How to train your Gintoki


Con la presente dichiaro chiusa la prima serie continua di titoli no-sense introdotti da “Non”.


Dovrei scrivere una bozza di budget e sono indeciso se scriverla durante questa notte e poi dormire in mattinata oppure dormire in mattinata e buttare giù (dal balcone) due sciocchezze nel tempo che mi resterà.

Ho già speso le mie energie mentali per risolvere un importante dilemma. Sulla pista di ballo c’è qualcosa di importante, oggi ne ho avuto conferma via mail. Chi mi ha mandato il messaggio mi ha pregato di scrivere alla Contessa Serbellons Mazzant Comesfromthesea (è anglofona), che leggeva in copia.

Dubbio: la Comesfromthesea è anglofona ma lavora in Italia. La mail che ha letto in copia era in italiano.

Le scrivo in italiano o in inglese? No, perché c’è una bella differenza.

Dopo essere andato agli allenamenti e non averci pensato affatto, tornato a casa ho deciso di scrivere in inglese.

Vedremo se il primo step è andato. Ne restano altri ed è difficile scacciare il demone del fallimento – che nella mia fantasia è impersonato da Charlie Brown – che mi dice Gin, ma tanto non ce la farai.

Charlie Brown e la sua sempiterna gioia di vivere

La cosa divertente è che se va in porto la cosa corro il rischio di trovarmi a essere seguito da un personaggio particolare che è entrato nella mia lista di personaggi particolari.

Tanto per cominciare, ha una certa somiglianza con l’ispettore Clouseau, giusto i baffi più folti. Sono rimasto però molto deluso quando ho fatto notare a tre persone la somiglianza e tutte e tre non avevano idea di chi fosse l’ispettore Clouseau. Ci sono rimasto male ma non perché non avessero compreso la mia battuta, ma per il buon ispettore che non capisco perché non debba essere ricordato.


Se anche voi, lettori, non avete presente chi sia e stavate aspettando una didascalia esplicativa, allora questa didascalia non vi fornirà informazioni didascaliche su di lui perché non le meritate, ecco.


La seconda caratteristica del personaggio è che parla in modo ampolloso e retorico e anche un po’ arcaico. Ad esempio, per dire che leggerà una frase da un libro, dirà che “Ho il piacere di condividere con voi questo passo che trovo pregevole”.

La terza caratteristica è che quando insegna ai corsi, dopo la prima lezione sceglie due volontari (i classici volontari involontari), uomo e donna, per far far loro delle flessioni. Terminata la performance, delizia anche lui il pubblico con delle flessioni.

Ed ha 65 anni, preciso.

La quarta caratteristica è che ha tre figli, uno adulto avuto dalla prima moglie, e due piccoli, di 4 e 8 anni, avuti dalla seconda.

Ed ha 65 anni, preciso.

Sono quindi inquietato e nell’insieme affascinato dall’idea di potermi trovare a gestire un qualsiasi tipo di rapporto professional-tutorale con un simile personaggio.

Ammesso che Charlie Brown sia d’accordo, anche se il fatto che sia un bambino lo costringe alla fine a soccombere. Sarebbe stato più complesso e ingestibile avere come demone del fallimento, non so, Darth Vader, Palpatine o Sauron, solo che loro non li associ al fallimento anche se poi alla fine perdono ma soltanto perché la lobby dei buoni ha deciso che deve essere così. Condividete se avete un lato oscuro!

Però delle volte in altri ambiti Charlie Brown vince lo stesso.

Da esperta di informatica, in quei giorni utilizzava solo Linux

Sottotitolo: dalle Cronache di conversazioni premestruali, Libro V del Porno di Sade

h 11:00 –  telefono
– Ho il frigo vuoto. Dovrei fare la spesa ma mi scoccio.
Gin: Ti accompagno al supermercato?
– Non lo so, mi scoccio di scendere. Ti faccio sapere.

h 13:00 – telefono
Gin: Alla fine con cosa pranzi?
– Non lo so. Magari mangio un po’ di bresaola.
Gin: Ti serve qualcosa? Te lo porto.
– No no, grazie, non ti preoccupare.

h 17:00 – telefono
– Avrei quasi voglia di pizza.
Gin: Stasera scendiamo a mangiarcene una?
– Non lo so, un po’ mi scoccio.

h 19:00 – messenger
– Secondo te ci sarà folla da notapizzeriadell’entroterra di mercoledì sera? È infrasettimanale.
Gin: Vuoi andare a mangiare la pizza?
– Io mi scoccio di uscire. Ma se tu vuoi uscire usciamo.
Gin: Fa niente.

h 21:00 – telefono
Gin: Scendo a farmi una birra con Caio, Tizia e Sempronia.
– Uhm.
Gin: Cosa c’è?
– Niente.
Gin: COSA C’È?
– Prima non c’hai pensato manco un microsecondo di proporre di andare a prendere una birra.
– Gin: Sai com’è, se tutto il giorno una persona dice che si scoccia di uscire, forse nella mente del suo interlocutore prenderà forma la vaga idea che questa persona si scocci di uscire. Comunque, vuoi uscire? Ti passo a prendere e raggiungiamo Caio,  Tizia e Sempronia?
– No, mi scoccio.