Non è che ascolti Mina solo perché ti sembra esplosiva

Le tragedie di attualità mi colpiscono ma in una dimensione relativizzata, come se appartenessero a un mondo classificato come “altro” rispetto a quello in cui vivo. Forse può sembrare una prospettiva un po’ cinica, ma credo sia una forma di ragionato distacco per non venire travolti dall’Informazione. Un metodo di sopravvivenza che più o meno tutti sviluppano.

Le piccole e grandi tragedie che invece colpiscono persone che conosco o che mi sono intorno mi caricano di inquietudine.

Come diceva Luttazzi: La vita è un gigantesco campo minato e l’unico posto che non è un campo minato è il posto dove fanno le mine.

A volte mi spaventa questo campo minato.

Spaventa e non sai come rapportartici. Perché non vuoi che domani qualcuno metta il piede su una mina. Perché non vuoi che a metterlo sia tu. Perché però non puoi escludere che succeda. Perché non sai cosa dire e fare quando qualcuno si è trovato su una mina. Perché ci sono momenti che vorresti parlare della tua paura delle mine, ma poi pensi che tutti o quasi ce le hanno in casa e non vorresti risultare indelicato o fuori luogo a parlar di mine a casa del minato.

Oggi sfogliavo distrattamente un libro di Stephen Hawking. In un capitolo, paragonava la nascita dell’universo a un tizio che vuol tirar su una collina sfruttando la terra che ha sotto i piedi. Quando ci sarà riuscito, avrà ottenuto sì una collina ma ci sarà anche una buca della medesima grandezza ed estensione. Ecco, l’universo funziona allo stesso modo: c’è la materia e c’è una buca vuota di materia che lo pareggia.

Hawking l’avrà spiegato meglio di me, ma il succo del discorso è che per sopravvivere all’ansia dell’esistenza delle mine considero che ci siano anche non-mine intorno a me.

O, per restare più vicini all’esempio, se si alza una montagna di merda esisterà anche una buca vuota di merda.

E diciamo che può bastare.

Non è che se un pachiderma ti offre delle Coca Cola tu gli dica E le Fante?

Ciò che rende eccezionali a livello tecnico serie tv come Breaking Bad e il suo spin-off Better Call Saul è la cura per i suoni. Vengono aggiunti in post-produzione facendo sì che siano isolati, netti, nitidi ed enfatizzati. Una zip che si chiude, il fruscio di banconote che vengono contate, il clic di una serratura. Si odono distintamente, donando tridimensionalità all’inquadratura.

L’amplificazione dei dettagli tramite il suono aumenta anche un senso generale di inquietudine nello spettatore. Si ha la percezione che stia sempre per accadere qualcosa.


Va detto che le due serie da questo punto di vista sono differenti: sintetizzando – molto banalmente – il mondo di Walter White è fatto di segreti e morte, quello di Jimmy McGill/Saul Goodman di propositi e speranze e si presenta come più leggero.


La vita di un ipersensibile funziona allo stesso modo. Cose intorno che suonano più intense ed enfatizzate.

A volte non mi sono dimostrato la persona più capace nell’attutire e ovattare i suoni per non creare inquietudine nell’altro. Riesco, mio malgrado, ad avere l’eleganza di un elefante in una cristalleria. Un elefante sui pattini in una cristalleria. Ubriaco.

E poi finisce che qualcuno resta ferito.

In altri frangenti mi sono trovato a essere io quello che ha vissuto sulla propria pelle in maniera enfatizzata una situazione. In quel caso è come se l’elefante ubriaco sui pattini di cui sopra mi cadesse addosso e mi bloccasse il respiro. Avverto un peso giusto in centro al torace, all’altezza del diaframma.

Va bene, non è un’immagine realistica perché un elefante addosso non si limiterebbe a premere in fondo allo sterno ma mi schiaccerebbe. Facciamo finta sia un elefante minuscolo, grosso quanto un topolino. Però dal peso di un elefante normale.


Questo esempio mi fa venire in mente un cartone animato della Warner Bros, di quelli che trasmettevano su RaiTre negli anni ’90 all’interno di Blob, su un elefante minuscolo che si aggira in città:

 


In questi giorni in cui si parla della giusta distanza fisica da tenere io ripenso alla distanza emotiva che alcuni sono costretti a osservare con le persone.

Non voglio parlare di dilemmi e di porcospini: un porcospino almeno può entrare in una cristalleria.