Invenzioni impossibili che sarebbe bello se ma anche no

Stamattina pensavo a quanti campi di studio non sfruttati dalla scienza esistano e quante scoperte e invenzioni che potrebbero cambiare le nostre vite non sono state scoperte e inventate! Al che ho deciso di votarmi a questa missione e, nel quarto d’ora di tragitto da casa alla banca (come sempre, purtroppo, per prelevare e non per versare), la mia mente ha pensato ad alcune idee che porterebbero grandi vantaggi all’umanità se realizzate.

Non ci penso io a realizzarle perché lo sforzo mentale di concepirle è stato eccessivo e ho deciso di ritirarmi a vita privata a coltivare scie chimiche. Metto però in condivisione le mie intuizioni sperando che qualcuno le raccolga e le metta in pratica.

Il filo intermentale
Un pratico filo per la pulizia delle meningi, che rimuove i pensieri là dove la volontà non riesce ad arrivare: rimuginatori di professione, afflitti da tormenti del passato incastrati nelle circonvoluzioni cerebrali che fermentano e causano dolore, il filo intermentale è la soluzione per voi!
È un prodotto medico. Si raccomanda l’utilizzo abbinato a una sana e corretta igiene mentale.

La giacca a vento
E che invenzione è? Esiste già!
Sbagliato.
La giacca a vento è un pratico capo per pigri da utilizzare nelle giornate ventose: la si indossa e ci si lascia trasportare. Si vende fornita di un pratico timone direzionale. È disponibile anche la versione speed nelle zone del triestino.

I jeans LEVALI’S
Un paio di comodi jeans che scivolano via in un niente, anche quando sono strettissimi. Per quando si ha fretta di svestirsi. Basta con comiche scene di pantaloni incastrati nei piedi e gambe che scalciano furiose per liberarsi: coi jeans LEVALI’S basta uno schiocco di dita e sono già belli che sfilati. Molto utili per incontri amorosi improvvisi quando si ha poco tempo a disposizione.

banana_PNG826La barana
Frutto (è il caso di dirlo) degli ultimi ritrovati dell’ingegneria genetica, una banana che si sbuccia da sola e ti salta direttamente in bocca. Indicata per gli atleti, al primo accenno di calo di potassio la barana zompetta in soccorso direttamente nelle fauci dell’agonista stanco.

Il labbra d’or
Un cane incrocio (il manto è tipicamente a strisce pedonali) per single: per alleviare la solitudine del padrone l’animale gli salta addosso e lo limona alla francese.

La shampoo anticaduta
Per distratti, goffi e impacciati vari che non sono in grado di fare due passi senza inciampare, mettere un piede in fallo, scivolare come nelle comiche, uno shampoo che contrasta, ferisce e umilia verbalmente la forza di gravità ponendo fine una volte per tutte ai problemi di caduta. Newton: hai chiuso!

La lavattrice
Elettrodomestico che quando è in funzione, per ingannare il tempo e intrattenere, recita battute e monologhi. Ovviamente dato che il suo compito primario è lavare, è specializzata in soap opera.

Il cassonetto dei rifiuti
“La sua candidatura per il posto di vice aiuto schiavo fattorino è stata scartata. Cerchiamo candidati con esperienza decennale”
“Mi piaci molto ma non possiamo uscire insieme. Ho un pesce rosso con l’alzheimer e devo fornirgli assistenza 24 h su 24”
Un pratico bidone dove gettare tutti i rifiuti che ci vengono opposti e liberarsene senza che ammorbino i nostri pensieri. Disponibile anche la versione a più scomparti per la raccolta differenziata: rifiuti amorosi, rifiuti sessuali, rifiuti professionali, rifiuti finanziari e così via.

nigiri_salmone2Il sushiettibile
Altro esempio di connubio tra genetica e mondo alimentare. Per quelli che a tavola non sanno mangiare senza far storie e trovare difetti ovunque, quelli convinti di essere dei giudici di Masterchef in grado di sindacare ogni atomo di condimento, per tutti loro c’è un preparato di pesce e riso tipico della tradizione orientale che al minimo commento superfluo abbandona il piatto e se ne va sdegnato e offeso, lasciando il pedante e puntiglioso commensale con un palmo di naso.

Lo scalppellotto
Sembra un comune attrezzo da falegname, ma non è così! È un sano strumento educativo che tutti i padri dovrebbero avere: un utensile d’acciaio atto a rimproverare in modo bonario e scherzoso il pargolo irriverente. Grazie alla semplice pressione della lama dietro la nuca e al contemporaneo colpo inferto sul codolo a mo’ di simpatico schiaffetto, l’attrezzo è in grado di scolpire, nel vero senso della parola, il carattere dei propri figli nel modo che più aggrada.

Il pane Asimov
Pane non fermentato e privo di lievito per gli amanti della fantascienza, in grado di soddisfare le tre leggi della panificazione:
I – Il pane non può recar danno a un essere umano.
II – Il pane deve farsi mangiare dagli esseri umani, purché la tal cosa non comporti una successiva violazione della Prima Legge.
III – Il pane deve proteggere la propria fragranza e consistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge.

Se avete idee, proponete! Facciamo di WP una fucina di innovazione e chissà che qualche ricercatore del CERN di Ginevra di passaggio su questi lidi non trovi spunto per qualche scoperta!

Fammi da antidolorifico ai dolori intercostali

Il titolo è stato rubato, non è opera mia

Ottobre per me è già finito. Siamo in Ottembre. Ottembre è l’odore di plastica e polvere dell’interno dell’auto quando avvio l’aria calda, Ottembre è un gatto sul marciapiede con le zampe raccolte sotto la pancia e il pelo arruffato, Ottembre è una pianta di pomodori piegata su sé stessa a proteggere quattro frutti color senape che non vogliono cadere.

Il giubbetto di mezza stagione è tornato nell’armadio dopo aver con onore svolto il proprio ruolo di oggetto di scena. Il freddo è qui, lo sento addosso. D’accordo tu sei calda là sotto, ci mancherebbe, come cantavano gli Zen Circus. Io invece ora avverto questa aria fredda che sale nel naso e scende nella gola, la vorrei comprimere e farne delle caramelle di ossigeno e monossido di carbonio urbano per anestetizzare le sensazioni, perché credo che qui siamo tutti un po’ agitati.

Aspettando l’IS, l’ES e O’MALAMAMENT noi tutti saremo a salutare le psicosi di un Cristo che si ferma a benedire l’Ebola, investendo qualche bonus statale per fare una festa che poi condivideremo fotografandoci tutti insieme con i nostri smartphone. È meglio non pensar al domani, spendiamo questi euro oggi e beviamoci su.

La scienza ci ha ingannati. È un anno intero che si parla di una imminente tempesta magnetica solare che avrebbe mandato in tilt satelliti, telecomunicazioni, radar. E io delle volte mi sveglio sperando che sia il giorno buono per trovare spento per qualche ora tutto e vedere com’è fare senza. E invece non accade nulla e mi sento deluso come dopo aver visto l’aumento dell’IVA o come quando vidi gli scheletri dell’ILVA di Bagnoli in un autobus semivuoto tra cumuli di rifiuti ai lati della strada.

Fonte: Vesuviolive

Fonte: Vesuviolive

Non fraintendiamoci, perché è facile che parole scritte creino mondi quando non si parla vis-à-vis: la comunicazione non mi è nemica, voglio solo vedere l’effetto che fa spegnerci tutti e scoprire se tutte queste conoscenze a distanza che millantiamo possano poi sopravvivere al tasto off. In fondo anch’io inseguo nell’etere il mio quarto d’ora, ma devo aver sbagliato qualcosa e ho ottenuto 15 minuti di ceRebrità, anzi, anche di più. È una vita che vivo nel mio cervello e l’ho anche arredato con gusto o almeno credo, non ho chiesto ai giudici di MasterChef che sapore avesse la mentalità. Forse sa di menta, sai-la-menta? o forse mente sapendo di mentina.

Mentire, dormire, sognare, forse. Avere gli occhi chiusi e le orecchie tappate in uno stato di sospensione dopo aver pigiato il tasto di stand-by.

La civiltà mi spegne e io non posso spegnere la civiltà come lei fa con me; non ne elemosino l’approvazione anche perché non saprei in che tasca metterla, a destra ho fazzoletti a sinistra il cellulare (pronto per il famoso il selfie di gruppo). Non è presunzione, io mi sono adeguato soltanto alle regole e al contesto e non contesto, anzi con-te-sto evitando domande tanto non mi daresti risposte ma comodi parcheggi. Eppure non miro solo a infilarmi nel tuo garage, ma sarà questo il problema, i piani superiori mi sembrano interdetti e/o in ristrutturazione.

Rabbrividisco ma non solo per il freddo di Ottembre. È pelle d’oca da unghie sulla lavagna. Ad esempio i simpatici mi fanno questo effetto. No, non le persone simpatiche, non confondiamo: quelli che fanno i simpatici, è diverso. Quindi farò una lista di tutte le cose che considero da brividi stile gesso sulla lavagna.

  • Quelli che fanno i simpatici.
  • La gente che ride in risposta a ciò che dici, seppur tu non abbia fatto una battuta o detto qualcosa di divertente. Purtroppo è una cosa che ho fatto e faccio anche io.
  • Le parole ridotte in -ino. Attimino, momentino, messaggino.
  • Chi invece di lasciar spegnere un sigaro da solo lo pigia nel posacenere, ammazzandolo.
  • Rispondere a un messaggio dopo un tempo indefinito.
  • Un clacson che suona al semaforo.
  • Il rumore che fa un cucchiaio di legno sfregando il fondo di una pentola.
  • Mordere i rebbi di una forchetta per errore.
  • Una pubblicità della Seat Ibiza che gira per radio dove c’è uno che finge di recitare in una telenovela brasiliana.
  • Antonella Clerici.
  • Lo smalto rosso. È più forte di me, non riesco a guardare le mani di una donna con lo smalto rosso. Che lo metta nero, blu, viola, azzurro cielo d’estate, sabbia del Sahara, amaranto o granata ma rosso rosso proprio no.
  • I commentatori seriali delle notizie dei giornali online.
  • I predicatori di amore che sono poi i primi a esternare odio.
  • La proliferazione incontrollata di patatinerie.