli, abitare in una città dove puoi sovente camminare al coperto anche quando diluvia è il mio sogno. Dopo aver letto la notizia che ho citato sopra, mi sento invece sollevato del rischio scampato.

In compenso, a meno di stravolgimenti di percorso, per il prossimo mese dovrei trasferirmi a Roma. E ciò mi dà da pensare. Se il mio rassicurante e quadrettoso aspetto a Bologna poteva generare equivoci e farmi scambiare per un tipico giuovine di quelle zone, a Roma mi chiedo quale possa essere la reazione degli autoctoni nei miei confronti.

L’idea che ho di Roma è quella di una città in cui mi sentirei continuamente fuori posto.

Che è un po’ la sensazione che ho pure a casa mia, quindi forse il problema non va ricollegato al posto in sé ma a me stesso.

La mia sensazione di disagio nei confronti del resto del Mondo si accresce da quando, verso fine dicembre, ho iniziato a lasciar crescere il baffo e ho notato che non vien su come vorrei.

Con il baffo non ho mai avuto un buon rapporto. Una volta a vent’anni mi feci un paio di baffetti stile D’Artagnan, ma non mi conferirono un aspetto più guascone. Il che forse fu un bene, perché oggigiorno si conferisce all’aggettivo guascone una connotazione se vogliamo positiva, nel senso di individuo dotato di giovanile esuberanza e sfrontatezza, ma in realtà il termine, in origine, identificava un individuo smargiasso e vanaglorioso, quindi decisi di togliere il baffetto per non correre il rischio di incappare in un esperto di etimologia che mi qualificasse con simili epiteti negativi.

Ora, con mio sommo dispiacere, mentre sono alle prese con questo tentativo di ricrescita pilifera noto che il baffo non cresce bello folto come la barba sottostante, barba che tengo appiattita perché altrimenti comincerebbe ad assumere un aspetto alquanto marxiano e dato che già mi sento un alienato, di fare il marxiano non ho alcuna intenzione.

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Questa foto NON è passata attraverso Instagram

Questo post avrebbe dovuto intitolarsi diversamente, e cioè: Abbandonare bicchieri di vetro per terra per dar modo alle hipster di fotografarli e condividerli su Instagram, solo che poi mi è venuto in mente di parlare d’altro e mentre guardavo annunci immobiliari ho pensato di far quadrare il cerchio e unire due argomenti diversi.